Grande Open Day per il nuovo birrificio del marchio napoletano KBirr, la birra artigianale esportata in tutto il mondo. Il marchio è giovane, ma si sta impornendo sul mercato ad alti livelli, grazie ad un’accurata scelta di ingredienti, a innovativi macchinari ecosostenibili e alla passione che Fabio Ditto, imprenditore e cuore dell’azienda, ha messo nel progetto. Nasce così a Giugliano il nuovo birrificio KBirr, una fabbrica moderna e tuttavia piena di colore, grazie alle opere d’arte dei Maestri D’Arte napoletani più talentuosi del momento e di calore, grazie alle degustazioni di chef affermati.
Fabio Ditto, ci accoglie nella struttura e ci racconta le origini dell’azienda. Dagli inizi come importatore, poi come General Manager di Drink Up, fino al desiderio di produrre un marchio proprio, insieme al Mastro Birraio Achille Certezza. Il desiderio era creare una birra che potesse piacere “anche a coloro che non amano la birra”! Nel 2016 il progetto si concretizza. Il nome deriva da una esclamazione durante uno dei primi assaggi: “Wa e K Birr!”, divenuta quasi uno spot e quindi quale nome migliore per un nuovo brand? Fabio ha meritato un riconoscimento speciale al Gran Premio Internazionale di Venezia nel 2022. L’impresa aveva già guadagnato un posto tra le 100 Eccellenze Italiane Wine and Food 2021 di Forbes.
Felice Esposito, esperto enologo e direttore commerciale ci porta in un tour dove, in maniera appassionante e dettagliata, ci mostra tutti i macchinari e le fasi della birrificazione. L’impianto è completamente automatizzato e ogni fase sperimentale è stata fatta “in loco” imparando passo dopo passo ogni procedimento, garantendo una crescita comune. Il Mastro Birraio imposta su uno schermo touch, con un pannello di controllo, le materie prime per la ricetta, avviando il processo. Le acque vengono preparate per la fase di ammostamento. Il mosto viene trasferito nelle trebbie. Nel mosto si aggiunge il luppolo che contribuisce all’aroma della birra, quindi avviene l’azzeramento dei batteri tramite bollitura a 100°C. Quindi una operazione chiamata whirpool avviene l’eliminazione dei residui di luppolo, che si andranno a depositare sul fondo come una torta a più piani.
Uno degli obiettivi del birrificio KBirr è cercare di essere meno impattanti a livello ambientale, così l’edificio è dotato di pannelli solari da 60 kW che alimentano i macchinari – produrre la birra comporta un’incredibile quantità di energia – e si riutilizza anche l’acqua che viene recuperata, per produrre altre birre o per le fasi di lavaggio. Attraverso il contalitri che certifica la quantità di prodotto ottenuta, mettendo in collegamento l’azienda direttamente con lo stato e alle cisterne in cui avviene il processo di eliminazione dei batteri attraverso le fasi di lavaggio che si ripetono fino a quando i parametri non sono privi di batteri o altri residui. In ultimo, una sorta di “centrifuga elimina gli ultimi residui ed un nastro trasportatore continuamente sterilizzato conduce via le trebbie che d’accordo con degli allevatori ed esperti di alimentazione, diventano parte del come nutrimento per le bufale degli allevamenti vicini. Dopo la fase di fermentazione e maturazione, la birra è pronta per essere imbottigliata ed esportata in tutto il mondo!
Dopo il giro, istruttivo e affascinante, Fabio Ditto ci conduce nella sala di degustazione e negli uffici che non hanno nulla da invidiare ad una vera e propria galleria d’Arte. Gli artisti che hanno dato il loro contributo: Alessandro Flaminio, artista a capo della fucina Le voci di dentro, creatore delle bellissime riproduzioni stilizzate di San Gennaro, dei conini portafortuna che decorano l’intero bancone. Luca Carnevale che ha realizzato la splendida etichetta “Assafà” dedicata alla squadra del Napoli e alla vittoria dello Scudetto. L’opera è riprodotta in grande sulla parete della sala di degustazione e Pasquale Manzo, artista della cartapesta, le cui opere esposte nella sala sono ispirate al mito di Pulcinella e della sirena Partenope. Le opere alle pareti sono di Roxy in the Box, artista contemporanea famosa ed apprezzata che come tutti gli altri artisti importanti del territorio – una cosa a cui Fabio tiene moltissimo – hanno realizzato o reinventato le etichette di alcune delle birre.
A conclusione della mattinata, una degustazione delle migliori birre prodotte dalla casa: N’Ata Vota, Assafà, PullicenHell e Jattura. Tutte parte della Linea Pop e della linea Premium nella esclusiva bottiglia da 75 cl con etichette speciali! Lo chef stellato Domenico Javarone ha presentato le sue speciali olive ascolane, gli squisiti involtini di “annecchia” un particolare taglio di carne marinata nella birra PullicenHell, con melanzane sottolio e salsa tonnata e per quanto riguarda i dolci, lo chef patissier Giovanni Borreca della pasticceria Pink House presenta, oltre alla Polacca, una squisitezza tipica di Aversa, anche un gelato speciale: uno stecco croccante con uno speciale ripieno di gelato al cioccolato con birra N’Ata Vota.
Ci aspettiamo grandi cose dal biorrificio KBirr, questo marchio che grazie al connubio tra tradizione ed innovazione, promette di diventare uno dei più grossi marchi italiani di importazione o, meglio ancora, una delle eccellenze napoletane di maggiore importazione e con il contributo degli artisti affermati sul territorio, portare Napoli in tutto il mondo, come città di cultura, arte, sport e soprattutto per mostrare al mondo la passione dei napoletani. Ringraziamo Fosca Tortorelli per averci invitato e per la splendida organizzazione.
Foto e immagine di copertina di Adelaide Ciancio