Il Festival del Giallo 2024 ospita Pietro Orlandi e lo scrittore di thriller psicologici Wulf Dorn
Il Festival del Giallo 2024, evento curato da Gialli.it e da Iocisto, è stato successo: alta la qualità degli incontri, perfetta la cornice della Villa Floridiana, nel cuore del Vomero. Tra gli ospiti più attesi, Pietro Orlandi e Wulf Dorn, presenti alla kermesse sabato 25 maggio.
Festival del Giallo 2024: Pietro Orlandi e la scomparsa di sua sorella Emanuela
Emanuela Orlandi, cittadina del Vaticano, scompare a Roma il 22 giugno 1983 all’età di 15 anni. Era andata a scuola di musica, in piazza di Sant’Apollinare, ma non farà più ritorno a casa. Pietro Orlandi, suo fratello, non ha mai smesso di cercare la verità, sebbene siano passati ben 40 anni da quel giorno: «Provate a pensare un secondo alla persona che vi è più cara al mondo. La tenete per mano, vi girate e non la vedete più e lì per lì comincia l’agitazione. Pensi ‘tanto adesso arriva’, ‘adesso la trovo’ e invece no. Passano i giorni, passano i mesi, il tempo si ferma. Rimani legato a quel momento e quindi aspetti che in qualche modo la situazione si possa risolvere» – racconta Orlandi. Tutto è rimasto fermo a quel giorno, è passato tanto tempo ma suo fratello non si arrende: «Perché lo faccio? Perché io non accetterò mai passivamente un’ingiustizia. Lo dico sempre, le ingiustizie non vanno mai accettate, piccoli o grandi che siano, perché il diritto alla verità, alla giustizia, secondo me è il diritto più importante che appartiene ad ognuno di noi e nessuno potrà mai togliercelo. Nessuno.» – continua Pietro Orlandi durante il suo intervento al Festival del Giallo 2024.
Una famiglia normalissima, quella degli Orlandi. Pietro, Emanuela e le sue sorelle avevano vissuto un’infanzia serena, trascorsa tra giochi e passeggiate nei bellissimi giardini di Città del Vaticano: «Avevamo il privilegio di vivere là dentro, dove pensavamo che addirittura il male non esistesse». Nessuno avrebbe mai potuto immaginare ciò che sarebbe accaduto di lì a poco. Durante l’incontro al Festival del Giallo 2024, moderato da Ciro Sabatino, Pietro Orlandi ricostruisce la giornata della sorella. Non appena uscita dalla scuola di musica, Emanuela Orlandi aveva chiamato a casa, dove aveva risposto la sorella Federica. Al telefono aveva raccontato di essere stata fermata da un uomo che le aveva offerto un impiego: «Si trattava di distribuire dei volantini della ditta di cosmetici Avon alla sfilata di moda delle sorelle Fontana. Si è parlato di tantissime cifre, la cifra che Federica ricorda e che aveva scritto nel verbale era 350 mila lire, una cifra enorme per due ore di lavoro» – ricorda Pietro Orlandi durante il suo intervento al Festival del Giallo 2024.
Tuttavia, Orlandi crede che “l’uomo dell’Avon” possa essere stato un espediente per confondere le acque, perché la scuola di musica era a pochi passi dalla sede del Senato di Palazzo Madama e la presenza di quel signore non sarebbe passata inosservata: «Il vigile che poi è stato interrogato si ricorda di quella situazione perché dice di avergli detto di spostarsi, visto che lì non poteva fermarsi con l’auto. Quindi, questa persona ha lasciato tutti gli indizi possibili davanti al Senato» – spiega infatti Orlandi. Destreggiarsi tra mitomani, depistaggi e false testimonianze non è stato semplice per la famiglia, ma ad oggi, secondo Orlandi, ci sono diverse piste che potrebbero essere approfondite. Una di queste è la pista che collega la scomparsa di sua sorella Emanuela alla mafia e alla Banda della Magliana. Nel 2005 arrivò una telefonata in cui qualcuno diceva: «se volete sapere cosa è successo a Emanuela, andate a vedere chi è sepolto nella basilica di Sant’Apollinare e il favore che De Pedis ha fatto al Cardinal Poletti». Enrico De Pedis, detto Renatino, boss della Magliana, era infatti sepolto lì, ma nella sua tomba non c’era traccia di nessun altro corpo. Un’altra pista che a Orlandi pare attendibile è la pista di Londra. Durante il suo intervento al Festival del Giallo 2024, racconta che a seguito dello scandalo Vatileaks si parlò di una serie di documenti che riguardavano Emanuela: «C’era una tutta una serie di spese che il Vaticano avrebbe sostenuto per Emanuela in Inghilterra dall’83 al 97». I cinque fogli, firmati dal Cardinale Antonetti, erano stati definiti «falsi e ridicoli» nonostante pareva fossero stati conservati in cassaforte, perché «nell’intestazione c’era scritto Riverita Eccellenza Monsignor Re. Non si dice Riverita ma Reverendissima», un errore che secondo il Vaticano non sarebbe stato possibile commettere.
Pietro Orlandi, ospite del Festival del Giallo 2024, parla anche di una testimonianza inedita, inserita nella docu-serie Netflix Vatican Girl: la scomparsa di Emanuela Orlandi, che ricostruisce un’ipotesi di pedofilia. Un’amica di Emanuela, infatti, racconta che circa una settimana prima della sua scomparsa quest’ultima le avrebbe rivelato di aver ricevuto attenzioni scomode da un uomo vicino al Papa: un segreto che Emanuela non aveva confidato a nessuno, se non alla sua compagna di classe.
La famiglia Orlandi in questi lunghi anni è stata testimone di un dolore che nessuna famiglia dovrebbe mai sperimentare e un’ora non è stata sufficiente per ripercorrere i 40 anni di incessanti ricerche e le numerose piste legate al caso, rimasto tutt’ora irrisolto.
Festival del Giallo 2024: Wulf Dorn e i thriller psicologici
L’incontro con Wulf Dorn al Festival del Giallo 2024, moderato da Luca Crovi e Denise Jane, parte dal motivo per cui lo scrittore tedesco ha iniziato a scrivere libri sulla paura: «Scrivo sulla paura perché è qualcosa che tutti proviamo e cerco di trovare un modo per convivere con essa». Lo stesso Wulf Dorn, da piccolo, ha sperimentato un’angoscia comune a tutti i bambini, ovvero la paura del buio. Lo scrittore tedesco racconta come ha dovuto affrontarla: spesso si recava nello scantinato di casa sua per prendere delle bevande, in un periodo in cui c’era la crisi energetica e la luce aveva un timer e non restava accesa per più di cinque minuti. Per un bambino di soli 10 anni, con una grande fantasia, nel buio persino un semplice asse da stiro assumeva forme demoniache. L’autore, ospite del Festival del Giallo 2024, spiega come mai ha iniziato a raccontare le sue storie: «Ho cominciato leggendo molte storie oscure e poi ho deciso di raccontarle. In un certo senso è stata anche una scrittura terapeutica, per parlare di ciò che a me faceva paura». Da scrittore però ha la possibilità di prendere le distanze dalle sue storie quando necessario, magari leggendo un bel fumetto, sicuramente più leggero di un thriller psicologico: «Voglio essere dentro i miei protagonisti e sperimentare ciò che provano loro. Se c’è una scena molto intensa ho bisogno di fare una pausa e leggere Asterix, per uscire fuori da quell’oscurità».
Tra i libri di Wulf Dorn spicca Follia Profonda, un romanzo dove il protagonista è oggetto delle attenzioni insistenti di un’ammiratrice sconosciuta. La storia nasce da un fatto realmente accaduto: lo scrittore infatti specifica che c’è sempre un po’ di se stesso nei suoi libri e nelle sue storie. Durante il suo intervento al Festival del Giallo 2024, lo scrittore tedesco racconta: «Ero in tour in Germania ed ero in hotel. Ero tornato tardi la sera da una presentazione di un libro e il giorno dopo avrei dovuto svegliarmi molto presto per prendere il treno. Quando alle 5 del mattino ho lasciato la stanza c’era una rosa di fronte alla mia porta, solo di fronte alla mia. Non c’era nessuna lettera, nessun biglietto. Niente, solo questa rosa. Ho pensato che qualcuno, di notte, mentre stavo dormendo, poteva essere stato davanti alla porta della mia stanza. In realtà, l’hotel era chiuso e nessun altro sarebbe potuto entrare.» Non aveva idea di chi potesse averla messa e ipotizza che potesse essere stato un ragazzo che si è sbagliato, ma salendo sul taxi mentre era diretto alla stazione gli viene un’idea per quello che sarebbe poi diventato un romanzo: «Alla radio ho sentito Every breath you take dei Police, un vero inno per tutti gli stalker (‘Ogni respiro che fai’). Ho pensato a come sarebbe stato scrivere una storia sullo stalking, con una stalker donna». Molti gli chiedono come mai non scrive libri più allegri o magari storie d’amore, ma specifica che alcuni suoi libri esplorano già il tema, da un punto di vista diverso: «parlo del lato oscuro dell’amore, quando diventa un’ossessione».
Durante il suo intervento al Festival del Giallo 2024, Wulf Dorn rivela: «tutti i miei libri sono importanti per me, ma credo che il libro che sento più mio sia Incubo. Era nato per essere una storia completamente diversa, poi ho perso due persone a me care. Mi mancano tanto e ho cercato di gestire questa perdita pensando di scriverne nel libro. Così ho scritto Incubo, la storia di un bambino autistico che perde i suoi genitori».
Per alcuni anni Wulf Dorn ha lavorato come terapeuta, occupandosi di pazienti che avevano subito un trauma. Anche come scrittore riesce ad aiutare il prossimo: «Molti dei miei lettori mi hanno scritto e mi hanno contattato da tutto il mondo raccontandomi che i miei protagonisti, le mie storie, li avevano aiutati nei momenti di difficoltà.» L’autore racconta inoltre uno dei momenti più toccanti della sua vita di scrittore: «Un paio di anni fa ero in tour in Italia, in Sardegna. C’era una ragazza, mi si era avvicinata e mi aveva rivelato che i miei libri l’avevano aiutata a sopravvivere». Lo scrittore tedesco è sicuramente molto amato dal pubblico italiano, ma quando al Festival del Giallo 2024 gli viene chiesto il perché secondo lui, rivela che preferisce non saperlo: «Sarebbe troppo razionale. Mi piace l’Italia perché è così emozionante. E mi piace l’emozione. Non ti interroghi mai su un’emozione, la vivi.»
Fonte immagine in evidenza e galleria: Arfè Francesca, archivio personale