Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso hanno presentato la graphic novel Salvezza alla fiera del libro di Napoli
Continuano le presentazioni e gli eventi della fiera del libro di Napoli Ricomincio dai libri al MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli). Sabato 6 Ottobre i due autori siciliani Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso hanno presentato la loro graphic novel Salvezza, edita nel Maggio 2018 da Feltrinelli Comics.[amazon_link asins=’8885439462,8867620878,8833140075,8899016119,8807550059′ template=’ProductCarousel’ store=’eroifenu-21′ marketplace=’IT’ link_id=’cd2f129b-ca62-11e8-8264-53db44e969d4′] L’incontro è stato mediato dalla giornalista Barbara Schiavulli.
La graphic novel Salvezza, l’importanza del racconto
L’incontro è iniziato con la proiezione di un video realizzato dai due autori, una breve testimonianza delle tre settimane che hanno trascorso a bordo della nave Aquarius, ONG simbolo di una retorica politica iconoclasta sempre più diffusa nel nostro paese.
«Noi non siamo del PD, abbiamo semplicemente voluto raccontare quello che abbiamo visto» specifica Lelio, una precisazione che, normalmente, risulterebbe pleonastica ma che, oggi più che mai, è strettamente necessaria. Il fumetto non nasce infatti con intenti politici o con l’intenzione di offrire un’opinione ma con l’obbiettivo di informare e di raccontare, di restituire ai lettori una visione oggettiva, aderente il più possibile alla realtà, del drammatico fenomeno migratorio africano che passa attraverso il mare Mediterraneo. Le sceneggiature di Marco si uniscono ai disegni di Lelio e prendono vita le tante piccole storie «con la “s” minuscola» di tutti quegli uomini che ogni giorno sfidano la morte in un viaggio disperato in condizioni disumane, per sfuggire a guerre e miseria, a quegli avvenimenti della Storia con «la “S” maiuscola» che molti governi volontariamente ignorano, condannandone gli effetti piuttosto che le cause.
Con la graphic novel Salvezza i due giovani hanno voluto creare un prodotto che potesse essere fruibile dal maggior numero di persone e che, soprattutto, strizzasse l’occhio ai bambini, perché è importante trasmettere certi valori ai più piccoli. Tutto il lavoro, come spiega Marco, è incentrato sull’esigenza di raccontare, di dare vita alle storie di queste persone che non solo attraversano il Mediterraneo su imbarcazioni di fortuna, ma passano anche attraverso il Sahara e i centri di detenzione libici, luoghi senza alcun rispetto per la dignità umana. Dal 1993 ad oggi i migranti morti in mare superano la quota di trentaquattromila ma i morti nel deserto e le vittime dei centri di detenzione in Libia sono impossibili da quantificare. Come i racconti degli aborigeni, che narrano le gesta degli antenati per permetterle di continuare a vivere, Marco e Lelio riscoprono la linfa vitale della narrativa restituendo a queste persone, trattate come merce di scambio, un briciolo di umanità. I due autori rivolgono l’attenzione non solo al flusso migratorio che dal centro si dirige verso il Mediterraneo, ma anche a quello che si dirige verso lo Yemen, teatro di una atroce guerra civile “silenziosa”, una catastrofe che si sta svolgendo lontano dagli occhi indiscreti dei media tradizionali.
L’informazione come punto di partenza secondo Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso
Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso raccontano di essere arrabbiati perché impotenti davanti a tale catastrofe. L’informazione, seppur corretta, da sola non basta ma costituisce sicuramente un punto di partenza e dunque invitano tutti i presenti alla presentazione ad ascoltare, a prestarsi sempre al dialogo perché ci sono molte persone che arrivano a conclusioni razziste non per cattiveria intrinseca ma perché impossibilitate dalla mancanza di tempo a recepire una giusta informazione: ogni persona strappata all’ignoranza è una piccola vittoria.
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