Reiekta Project: intervista ad Alessia Autiero

Reiekta Project

Reiekta Project, ideato da Alessia Autiero e inaugurato, nella sua II edizione, presso lo spazio dello Scotto Jonno lo scorso 20 giugno, è un progetto  multidisciplinare, che fonde in sé arte grafica e teatro; il progetto porta avanti tematiche profonde ed attuali quali la parità di genere e l’affermazione della propria identità in una società fondata sull’omologazione del pensiero. Per l’occasione, leggiamo le parole di Alessia Autiero, creatrice di Reiekta Project.

Reiekta Project: intervista ad Alessia Autiero

Ciao, Alessia, come è nato Reiekta Project?

Reiekta Project è la rappresentazione di un vero e proprio bisogno, la necessità di fare qualcosa di concreto per cambiare un mondo che sta andando alla deriva. Ho sempre cercato di raccontare delle storie ed esprimere le mie idee attraverso la mia arte, un modo alternativo e silenzioso di esternare i miei pensieri senza però dovermi esporre troppo in quanto sono sempre stata una persona abbastanza timida. Dal momento però in cui ho iniziato a fissare i miei valori, a decidere che tipo di essere umano vorrei essere, allora i miei disegni hanno deciso per me, letteralmente; mi veniva spontaneo raccontare personaggi umani e animali che avessero una storia profonda alle spalle, ma soprattutto volevo portare alla luce le battaglie di coloro che non vengono quasi mai ascoltati. Medusa e Salem sono state le prime che ho realizzato inizialmente come alcune delle tante bozze che creo; poi ho guardato i disegni e ragionato su tutto quello che si poteva intuire della loro storia e ho pensato questa volta saranno loro a raccontare come sono andate le cose” e così, attraverso le stesse linee con le quali ho dato forma alla loro immagine, ho iniziato a dare forma alle loro voci attraverso la scrittura.

L’etimo latino dai cui deriva il nome del tuo progetto sembra presentare una duplice lettura: la prima in chiave etimologica, in quanto reiectus, –a, –um assume il significato di “rigettato”, “messo in disparte”, nel caso particolare di Reiekta Project, riferito a figure femminili storiche, mitiche e poetiche, considerate appunto “reitte” dal moderno maschilismo della società occidentale; la seconda chiave di lettura pare riferirsi ad una sorta di reazione di tali figure femminili ai pregiudizi storico-culturali che gravano su di esse, una reazione cioè di rivalsa, per cui sono esse stesse a ‘rigettare’ i pregiudizi al fine di far sentire la propria voce. Cosa puoi dirci a riguardo di questa breve riflessione?

Ho scelto questo nome per il progetto in maniera istintiva, come molte delle cose che faccio. Questo termine racchiude in sé quello che ritengo essere un grande difetto della nostra società, ovvero la facilità con la quale si tende ad escludere qualcuno. Personalmente sono sempre stata una reietta, in quanto donna perché nata in un mondo prettamente maschilista, certo, ma anche per aspetti e idee stereotipate come il non appartenere alla massa perché magari indossavo gli occhiali o andavo bene a scuola, cose di questo tipo. Con il tempo alcune ferite sono rimaste, ma la cosa che ha cambiato tutto è stata prendere coscienza di me stessa. Dal momento in cui mi sono resa conto che il mio essere distante da ciò che è definito “normalità” poteva essere un pregio e non un difetto, allora ho iniziato ad essere libera e a costruire il mio percorso. E questo è ciò che voglio non solo per le reiette di cui parlo ma in realtà per tutte le persone, non solo donne, che si sentono come me e che hanno qualcosa da raccontare. Abbiamo tutti una voce degna di essere ascoltata e soprattutto abbiamo tutti il diritto di vivere sotto la luce del sole senza avere quel timore di essere giudicati solo perché qualcuno ha deciso di voler vivere in una gabbia limitante che si è costruito da solo.

In Reiekta Project prendono teatralmente voce, come si diceva, figure femminili storiche, poetiche e mitologiche: Salem (in riferimento ai processi di stregoneria occorsi nell’omonima cittadina del Massachusetts nel XVII secolo), la Ofelia shakespeariana, la sirena Partenope, Hel (divinità vichinga dei morti), la gorgone Medusa e la prima consorte di Adamo, secondo la cabala ebraica, Lilith. Che operazione hai effettuato per scegliere le figure femminili che danno voce al tuo progetto?

Per le sei reiette, ho cercato delle figure che potessero parlare di vai argomenti trasversali nel tempo, per dimostrare come idee radicate nel passato siano purtroppo ancora oggi un problema tangibile. Il progetto in realtà è iniziato già tempo fa con la figura di Ophelia che mi suscitava curiosità e rabbia al tempo stesso, perché lei era conosciuta solo per la sua pazzia e io mi chiedevo chi fosse quella ragazza ed ero decisa a raccontare molto più della sua morte. Salem è letteralmente il simbolo di tutte le donne uccise nel corso dei secoli per credenze popolari assurde e Medusa è una figura che per anni è stata raccontata solo come mostro e solo da poco tempo viene raccontato ciò che è successo davvero, il suo stupro. Lilith è una figura che apprezzo moltissimo perché racconta due aspetti importantissimi, la parità di genere e la lotta al bigottismo religioso. Partenope è stato un personaggio fondamentale per raccontare una donna e il suo corpo che può godere della propria sessualità ed essere importante anche se non usato per la procreazione o per il piacere altrui. Hel, come hai detto, dea della morte della mitologia norrena, è un personaggio poco conosciuto, ma che ormai fa parte di me fin da quando ho iniziato a scoprire le culture antiche. Hel racconta il mio percorso in maniera più intima, la crescita e le sfide che ognuno di noi deve affrontare cosi come le proprie paure.

Nella recitazione dei monologhi da parte delle attrici Marianna, Valentina, Michela, Anita, Cristina e Asia, sembra cogliersi un certo collegamento tra gli abiti indossati e il personaggio interpretato: in che modo, in Reiekta Project, teatro e moda si intrecciano?

In questo progetto non ho potuto evitare che la mia professione di fashion designer venisse alla luce e quando immagino dei personaggi ovviamente li creo in maniera dettagliata anche sotto un aspetto estetico. La moda ha un ruolo fondamentale, ma in questo caso preferisco associare ciò che faccio al costume design, un vero e proprio modo di raccontare una storia portata attraverso dei dettagli estetici mai casuali. Per la prima edizione di Reiekta Project infatti io e Simona Marrazzo di Zero Stigmata abbiamo fatto uno styling di capi alternative che potessero dare un’idea diversa della donna, distante dalla solita figura eterea e delicata sempre vestita di rosa. Per la seconda edizione abbiamo puntato su un abbigliamento sempre nero, ma semplice per dare valore alle t-shirt originali con le grafiche di Reiekta create in collaborazione con Zero Stigmata. Molti negli anni sono sempre stati etichettati per il proprio modo di vestirsi e ancora oggi quante volte la moda cerca di imporci delle etichette che come sempre sono limiti immaginari che qualcuno ha deciso di imporci.

Hai altri progetti a cui stai lavorando o hai intenzione di intraprendere? Puoi anticiparci qualcosa?

Ho moltissimi progetti che stanno per nascere legati sia all’illustrazione che alla moda e alla scrittura. Reiekta stesso e in evoluzione in quanto stiamo lavorando tutte insieme per rendere il progetto più completo e portarlo ad un pubblico più vasto. Come avete visto già dalla seconda edizione la famiglia delle attrici di Reiekta Project si è ampliata e con loro altre figure del passato si aggiungeranno al gruppo di 6. Le idee sono tante e spaziano dal disegno associato a ciò che ho scritto nei monologhi così come la volontà di lavorare anche all’aspetto moda del progetto, ma nel frattempo sono orgogliosa di poter dire che il progetto ha basi e valori forti e che con me ci sono professioniste e professionisti fantastici che non vedono l’ora di poter raccontare la propria arte ed io con loro.

Grazie, Alessia, per quest’intervista.

Fonte immagine: Reiekta Project, logo

A proposito di Salvatore Di Marzo

Salvatore Di Marzo, laureato con lode alla Federico II di Napoli, è docente di Lettere presso la scuola secondaria. Ha collaborato con la rivista on-line Grado zero (2015-2016) ed è stato redattore presso Teatro.it (2016-2018). Coautore, insieme con Roberta Attanasio, di due sillogi poetiche ("Euritmie", 2015; "I mirti ai lauri sparsi", 2017), alcune poesie sono pubblicate su siti e riviste, tradotte in bielorusso, ucraino e russo. Ha pubblicato saggi e recensioni letterarie presso riviste accademiche e alcuni interventi in cataloghi di mostre. Per Eroica Fenice scrive di arte, di musica, di eventi e riflessioni di vario genere.

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