Viola Ardone: la presentazione della sua Grande Meraviglia

viola ardone

Viola Ardone ha presentato il suo nuovo libro, intitolato Grande Meraviglia, edito da Einaudi, che promette di far ridere e commuovere e riflettere sulle amarezze della vita e su quanto a volte è necessario aggrapparsi alle proprie illusioni per sopravvivere. Nell’ambito della rassegna Ricomincio dai Libri, tenutasi dal 22 al 24 Settembre nello splendido colonnato dell’Archivio di Stato di Napoli che quest’anno ha ospitato il festival letterario, Viola Ardone ha presentato per la prima volta al pubblico nella Sala Filangieri la sua ultima fatica letteraria, con la partecipazione della scrittrice Valeria Parrella. Nonostante la pioggia del sabato, l’affluenza è stata notevole e ha fatto ben sperare per amanti dei libri ed editori che l’amore per la letteratura non smetta mai di far viaggiare le menti e battere i cuori. 

La trama di Grande Meraviglia di Viola Ardone

Viola Ardone è alla sua quinta pubblicazione e Grande Meraviglia promette di essere un capolavoro non soltanto per la struggente storia di Elba, la protagonista partorita e cresciuta in un manicomio prima dell’entrata in vigore della Legge Basaglia, ma per le emozioni che lei stessa ha investito, oltre alle ricerche sulle vite nei manicomi, sulle dubbie procedure e alcuni trattamenti poco ortodossi, per non dire brutali sulle pazienti, molte delle quali internate non per problemi mentali diagnosticati ma semplicemente perché ribelli, anticonformiste, attiviste politiche o anche semplicemente rifugiate.

Donne in fuga dall’incubo di una città spaccata a metà come Berlino fino alla caduta del muro 1989. Perché la madre di Elba è tedesca e l’ha partorita in manicomio. Quando un giudice in buona fede, sentenzia che una bambina non dovrebbe crescere in un luogo dove la fanno assistere all’elettroshock della madre, Elba si ritrova in una scuola di monache, dette culone dove gli altri bambini la bullizzano e le suore la maltrattano. Tornata all’ospedale psichiatrico non trova più la madre: le dicono che è morta, ma lei continua a sentirla e a pensare che sia lì da qualche parte. Questa convinzione, insieme ad un dialogo continuo con sé stessa, con le nuove arrivate e con una sorta di diario in cui racconta le storie di infermieri e medici, a cui dà bizzarri soprannomi, parlando talvolta in rima, la aiuta a sopravvivere nell’inferno che la circonda, fino a quando non viene portata via dal giovane dottore Fausto Meraviglia, che desidera la chiusura di tutti i manicomi, secondo la legge Basaglia, approvata qualche anno prima. 

Viola Ardone Grande Meraviglia Sala Filangieri
Fonte: Archivio personale

Durante la presentazione, Viola Ardone racconta di come il linguaggio in rima adoperato da Elba l’abbia fatta sentire libera da molti schemi di narrazione che spesso bisogna usare per scrivere un buon libro. Elba cresce con un padre che non ha saputo essere tale per i suoi stessi figli.  L’intensità di questo personaggio e del suo legame con la protagonista fanno di questo romanzo di formazione l’occasione una riflessione per confrontarsi con il passato, il presente e il modo in cui affrontare il futuro. C’è l’ostinazione a trovare una comfort zone nelle proprie illusioni e infine la percezione dell’amore in tutte le sue forme: l’amore per la professione contro le convenzioni sociali – Fausto Meraviglia si presenta come uno psichiatra anticonformista e incurante delle regole dettate dai professoroni – l’amore saffico che Elba nutre scambiando effusioni con un’infermiera, mentre sniffano alcool nascoste in uno sgabuzzino a cui peraltro lei dà fuoco nella speranza ormai ostinata di scoprire che fine abbia fatto sua madre. 

Attraverso la lettura di due brani tratti dal libro di Viola Ardone, eseguita dall’attrice Patrizia De Martino, scopriamo un pò di più dei due personaggi principali del libro, anche se i comprimari ricoprono una enorme importanze. Nella prima, scopriamo che la passione di Elba per le rime proviene dai Caroselli che vedeva in televisione e che rappresentavano il principale passatempo di sua madre per sfuggire dall’oblio di quel luogo di tortura e proteggere sua figlia dagli orrori. Nella seconda lettura, ascoltiamo la dolce e tristissima lettera – forse l’ultima? – del dottor Meraviglia che le parla dei suoi fallimenti come marito e padre, della gioia di essere nonno di un ragazzino fin troppo sveglio che gli spiega cos’è un meme. Lo psichiatra non si tiene nulla, anche se sa che probabilmente quella lettera sarà cestinata, in quanto obsoleta, in tempi in cui persino le email sono roba quasi superata, un pò come lui che sente di stare scivolando nel lento oblio di una demenza senile. 

Con questo libro Viola Ardone promette grandi emozioni e riflessioni, attraverso personaggi buffi e teneri, malvagi e cinici e del loro drammatico vissuto prima della legge Basaglia, riportando alla nostra attenzione le condizioni terribili in cui si trovavano i malati di mente e le donne cosiddette scomode alla buona società dell’epoca. 

Si ringrazia l’Archivio di Stato di Napoli, Roberto Malfatti e gli organizzatori della rassegna Ricomincio dai Libri, Fiera del Libro di Napoli 2023.

Fonte immagine di copertina: Einaudi

A proposito di Adelaide Ciancio

Vedi tutti gli articoli di Adelaide Ciancio

Commenta