Napoli Pizza Village, quando un cocktail incontra una buona pizza | Pizza Tales

Napoli Pizza Village, scopri come è andato l’evento La carta dei cocktail (Pizza Tales)

Il Napoli Pizza Village, l’evento dedicato alla pizza napoletana, che si è svolto da venerdì 14 a domenica 23 giugno alla Mostra d’Oltremare, ha offerto alla stampa e agli addetti del settore  l’occasione di conoscere le novità dell’arte del pizzaiolo. La carta dei cocktail: innovazioni in pizzeria è uno degli eventi del Pizza Tales, una serie di incontri, organizzati da Rossella Guarracino e Mattia Bufi, dedicati alla scoperta delle nuove mode nel preparare e nel servire la pizza contemporanea. Questa volta è stato proposto l’accostamento tra la pizza e un gustoso e rinfrescante cocktail.

Napoli Pizza Village
Foto di Salvatore Iaconis

All’evento del Pizza Tales del Napoli Pizza Village hanno partecipato il giornalista  di Bar Giornale Carlo Carnevale in qualità di moderatore, la giornalista culinaria di Guida Slow Wine Adele Granieri, la bartender Sabina Yausheva, il CEO di Oramata Claudio Sibillo e Alessandro Condurro di Da Michele In The World, ai quali dobbiamo anche aggiungere la presenza dei pizzaioli Antonio Falco della pizzeria Da Michele LondraFrancesco Di Ceglie della pizzeria Il Monfortino e lo chef Antonio Sorrentino di Rossopomodoro.

In occasione di questo evento culinario del Napoli Pizza Village,  gli invitati non hanno degustato soltanto le pizze prodotte; piuttosto, hanno avuto anche la possibilità di bere un bicchiere di Donna Amalia, un vino bianco frizzante  prodotto dall’azienda Moncristi di Napoli, e di fumare un sigaro delle Manifatture Toscano.

Napoli Pizza Village presenta l’evento La carta dei cocktail: innovazioni in pizzeria. È possibile il connubio pizza e cocktail? 

La serata del Pizza Tales del Napoli Pizza Village è iniziata con l’intervento della Granieri, la quale ha affermato che il connubio tra pizza e cocktail è una moda diffusasi (al momento) soltanto in Italia settentrionale, perché  nel Mezzogiorno  le innovazioni impiegano più tempo per essere conosciute. Per quanto riguarda l’eventualità di sorseggiare un drink mentre si mangia una pizza, l’intervistata ha detto che bisognerebbe distinguere due tipologie di locali: quelli che offrono un “servizio veloce” (quindi,  rivolti a lavoratori oppure a famiglie con bambini) ed altri dove  “si trascorre la serata”, i quali possono dotarsi di un angolo bar e di un barista esperto nella preparazione di cocktail:

«È la stessa distinzione che si fa per i ristoranti: c’è il ristorante gourmet e c’è il ristorante di servizio e, con la stessa distinzione, troveremo le pizzerie di servizio e le pizzerie più gourmet, dove […] c’è un’attenzione diversa e anche tempistiche diverse, ci si intrattiene a tavole e si trascorre una serata, magari per la musica».

Napoli Pizza Village
Foto di Salvatore Iaconis

Il parere di alcuni pizzaioli ed esperti del settore: le parole di Di Ceglie e Falco

In seguito, hanno preso parte al dibattito organizzato dal Napoli Pizza Village anche i pizzaioli Di Ceglie e Forte. Il primo ha affermato che la pizza napoletana è aperta alle novità offerte dalla cucina contemporanea

«Il nostro punto di vista [quello dei pizzaioli di Napoli] […]  è che la pizza è libera. Partiamo da questo presupposto. Noi, comunque, facciamo la tradizione, però diamo pure uno sguardo all’innovazione […].  Poi, quando ci avviciniamo all’estate,  abbiamo tanti prodotti estivi, proviamo a fare delle combinazioni, ma (comunque) oggi la pizza la si può abbinare a un buon vino o a un buon cocktail, perché dicevo che la pizza è libera.  […]  abbiamo portato una Nerano 2.0, che [ha] una base bianca con pomodorini gialli, zest di limone e zucchine e provolone del monaco. […].  Quindi, diciamo, che più andiamo avanti col tempo e quindi dobbiamo adeguarci alla clientela e alle esigenze della clientela; quindi, non vedo il perché non abbinare una pizza ad un cocktail!»

Invece, per quanto riguarda l’altro pizzaiolo, il quale aveva lasciato il capoluogo campano per lavorare nel locale di Da Michele nella capitale britannica, ha riferito che il connubio innovativo celebrato dall’edizione 2024 del Napoli Pizza Village; in realtà, era già popolare nei paesi anglosassoni da diversi anni

«Sono felice di essere qui, perché se c’è qualcosa che amo di più della pizza è l’alcol! Eh, sì. Probabilmente, noi […] abbiamo cinquantaquattro pizzerie in giro per il mondo, tra cui un paio in America, quattro. Cinque anni fa ne aprimmo una ad Hollywood e nella loro cultura […] già bevevano alcol vicino alla pizza, forse i precursori sono stati gli Americani, […] [i quali]  prendeva la Margherita con Gin tonic e Spritz. […]. Penso che questa cosa si stia espandendo, forse (probabilmente) non sulla tradizionale ma più con i padellini e le pinse; anzi, noi quando usciamo a volte andiamo in questi posti dove si fa l’aperitivo con il padellino, con la pinsa e tutti questi topping particolari. Con la tradizionale è un po’ più difficile però si può fare. Ovviamente non con tutti i topping, ma si può fare».

Napoli Pizza Village
Fonte foto: Salvatore Iaconis

La Nerano 2.0 e la Bloody Mary di  Antonio Sorrentino, l’innovazione incontra la tradizione partenopea

La serata del Napoli Pizza Village prevedeva anche la degustazione di una serie di pizze preparate per gli ospiti di questo evento. Oltre alla Margherita e alla Provola e pepe, il gruppo di pizzaioli ha deciso di stupire i partecipanti della discussione proponendo due pizze innovative:

In primis, agli ospiti presenti è stata servita la Nerano 2.0, una gustosa e rinfrescante pizza estiva con pomodorini gialli, fiordilatte, provolone del monaco e zest caramellato di zucchine e di limone, la quale unisce il desiderio di innovazione contemporanea alla ricerca della freschezza delle sere d’estate. Infine, lo chef Antonio Sorrentino ha omaggiato l’evento del Napoli Pizza Village  con una pizza “Bloody Mary”:

«Stasera è il tema cocktail, così abbiamo deciso di “scimmiottare” un Bloody Mary, che a me piace moltissimo, perché è base pomodoro […] . [Ci ho messo] tre tipi di pomodoro: il Cuore di bue, quello del Piennolo acerbo e il datterino dolce. Quindi abbiamo messo tutto a crudo, in forno abbiamo messo solo provola e gazpacho con pomodoro Cuore di bue, poi ci mettiamo [una spruzzata di] vodka in erbe aromatizzate, menta che ci da freschezza e mettiamo il piccante, perché nel Bloody Mary ci va il piccante particolare […]».

Fonte immagine di copertina: Salvatore Iaconis

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024. Sono stato un lettore onnivoro fin da piccolo e un grande appassionato di libri e di letteratura, dai grandi classici letterari ai best-seller recenti, e grande ammiratore dei divulgatori Alberto e Piero Angela. Oltre ad adorare la letteratura, la storia antica e la filosofia, sono appassionato anche di cinema e di arte. Dal 26 gennaio 2021 sono iscritto all'Albo dei Giornalisti continuando a coltivare questo interesse nato negli anni liceali.

Vedi tutti gli articoli di Salvatore Iaconis

Commenta