Il vino come espressione culturale: è questo il credo della rassegna Wine and The City che, da dodici anni, mette in moto la città di Napoli, organizzando degustazioni itineranti, cooking show, incontri con vignaioli, reading letterari, cene in luoghi ricercati. Insomma, un evento che gli amanti del vino, ma soprattutto dell’arte, dei salotti culturali e sensibili alla ricercatezza, hanno fisso in agenda nel mese di maggio.
Da gennaio 2021, in seguito ad un anno che ha messo e che continua a mettere un po’ tutti a dura prova, Wine and The City ha deciso di rimettersi in gioco, investire tempo, risorse ed energie in un nuovo progetto: il suo magazine online. Una vera e propria testata giornalistica con una mission precisa: raccontare il mondo del vino e del food da altre angolazioni, dando voce a storie e personaggi, iniziative, tendenze e territori.
Eroica Fenice intervista Donatella Bernabò Silorata, giornalista, fondatrice di Wine and The City ed oggi direttore della testata.
Andiamo indietro nel tempo: quando e come nasce Wine and The City?
Wine&TheCity nasce nel 2008 un po’ per gioco e un po’ per caso, un’idea semplice, un’intuizione: portare il vino fuori dal salone VitignoItalia che si svolgeva a Castel dell’Ovo. All’epoca ero socia e capo ufficio stampa di VitignoItalia e, pensando al fuori salone del Mobile di Milano che ho sempre frequentato per passione, pensai: ma se facessi un fuori salone del vino? Detto fatto. Coinvolsi boutique e negozi di amici a Chiaia e nacque l’edizione zero di Wine&TheCity: per la prima volta calici e sommelier entrarono nelle vetrine dei negozi, tra tacchi a spillo, gioielli e design. Quell’anno era appena uscito nelle sale cinematografiche il film di Sex and the City, l’ispirazione fu questa per il nome. Aggiungerei anche che nessuno immaginava che a quell’edizione zero ne sarebbero succedute altre, Napoli tra l’altro viveva la drammatica emergenza della spazzatura e una gogna mediatica nazionale senza precedenti. Chi avrebbe scommesso sulla città? Neanche i miei soci di allora di VitignoItalia credevano nella mia stravagante idea di portare bottiglie, calici e sommelier tra le strade e i negozi di Chiaia. Nel gergo del markerting mi hanno poi detto che sono stata una first mover, la prima in Italia ad inventarsi un fuori salone enogastronomico. Dopo di noi a Napoli sono nati il Fuori di Taste a Firenze, il Fuori Fiera di Verona poi chiamato sfacciatamente Vinitaly&TheCity e tanti altri cloni. E naturalmente a Firenze e a Verona si sono mosse le istituzioni locali e fondi pubblici per costruire e promuovere questi progetti. Wine&TheCity ancora oggi, come nel 2008, è un’impresa indipendente che si autofinanzia con il proprio lavoro e con il supporto di mecenati e sponsor privati.
Com’è cambiato/cresciuto nel tempo?
Alla decima edizione, nel 2017, c’è stata la sterzata decisiva, il decennale meritava una edizione speciale. Ma già nel 2016 avevamo scelto come nostro claim “Coltiviamo ebbrezza creativa” perché ormai avevamo invaso la città con iniziative ed eventi anche on the road: sulle scale, nelle piazze, lungo la costa di Posillipo, nel sottosuolo entrando nelle Catacombe. Da allora Wine and The City è diventata soprattutto un’impresa culturale che ha stretto link e relazioni con le grandi istituzioni culturali della città: Il Polo Museale, il Mann, il Teatro di San Carlo ed altre. Abbiamo iniziato a progettare eventi all’interno di musei e spazi culturali importanti insistendo sul binomio arte-vino, cultura-vino. Nel 2016 Wine and The City ha coinvolto più di 100 indirizzi, 5 quartieri della città per 20 giorni di eventi. In poche righe non è facile ripercorre 14 anni di storia, tribolazioni, ostinazione, criticità, indifferenza delle istituzioni, successi e soddisfazioni. Qualcosa è riassunto sul nostro sito.
Il Lockdown, come un po’ è accaduto per tutti i settori, vi ha costretti a reinventarvi. In cosa consiste questo nuovo progetto?
Il lockdown ci ha dato il tempo anche per fare ricerca e riflettere, ci ha ulteriormente convinto dell’importanza del digital e quindi abbiamo deciso di investire nel rifacimento del nostro portale e di trasformarlo anche in testata giornalistica. Io sono una giornalista, per quasi 20 anni ho scritto per il Gruppo Espresso La Repubblica e tutt’ora scrivo per alcuni periodici nazionali di viaggi e costume, in primis DOVE. L’idea di trasformare il nostro sito e blog in testata giornalistica è stato pertanto molto naturale. Non ci interessa però creare l’ennesimo magazine di informazione enologica, ce ne sono tanti e di grande qualità. Vogliamo trattare l’universo vino da altre angolazioni, nel nostro personalissimo stile che è sempre stato quello della contaminazione tra generi. Una narrazione unconventional più orientata alle tendenze del mondo del vino che al prodotto in sé. Per questo abbiamo creato diverse rubriche: c’è naturalmente la sezione “Wine news”, ma scriviamo anche di “Tendenze”, “Personaggi”, “Viaggi”.
Quali sono i motivi per leggere Wine&TheCity magazine?
Per scoprire, ad esempio, i migliori resort del vino in Italia o le novità a proposito del design della tavola; per conoscere da vicino i produttori che si raccontano, per esplorare nuovi abbinamenti, per sapere di più a proposito di Champagne ma senza troppa dottrina, con leggerezza.
Cosa vi aspettate da questo nuovo approdo?
Non è importante la meta, ma il viaggio. Non è un nuovo approdo, ma un nuovo inizio per noi.
E che un nuovo inizio sia.