Golocious, il food porn di qualità raccontato da Vincenzo Falcone

Golocious

Golocious ha festeggiato i suoi 3 anni di attività l’11 maggio. Per celebrare questa data importante, in ogni punto vendita è stata omaggiata una frittatina speciale, creata in collaborazione con il maestro pizzaiolo Gino Sorbillo. Noi, oltre ad assaggiarla, abbiamo intervistato Vincenzo Falcone, fondatore del brand insieme a Gian Andrea Squadrilli.

Bucatini con pomodoro San Marzano, besciamella, provola, parmigiano, basilico, gocce di fonduta, cacio e pepe in una panatura di pizza. Questi gli ingredienti della “Frittatina Margherita”, creata in collaborazione con il maestro pizzaiolo Gino Sorbillo per festeggiare il terzo compleanno di Golocious, l’11 maggio.

Sono 10 anni che regalo qualcosa ai clienti nel giorno del compleanno del brand, come forma di ringraziamento. È un’abitudine che mi porto dietro fin da quando ho aperto gli altri ristoranti a Cava de’ Tirreni. Quest’anno ho voluto creare una frittatina con la ricetta della Margherita di Gino.” – ci racconta Vincenzo Falcone.

Ci siamo recati al Vomero, da Golocious Pizza&Cucina in Via Domenico Cimarosa, 144 per testarla in anteprima. Oltre ad assaggiare la “Frittatina Margherita”, abbiamo gustato uno dei primi piatti di punta di Golocious, ovvero gli spaghetti alla Nerano, tra i piatti più iconici della cucina partenopea, consigliati anche da Jana. Cremosi, gustosi: una vera delizia per il palato. Abbiamo provato anche la margherita Golocious, perfetta per chi cerca qualcosa di diverso ma vuole restare ancorato alla tradizione: una pizza semplice ma allo stesso tempo molto particolare.

Per l’occasione, abbiamo fatto due chiacchiere con Vincenzo Falcone, che ringraziamo per la cortesia e la disponibilità.

Come è nato Golocious?

Golocious nasce da un bellissimo lavoro che è stato fatto a Cava de Tirreni, che è la mia città natale, dove è nato il mio primo ristorante, 26 Hamburger & Delicious, aperto nel 2014. Dal 2014 al 2018 abbiamo aperto sei ristoranti, tutti in un’unica stradina a Cava de Tirreni, di fianco al Duomo. Abbiamo creato vari format, ricoprendo le richieste del momento in ambito food in Italia: Sushi & Delicious, 23 Baguette & Delicious, 20 Pizza & Delicious, Wine & Delicious.

Nel 2014, nei miei locali ho conosciuto il mio attuale socio Gian Andrea Squadrilli, fondatore di Italy Food Porn, che veniva a fare foto ai piatti da postare sui suoi social, mentre invece io ero in cucina a cucinare. Ne è nata una bellissima amicizia e nel 2018, poiché mi avrebbe fatto piacere espandere il brand, Gian Andrea mi ha supportato nella mia iniziativa: così è nato Golocious.

Non ho portato in giro il nome dei miei ristoranti perché volevamo accorpare tutta la mia idea di ristorazione in un unico brand. Il neologismo Golocious, infatti, unisce le parole “golosità” e “delicious”. Apriamo il primo punto vendita e dopo meno di un mese arriva il Covid. Tuttavia, in una grande crisi c’è sempre una grande opportunità e per questo abbiamo perseverato e continuato. Dopo i primi 3 mesi di chiusura totale da marzo a maggio, abbiamo aperto il primo punto vendita ufficiale a Piazza Fuga a Napoli, in Via Cimarosa 28. Poi abbiamo aperto Golocious a Roma. Dopo l’estate 2020/2021 siamo rincappati in zona rossa e così come abbiamo aperto i locali è stato necessario chiuderli. Abbiamo sviluppato un brand in piena pandemia e in quell’anno, grazie a Roberto Imperatrice, amministratore delegato di Nabucco holding che detiene Fedegroup, leader della ristorazione all’interno degli hotel, abbiamo avuto l’opportunità di aprire a Milano una dark kitchen, dove preparavamo panini destinati alla delivery. Il 6 gennaio 2021 apriamo quindi a Milano, ottenendo un successo eclatante. Questo ha fatto sì che Fedegroup si affidasse a Golocious, aprendo dark kitchen in tutta Italia: Verona, Firenze, Milano, Padova.
Superato l’ostacolo iniziale della pandemia, adesso abbiamo 19 punti vendita tra Italia e l’estero, ad esempio in Oman. A breve, se tutto va bene, apriremo a Pozzuoli e anche a Pompei.

Golocious si divide in quattro tipologie di format: c’è Pizza & Cucina, SBAM burger, dove proponiamo hamburger smashato, c’è il format di Pizza in teglia e Burger and Wine.

Golocious, nonostante il periodo angoscioso, è il solido esempio che con sacrificio, perseveranza, costanza, si possono raggiungere dei grandi obiettivi. Nel periodo in cui tutti chiudevano e non volevano più fare ristorazione noi siamo riusciti a mettere in piedi un’azienda da quasi 10 milioni di fatturato, con oltre 200 dipendenti. Con Fedegroup rientriamo tra tra i TOP JOB – Best Employers 2022/23, le migliori 400 aziende europee per quanto riguarda il welfare aziendale: da solo non solo nessuno, è grazie a tutti i ragazzi del mio team che stanno contribuendo a questo meraviglioso progetto che Golocious è Golocious.

Il vostro brand propone “food porn” di qualità. In cosa si distingue Golocious dagli altri locali?

Mi viene spesso riconosciuto il merito di essere stato il primo ad aver portato in Italia, oltre 10 anni fa, il concetto di food porn, che a mia volta ho scoperto lavorando nella ristorazione in America, nel 2010. Il food porn è godimento per gli occhi, per il palato e per lo stomaco, è un’emozione che cerchiamo di regalare a chi viene a mangiare da noi. 10 anni fa sono stato il primo ad aver inserito la burrata nei panini, il cheddar sulla pizza: oggi si propongono ingredienti particolari ma in passato ero considerato un folle!

Ci differenziamo sicuramente per la qualità: la nostra materia prima è al 34%, è altissima.

Da Golocious gli standard qualitativi sono veramente alti, per cui è possibile parlare di street food salutare. Il pane, ad esempio, non è imbustato: è fatto da noi, con la biga, con 24 ore di lievitazione.

Sei arrivato a collaborare con il maestro pizzaiolo Gino Sorbillo, che è possibile ormai definire una vera e propria istituzione, a Napoli. Ci racconti della vostra amicizia?

Per me Gino è un amico e un fratello. L’ho incontrato per la prima volta nel 2018 a un evento e per me era un’icona: ero emozionato come un bambino, tremavo all’idea di poterlo conoscere. Io e Gino siamo molto simili, abbiamo una meravigliosa gentilezza d’animo. Dopo l’evento mi ha dedicato tutto il suo tempo, io gli avevo chiesto di mangiare una pizza insieme e dopo poco che ci eravamo conosciuti ero già a bordo del suo motorino, direzione Tribunali! Da lì è nata una bellissima amicizia, ormai conosco anche la sua famiglia. Quando ho avuto bisogno di consigli per l’espansione di Golocious, Gino mi ha sempre aiutato: per me è come un mentore.

La frittatina viene spesso proposta in varie declinazioni: alla carbonara o alla nerano, ad esempio. Voi avete scelto la Margherita, la più classica delle pizze. Come mai?

La collaborazione tra me e Gino nasce dalla semplicità di questa operazione tra amici. Ormai le frittatine, appunto, si fanno di mille gusti. La cosa più semplice è proprio la Margherita, che rappresenta gusto, qualità ma soprattutto attaccamento al territorio.

Insieme a Gino Sorbillo si sono uniti Gianpiero D’Alessandro, noto graphic designer che ha collaborato anche con Justin Bieber e Snoop Dogg, che ha disegnato la frittatina per Golocious, riprendendo il suo tratto. Si è unito all’operazione anche Luca Cantore D’Amore, noto critico d’arte, che ha narrato e raccontato la frittatina. Abbiamo creato un asse Salerno – Napoli, un trait d’union tutto campano!

Hai mente collaborazioni che ti piacerebbe instaurare con altri pizzaioli?

Collaborerei con Davide Civitiello, Errico Porzio, Alessandro Condurro, che è un mio caro amico. E ancora, con la pizzeria Gorizia, con Acunzo… Mi auguro che verranno tante di queste collaborazioni, perché oltre a fare bene al cuore fanno fare network. Insieme si cresce, non c’è rivalità: a 18 anni sono partito in giro per il mondo e ho fatto 8 anni di animazione in Valtour, per me il gruppo e l’unione sono fondamentali, è la squadra che conta.

Non esistono competitors, esistono solo colleghi da cui poter imparare. Dico sempre: “due mani sono meglio di una e quattro mani sono meglio di due“. L’educazione e il rispetto, il capire che c’è sempre da imparare, anche a 90 anni, rappresentano la chiave del successo. Come dico sempre quando vengo invitato a tenere i vari speech presso le università, è fondamentale avere questa visione della vita.

Foto in evidenza e galleria: Arfè Francesca, archivio personale

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A proposito di Francesca Arfè

Laureata in Lingue e Culture Comparate, attualmente studentessa magistrale di Lingue e Letterature Europee e Americane. Bilancia ascendente Acquario con la testa tra le nuvole e il naso tra i libri. Dispensa consigli di lettura agli indecisi sul suo profilo Instagram @chicchedilibri. Cofondatrice di #PagineDaYamato, gruppo di lettura su Telegram dedicato al Giappone in tutte le sue sfaccettature.

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