Pizzeria Starita, presentata la carta dei vini
Da cantina ad una delle più famose pizzerie al mondo, e viceversa. La nuova sfida di Starita è molto interessante. Mantenere la qualità e la tradizione, marchio di fabbrica dello storico brand, anche nella carta dei vini. Vini che, di fatto, chiudono un cerchio aperto ad inizio novecento. Per farlo, Giuseppe Starita, figlio del patron Antonio, e Claudia Troili, General Manager, si sono affidati a giovani realtà, naturali e biologiche. Il risultato? Una carta dei vini di primissima qualità, originale e unica nel suo genere. L’evento di presentazione della Pizzeria Starita, organizzato dalla giornalista Teresa Caniato, ha visto la presenza di alcuni dei produttori coinvolti nel progetto Pizzeria Starita. Progetto che si è avvalso dell’esperienza di Luca Cammarata, founder di Gitana Wines, che ha selezionato veri e propri artigiani dell’arte vinicola. Le cantine coinvolte, infatti, spiccano per la “migliore materia prima” e per una vinificazione sostenibile. Starita, da sempre, crede nel valore della qualità “etica” come chiave per lo sviluppo sociale della ristorazione.
La carta dei vini della Pizzeria Starita: i nomi coinvolti, Campania e non solo
La Cantina Giardino di Ariano Irpino e il loro vino Paski prodotto con uve Coda di Volpe oppure le Falanghina Cese, della cantina Fosso degli Angeli, questi sono solo alcuni dei vini e delle aziende presenti in carta. Altro esempio campano è l’Asprinio, prodotto esemplarmente dalla cantina casertana Aia delle Monache. Per diversificare i territori: una Falanghina macerata della giovanissima cantina Napoletana Sang, Attupertù, o il Paestum Primitivo IGT, A’primo, della cantina Barone o il Taurasi avellinese, della cantina Enza. In carta anche la presenza di altri territori, al di fuori della Campania, come la cantina Crespaia, riferimento del territorio Fanese a nord delle Marche, con il suo vino Chiaraluce 2021, vino superiore prodotto utilizzando il 100% del vitigno autoctono Bianchello e infine la presenza di alcune referenze spagnole importate dalla distribuzione di Forlì Gitana Wines con il vitigno spagnolo Verdejo e il vino La resistencia Activa.
Starita, un po’ di storia
La storia della Pizzeria Starita inizia nel 1901, nel quartiere Materdei di Napoli dove Alfonso Starita inizia con una cantina per trasformarla poi in un locale aperto alla degustazione di vini e cibi tradizionali su idea del figlio Giuseppe. Oggi, a portare avanti l’attività di famiglia di Don Antonio Starita ci sono i figli Giuseppe e Filomena, che rappresentano la quarta generazione e che hanno portato il brand fuori dai confini europei, come a Bangkok dove ha aperto una nuova pizzeria. Altri locali in Italia sono a Milano, Torino e Firenze. Forbes ha scelto Starita tra le “100 eccellenze italiane” per la guida del 2024.
Pizzeria Starita oggi: immagine nuova, valori di sempre
Dal 1901, anno in cui fu fondata “Starita a Materdei”, destinata a diventare poi “Pizzeria Starita”, sono passati 122 anni esatti: oggi la pizzeria può contare su 55 dipendenti e un fatturato di 3 milioni di euro ed è una vera e propria fucina gastronomica del lievitato più famoso d’Italia. Dopo la nascita degli indirizzi di Firenze, Milano e Torino e in vista della recente apertura internazionale a Bangkok, il marchio ha visto un importante rebranding in collaborazione con lo studio Luther di Roma. Starita, infatti, non è solo un’insegna ma è la materializzazione di anni di ricerche, competenze ed esperienza maturata sul campo. Per questo ogni locale è stato studiato per avere una propria anima, pur con un forte fil rouge che collega i ristoranti di Napoli, Milano, Firenze e Torino. Il progetto grafico coinvolge tutta l’identità visiva di Starita, definendo un nuovo linguaggio di comunicazione incentrato sul concept creativo “Il Rito della Pizza” e sui valori sopra menzionati.
Fonte immagine per l’articolo sulla carta dei vini della Pizzeria Starita: archivio personale