Il resto di niente: la nuova mostra al Museo Madre

Il resto di niente, la nuova mostra collettiva nata dalla sinergia tra la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee e la Maison Gucci.

Ideata dal direttore creativo di Gucci, Sabato De Sarno, la mostra Il resto di niente, a cura di Eva Elisa Fabbris con Giovanna Manzotti,  è stata inaugurata giovedì, 30 maggio, presso gli spazi del Museo Madre di Napoli nello storico Palazzo Donnaregina.

Il resto di niente, il titolo della mostra

La mostra, nell’indagare le trasformazioni sociali e urbanistiche in atto nella città partenopea, a partire dallo sviluppo caotico degli anni del boom economico ad oggi,  riprende il titolo dell’omonimo romanzo del 1986 di Enzo Striano, che attraverso le vicende della nobile patriota napoletana, Eleonora de Fonseca Pimentel, racconta le trasformazioni sociali e antropologiche della città partenopea negli anni della Rivoluzione del 1799.

Il resto di niente, un omaggio al grande architetto e teorico napoletano Aldo Loris Rossi.

La mostra Il resto di niente vuole essere soprattutto un omaggio a uno dei più geniali architetti italiani, Aldo Loris Rossi, precursore in Italia di una moderna visione del rapporto uomo-natura, che, influenzato dall’architettura organica di Frank Lloyd Wright, sviluppa, a partire dagli anni Sessanta, un discorso estetico e politico rivoluzionario sull’architettura e l’urbanistica della città partenopea e non solo. 

Lungo le pareti delle sale del museo ben oltre quaranta disegni ( a matita, inchiostro di penna, pennarelli colorati) del progettista napoletano, di cui la maggior parte prodotti insieme alla sua compagna professionale e di vita, l’architetta Donatella Mazzoleni, relativi alle strutture  pianificate per diversi quartieri della città e della periferia di Napoli.

Tra gli esempi più significativi dell’architettura brutalista di Aldo Loris Rossi e Donatella Mazzoleni:  il primo e il secondo lotto di Casa del Portuale (1968-1980), il gigantesco volume dalla forma organica in cemento armato nella zona Est del porto di Napoli, esplorato in mostra con modelli in scala 1:5, e il complesso residenziale di Piazza Grande per il quartiere Ponti Rossi (1979-1989), famoso per essere diventato la scenografia di video musicali e set della nota serie televisiva, Gomorra.

Il resto di niente, una mostra tra arte, design e architettura

Un  racconto corale sull’abitare e le sue implicazioni affettive, che partendo dalle utopie abitative di Aldo Loris Rossi si protrae fino ad oggi attraverso installazioni, fotografie, modelli, opere sonore, video e sculture di dodici artisti di diversa provenienza e generazione, tra cui: l’artista concettuale Vincenzo Agnetti, il fotografo Tobias Zielony, il duo artistico RM, l’artista Angharad Williams con i suoi disegni in scala 1:1 di automobili, Giulio Delvè con la sua sarcastica opera Carazia (appartenente alla collezione permanente del museo), l’artista italo-colombiano Jim C. Nedd.

Il resto di niente, un percorso emozionale 

La mostra Il resto di niente offre al visitatore scenari nuovi e inaspettati, nati dal confronto e dal dialogo tra diverse generazioni di artisti; sorprendenti visioni urbane e di vita quotidiana che sollecitano non solo la vista, ma tutti i sensi, come quelle create dalle leggere e voluminose sculture gonfiabili di Franco Mazzucchelli, dalla singolare installazione sonora di Sara Persico, dalle eleganti cronotopie luminose in acciaio e vetro industriale di Nanda Vigo, dal video Sigarette e Signore della serie di video-poesie del napoletano Domenico Salierno, fino alle suggestive video animazioni sonore dell’artista turco Özgür Kar.

La mostra Il resto di niente sarà visitabile fino al 29 luglio 2024.

 

Fonte immagini in evidenza: Ufficio Stampa

Foto all’interno dell’articolo: archivio personale (Courtesy Museo Madre)

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