Fermarsi è un’arte, un lusso prezioso che la vita frenetica troppo spesso ci nega. Nel silenzio della sosta, riscopriamo noi stessi e tutte quelle sensazioni perdute a scapito della puntualità. Ed è, quindi, fondamentale trovare luoghi dove far riposare non solo le gambe, ma anche mente e anima. Uno di questi è il Giardino di Ginevra a Curti. Nato dalla visione creativa di Anna Chiavazzo, questo locale, che sembra sospeso nel tempo, incarna perfettamente questa filosofia. E, non a caso, la proposta gastronomica che propone abbraccia l’intera giornata, dal primo caffè mattutino all’elegante aperitivo serale.
Il Giardino di Ginevra, bontà fuori dal tempo
Il Giardino di Ginevra è un progetto imprenditoriale coraggioso, che racconta di una pasticcera che ha scelto di abbandonare il centro di Caserta per trasferirsi in provincia, facendo di questo piccolo comune la sua nuova dimora. Qui, Anna Chiavazzo ha ricucito il suo spazio professionale, creando un ambiente unico dove laboratorio, bar, salotto e giardino si fondono in una perfetta sinfonia. Lo si capisce subito, appena entrati. L’accogliente ambiente richiama, infatti, l’eleganza di un salotto barocco: divani d’epoca, poltrone e tavolini raffinate, e specchi vintage circondano il bancone-bar, mentre la vetrina stracolma di dolci è un inno alla gioia.
Ogni dettaglio di questo dessert bar è una matrioska di storie, la nostra, quella dei nostri nonni, ma soprattutto la sua, quella di una professionista che ha fatto della ricercatezza e della sua umanità un marchio distintivo.
Un brunch delizioso
Molto interessante è la proposta per il brunch, una formula su cui ancora pochissimi locali hanno investito, che prevede un perfetto connubio tra salato e dolce. E così, piatti come la crema di patate e funghi spadellati o il croissant salato con radicchio e taleggio dialogano con la corona reale – un pain suisse con red velvet, purea di frutta, crema al cioccolato e mirtilli freschi.
A completare l’esperienza, vini selezionati come lo Spumante Brut Oro di Tenuta Cavalier Pepe testimoniano un’attenzione maniacale per l’equilibrio dei sapori e l’eccelsa qualità delle materie prime.
Di questo format, ma soprattutto del suo progetto abbiamo parlato con l’anima del Giardino, Anna Chiavazzo.
1. La domanda più difficile: chi è Anna Chiavazzo?
Bella domanda! Innanzitutto, credo di essere soprattutto una persona innamorata di tutto ciò che di bello la vita ci propone, una sognatrice fondamentalmente. Per quanto riguarda il mio lavoro, sono veramente innamorata di ciò che faccio, con grande passione e sacrificio, e spesso anche con tante difficoltà, soprattutto per la stagionalità e la complessità dei contesti che possiamo gestire. Mi risulta sempre difficile raccontarmi, perché chi vive di passioni tende un po’ a isolarsi dal resto.
Sono una donna che affronta quotidianamente la vita con gli affetti, con un amore sviscerato per tutto quello che faccio. Mi impegno, pur con i miei difetti – che non mancano mai e a volte mi rendono una testarda rompiscatole. Tuttavia, sono profondamente identitaria: in tutto quello che faccio, sia nella vita privata che nel mio lavoro, mi piace vedere la soddisfazione degli altri quando propongo le mie idee e tutto ciò che riguarda la ricerca e la progettualità di questo mestiere. Mi rendo conto che, col tempo, ciò che non viene coltivato rischia di andare perso.
2. Come funziona il brunch e cosa prevede?
La nostra proposta di brunch è settimanale. A inizio settimana prepariamo tutto ciò che rientra nella progettualità del menu, partendo dalla base di tutti i nostri lievitati. Prepariamo croissant, alcune Pan Suisse e il nostro “pan di bufala”, con cui realizziamo, ad esempio, una piccola delizia al limone. All’interno del pan di bufala inseriamo una “carbotta” fatta con melanzane, peperoni, patate, zucchine e basilico, poi lo chiudiamo, lo facciamo assestare e, infine, lo serviamo bruciato in una crema di panna di latte di bufala leggermente profumata con olio extravergine, basilico e pepe.
Ci piace variare molto e riportare alla memoria quei gusti dolce-salato che, secoli fa, erano una vera padronanza, ma che con l’avvento del sale si sono persi.
3. Ho saputo di un premio al Panettone d’Artista 2024… di cosa si tratta?
Il Panettone d’Artista è un premio che mi è arrivato inaspettatamente da un comitato che si occupa di questa manifestazione a Salerno. L’organizzatore mi spiegava che si tratta di un riconoscimento dedicato alle donne pasticcere che si sono distinte sul territorio per identità e creatività. Probabilmente mi è stato assegnato per il “pan di bufala”, che rimane comunque un prodotto unico.
4. Quali sono i progetti per il futuro?
Sicuramente far crescere il contesto in cui operiamo, concentrandoci sull’offerta della prima colazione, che è davvero molto assortita, e continuando con il brunch.
Inoltre, c’è un’idea a cui tengo molto: l’insegnamento. Mi piacerebbe trasmettere ai giovani la passione per questo mestiere, che purtroppo si sta perdendo. Oggi ci sono pochi ragazzi davvero appassionati; molti vivono un colpo di fulmine fugace che poi si trasforma in altro, spesso portandoli a cambiare strada. Questo succede anche perché la visibilità del momento spinge a idealizzare figure come gli chef senza comprendere davvero il mestiere.
Infine, ho in mente alcuni progetti di consulenza, che spero vadano in porto. Incrocio le dita e, se dovessero realizzarsi, prometto di raccontarveli.
Il Giardino di Ginevra. via Piave 2 Curti (082 31502752)