Sono passati ben otto anni dalla nostra ultima visita, ma poco e niente sembra cambiato da Franco Gallifuoco Pizzeria, che continua a rinnovare e rinnovarsi, senza mai perdere di vista identità e radici.
Deus ex machina è naturalmente Francesco, instancabile fucina di idee e creazioni. Le più recenti le abbiamo provate ad una cena stampa organizzata dalla giornalista Laura Gambacorta. E l’impressione, ancora una volta, è stata quella di trovarsi di fronte a un interprete autentico del sapere antico, capace però di guardare al futuro con coraggio e intelligenza.
La grotta: il calzone d’eccellenza
Se c’è un elemento che contraddistingue la proposta di Gallifuoco è, senza dubbio, la “grotta”. Il nome non è casuale: dopo la cottura a bocca di forno (con l’ausilio di un forno elettrico, di cui parleremo più avanti), questo calzone si presenta alto, leggero come una piuma. Il taglio rivela un interno perfettamente alveolato, che non si sgonfia, prendendo la forma evocativa di una grotta.
Il tocco finale? Uno strato di parmigiano grattugiato, che regala una piacevole nota crunch.
Le grotte di Franco sono un unicum. Rappresentano una vera e propria rivoluzione nel mondo dei ripieni, un ambito spesso trascurato – senza una valida ragione – dai pizzaioli.
Gallifuoco, invece, ha compreso il potenziale inespresso del calzone, elevandolo a uno dei protagonisti del suo ristorante pizzeria.
Franco Gallifuoco: un’istituzione a due passi dalla stazione (e dal vero sapore di Napoli)
L’anno prossimo, la pizzeria ristorante Franco Gallifuoco festeggerà un traguardo importante: 60 anni di attività.
Un locale storico, questo, aperto fin dagli anni ’60 grazie all’intuizione di papà Marco e mamma Maria Calabrese (una delle prime donne pizzaiole a Napoli, figlia del patron dell’omonimo cravattificio, tanto amato dal Presidente Pertini!).
Una storia familiare che affonda, quindi, le radici nella tradizione culinaria partenopea, iniziata addirittura alla fine dell’800 con il bisnonno Marco.
Gli anni passano, ma i locali di Franco continuano a rappresentare un punto di riferimento, non solo per i napoletani ma anche per i turisti.
Per chi arriva in città, questa pizzeria costituisce spesso la prima (o l’ultima) autentica esperienza napoletana. Non è necessario spingersi fino a Piazza Mercato o a Via Sersale per gustare un’ottima pizza: a chi arriva alla stazione Garibaldi, bastano appena 50 metri per raggiungere un locale che offre anche un ristorante e un bar di eccellente qualità. A detta di molti, è la migliore pizzeria della zona. Difficile dissentire.
Non solo grotta: carretta, tiellino e le classiche (tutte nel segno dell’innovazione)
Ma la creatività di Francesco Gallifuoco non si ferma alle grotte. Altra delizia a menù è la “carretta”, una versione 2.0 della classica pizza a “ruota di carro”.
Più digeribile, contemporanea, leggera, con topping più elaborati. Il segreto? un panetto da 260g (invece dei 320/360g della ruota di carro tradizionale) e una scelta metodica e sapiente delle farine.
E poi c’è il tiellino, un’interpretazione persone del padellino. Anche qui, l’utilizzo del forno elettrico aggiuntivo gioca un ruolo fondamentale, garantendo una cottura perfetta: alveoli piccoli e spugnosi, con un irresistibile crunch esterno.
Le pizze classiche e le “carrette”, invece, continuano a essere cotte nel forno a legna, per velocizzare il servizio e mantenere un legame con la tradizione.
Il menu della serata stampa:
- Grotta rustica: scarole sbollentate al forno con vapore e poi cotte in sottovuoto, acciughe, fior di latte, grana padano e olio extravergine di oliva. Un equilibrio perfetto tra sapidità e delicatezza.
- Carretta cosacca: pomodoro italiano lavorato a mano, pecorino, olio extravergine di oliva e basilico. Un classico rivisitato con indiscussa maestria.
- Carretta terramia: friarielli cotti a vapore e marinati sottovuoto, pomodorini gialli confit, chips di friarielli, crema di friarielli e fior di latte di Agerola. Un omaggio ai sapori della Campania.
- Verace: pomodoro italiano, mozzarella di bufala (aggiunta a fine cottura), olio extravergine di oliva, grana padano e basilico. La semplicità che conquista.
- Montanara in doppia cottura: soffritto, provola e basilico. Un classico intramontabile, qui proposto in una versione particolarmente golosa.
- Tiellino tropea x 3: stracciatella di bufala, porchetta, cipolla rossa caramellata, crema di cipolla, cipolla croccante e porchetta. Un tripudio di gusto.
Ad accompagnare la cena ci sono state birre artigianali made in Naples (dal Birrificio artigianale napoletano e altri microbirrifici). Il fine pasto? Un babà che, come gli altri dolci napoletani, sono ricette di Francesco, anche se non realizzate in sede.
Franco Gallifuoco Pizzeria: un indirizzo da segnare (e sottolineare) in agenda
Un locale storico, un pizzaiolo caparbio e talentuoso (come i due spicchi Gambero Rosso testimoniano), una proposta di ristorazione, di pizze e di fritti che può accontentare l’esigenza di qualsiasi palato. Il tutto, a due passi dalla stazione, con un rapporto qualità-prezzo davvero interessante (margherita a 6.5 euro, grotte a 12, carrette in media a 10).
Franco Gallifuoco Pizzeria si conferma, in definitiva, un indirizzo da segnare in agenda, da tornarci al più presto.
Ristorante Pizzeria Franco Gallifuoco
Corso Arnaldo Lucci, 195/197
Napoli
Tel. 081 19138170
www.ristorantepizzeriafranco.it
Aperto tutti i giorni a pranzo e a cena