Da Cesto Bakery la colomba è anche un prodotto sociale, a sostegno del percorso e del lavoro delle detenute del carcere femminile di Pozzuoli
La Pasqua è alle porte: un momento dell’anno che porta con sé una rinnovata sensazione di pace e speranza, unite a un desiderio di rinascita e cambiamento.
Sulla scia di questi sentimenti, Catello Di Maio del panificio artigianale Cesto Bakery ha creduto fortemente nella realizzazione di un prodotto che mettesse insieme artigianato e inclusione sociale, mostrando una grande sensibilità per il progetto della Cooperativa Sociale Lazzarelle: così è nata la Colomba al caffè Lazzarelle.
Il “Caffè delle Lazzarelle”, un lavoro fatto da donne
Il progetto “Caffè delle Lazzarelle” unisce donne detenute e piccoli coltivatori di caffè del sud del mondo: nella Cooperativa Sociale Lazzarelle sono state impiegate oltre 70 donne del carcere femminile di Pozzuoli, assunte con contratto di lavoro e regolarmente retribuite, offrendo loro una seconda occasione.
L’obiettivo è quello di fornire opportunità di formazione e crescita professionale e relazionale a donne recluse: così nasce l’idea della torrefazione del caffè, un lavoro complesso, che richiede grande precisione e professionalità. “Ci siamo rese conto che c’è un gran bisogno di formazione e di lavoro qualificante. In carcere si lavora, i detenuti sono assunti alle dipendenze del carcere, ma questi lavori purtroppo non consentono di strutturare un percorso all’esterno e acquisire delle competenze”, racconta Paola Pizzo, socia fondatrice di Lazzarelle.
Il lavoro si fa simbolo di dignità e crescita: “Ci sosteniamo solamente con la vendita dei prodotti, o, nel caso di Lazzarelle Bistrot, il bistrot che abbiamo aperto a Napoli, con la somministrazione del food” – continua Paola Pizzo.
Cesto Bakery e la Colomba al caffè Lazzarelle: la collaborazione con la Cooperativa Sociale Lazzarelle
Lo chef Gianluca D’Agostino ha aperto le porte del suo Joca Tapas Bar a Napoli per ospitare l’evento di presentazione dedicato alla Colomba al caffè Lazzarelle.
Un prodotto sociale e anche made in Italy: la soffice colomba Cesto Bakery è un lievitato interamente artigianale, a doppia lievitazione di 36 ore, con l’utilizzo di lievito madre vivo e materie prime di altissima qualità. Si tratta di una limited edition realizzata con impasto al caffè Lazzarelle, cioccolato fondente e amarene semi candite, senza l’utilizzo di conservanti, semilavorati, aromi chimici e grassi vegetali.
Il caffè Lazzarelle è una Miscela Classica, 50% Arabica e 50% Robusta, composta da 5 diversi tipi di caffè: Santos, India Plantation, Uganda Robusta Screen 18 Naturale, Arabica Nicaragua SHCA e Colombia Supremo.
Catello Di Maio è sicuro che potrà essere davvero apprezzata: «Sono certo che la Colomba al caffè Lazzarelle piacerà moltissimo agli amici di Cesto Bakery, perché hanno sempre dimostrato grande sensibilità verso i progetti sociali e particolare apprezzamento per i prodotti artigianali. Inoltre, so di aver avuto tanto dalla vita e voglio restituire qualcosa. Tutti sbagliamo, ma ho sempre creduto nella possibilità di recuperare. Possibilità spesso negata a qualcuno e proprio per questo ho voluto impegnarmi accendendo i riflettori su di un progetto simbolo di dignità e crescita».
È possibile acquistare la colomba in sede ma può arrivare anche a casa grazie allo shop online, dove la spedizione è gratuita da 66 euro.
All’interno della confezione è possibile trovare inoltre una busta da 250 gr di caffè delle Lazzarelle, per poterne assaggiare il gusto.
La degustazione del lievitato è stata accompagnato dal passito di Fiano di Tenuta Cavalier Pepe, ‘Chicco d’oro’, un vino dolce ma non stucchevole dai sentori leggermente speziati, piacevole servito fresco.
Informazioni utili
La sede principale di Cesto Bakery è in via Salvatore Noto 26, a Torre del Greco (NA).
La costante crescita del progetto ha dato spazio ad altri due punti vendita, uno in via Falanga 9 e l’altro in via Nazionale 831.
Aperto dal lunedì al sabato dalle ore 7.00 alle 20.30
Domenica aperto dalle 7.30 alle 14.00
www.cestobakery.it
Fonte immagini: Francesca Arfè, archivio personale