La leggenda di Piazza del Plebiscito: tra mito e storia

La leggenda di Piazza del Plebiscito: tra mito e storia

Secondo la leggenda di Piazza del Plebiscito, attraversare bendati questa piazza è “misteriosamente” difficile. Scopriamo il perché.

Nel cuore del centro storico di Napoli, circondata da monumenti maestosi, e una storia millenaria, Piazza del Plebiscito si classifica come una delle piazze più grandiose e simboliche del nostro paese. Con i suoi 25mila metri quadrati, Piazza del Plebiscito è la piazza più grande di Napoli e, per questo, viene utilizzata per eventi particolarmente importanti come concerti e manifestazioni. Piazza del Plebiscito è molto più di una semplice piazza, è il riflesso del carattere e dell’anima del capoluogo campano e, per questo, è il luogo perfetto per chiunque desideri comprendere la bellezza e l’indubbia complessità di questa città.

Quando si analizza una città come Napoli si percepisce, immediatamente, il legame indissolubile tra storia e leggenda. Sono diverse le leggende napoletane che vengon tramandate da generazioni, tra queste spicca la più celebre delle storie: la leggenda di Piazza del Plebiscito

La storia della magnifica piazza

Prima di raccontare la leggenda di Piazza del Plebiscito, vediamo degli accenni di storia della piazza più importante della città partenopea.

Piazza del Plebiscito, esempio sublime di architettura neoclassica, prende il nome dal plebiscito del 1860 con cui si sancì l’annessione del Regno delle due Sicilie al Regno di Italia. Le origini della piazza sono, però, antichissime, risalenti al periodo romano. La sua configurazione odierna è il risultato di un immodesto progetto di riqualificazione urbana del periodo napoleonico. Tale progetto fu idealizzato dal re Gioacchino Murat, con l’obiettivo di conferire una maggiore grandiosità alla piazza che all’epoca veniva definita come largo del palazzo. A partire dal 1809 il re potè sancire l’inizio dei lavori della grande e pubblica piazza sotto la direzione dell’architetto Leopoldo Laperuta, coadiuvato da Antonio De Simone.

Piazza del Plebiscito si presenta, da un lato, dominata dalla basilica di San Francesco di Paola, caratterizzata dalla sua maestosa cupola e dalle colonne doriche. Ispirata alla Basilica di San Pietro a Roma, fu costruita per celebrare la fine delle epidemie di peste che colpirono la città nel XIX secolo. Sul lato opposto della piazza si erge il Palazzo Reale, residenza storica dei sovrani borbonici da dove trae origine la leggenda sulla Piazza del Plebiscito, e, a seguito dell’ Unità d’Italia del 1861, dei Savoia. Le sue stanze lussuose, gli affreschi magnifici e il giardino pensile raccontano le vicissitudini della monarchia e offrono uno sguardo privilegiato sulla vita di corte.

La leggenda di Piazza del Plebiscito 

Napoli è una città che da sempre è caratterizzata da un perfetto sincretismo tra storia e mito. Un esempio di ciò è proprio la leggenda di Piazza del Plebiscito, che aggiunge un ulteriore tocco di mistero e fascino alla città.

La leggenda di Piazza del Plebiscito narra della regina Margherita e di come questa concedesse, una volta al mese, la possibilità ad un prigioniero di riavere la propria libertà solo dopo aver attraversato la piazza bendati, partendo dall’ingresso del Palazzo Reale e provando ad attraversare le due statue equestri presenti nella piazza che rappresentano Carlo III di Borbone e suo figlio Ferdinando I. Si può pensare che non si tratti di una sfida ardua, ma in realtà mantenere una traiettoria perfetta per circa 170 metri non è affatto semplice. Difatti, la leggenda di Piazza del Plebiscito narra che a causa di una “maledizione” della regina Margherita, nessun prigioniero sia mai riuscito nell’impresa.

Sulla leggenda di Piazza del Plebiscito esiste, però, una spiegazione più scientifica e meno misteriosa. Difatti, considerando la superficie della piazza, la quale si presenta come molto ampia e priva di precisi punti di riferimento, ad occhi chiusi risulta molto facile perdere il senso dell’orientamento. Pertanto, non bisogna stupirsi se passeggiando possa capitare di imbattersi in temerari che nell’impresa, ancora oggi, perdono completamente la strada.

Fonte immagine in evidenza: Pixabay

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