Le dimore storiche italiane: a Napoli tavola rotonda e premiazione

Le dimore storiche in Italia hanno sempre rappresentato le radici del Paese, la sua storia, l’identità e le origini del suo popolo. Esse continuano a dare lustro grazie ad un’iniziativa che da anni ne combatte il declino e che con ausili (anche moderni) e l’integrazione sapiente tra imprenditoria, storia, arte e turismo, le rilancia rendendole mete appetibili per i turisti di tutto il mondo in visita nel paese. Napoli, poi, è talmente piena di edifici che hanno fatto la storia, da meritare quasi un posto d’onore nell’ADSI, l’Associazione per le Dimore Storiche Italiane, al punto da essere designata per l’assegnazione del Premio Tesi di Laurea sui Beni Vincolati Privati. La premiazione è avvenuta il 9 Gennaio 2024 e ha visto una competizione tutta al femminile nelle tre tesi classificate, le quali hanno ricevuto il prestigioso riconiscimento al termine di una tavola rotonda, organizzata per l’occasione dall’associazione ADSI.  
 
Dimore storiche tavola rotonda
Dimore storiche tavola rotonda (Fonte: archivio personale)
L’incontro dal titolo Valorizzazione, attualizzazione e tutela: il ruolo delle dimore storiche italiane, è stato indetto in collaborazione con la Sezione Campania e si è svolto nelle splendide sale di Palazzo Ricca, sede della Fondazione Banco di Napoli in via Tribunali. Tra gli invitati vi erano moltissimi membri dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, ovviamente della sezione Campana. Orazio Abbamonte, Presidente della Fondazione Banco di Napoli, ha dato il benvenuto agli ospiti partecipanti alla tavola rotonda, la quale è stata moderata da Riccardo Imperiali di Francavilla, Presidente ADSI della sezione Campania. Il Segretario Generale dell’ADSI, Giovanni Ciarrocca, ha  citato Italo Calvino e le Città invisibili, con una metafora che lui ama molto: i fili colorati, come nel romanzo, sono un  tramite per creare connessione tra diverse culture, città, luoghi fisici e concettuali e i cui nodi sono il legame che si stabilisce. Esmeralda Valente, della Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio Ministero della Cultura, sottolinea l’importanza dell’Associazione come una realtà viva che costituisce un interlocutore privilegiato, un sistema nazionale che tutela le dimore storiche e le rende patrimonio di tutti. Tutto ciò grazie alla multidimensionalità del patrimonio che cresce grazie al connubio con imprenditoria nella ristorazione, nel turismo e nella organizzazione di eventi e dà possibilità lavorative ai giovani che lavorano come guide, per fare un esempio. Questo rappresenta una nuova prospettiva per le nuove generazioni. Alberto Sifola, Presidente di Friends of Naples, ha parlato dell’importanza anche dei piccoli ma importanti interventi di restauro nelle dimore storiche e alla volontà di “fare”.  Sostiene che spesso, nonostante le sponde piene di autorità, le richieste di finanziamento delle dimore storiche puntualmente cadano nel vuoto e nel silenzio, in quanto pare impossibile quantificare in termini economici. L’unico modo per gestire le dimore storiche italiane è chiedere finanziamenti, organizzare raccolte fondi e ricorrere al crowfounding, altrimenti ci si ritrova ad affrontare tempi burocratici che in Italia paiono essere particolarmente lunghi. Certo, esistono funzionari validi e pronti ad intervenire, ma è anche vero che ne esistono alcuni che non sempre possono – o vogliono – adempiere al loro lavoro ed ecco che le carte e i tempi si prolungano ancora di più.
 

Sulle difficoltà burocratiche nella gestione delle dimore storiche italiane e in particolar modo a Napoli, sono intervenuti Giovanni Fiore e Glauco Cerri, proprietari del tanto discusso Palazzo del Catasto di Napoli. Per coloro che non lo sanno, si tratta di un edificio che è stato demolito in favore di una costruzione all’avanguardia che ospiterà appartamenti moderni e funzionali. I due imprenditori hanno avuto modo di studiare la profonda differenza della burocrazia italiana con il sistema dell’English Heritage. In Inghilterra il lavoro dei funzionari è limitato a dei ruoli ben precisi, per evitare trafile troppo lunghe e accelerare la burocrazia. Durante la tavola rotonda, molti membri dell’ADSI hanno inoltre ribadito che, nonostante l’impegno e la gratitudine per i mecenati,  sia evidente  la necessità di una maggiore attenzione da parte delle Autorità. Molte delle dimore storiche italiane necessitano di cifre enormi in denaro e materiali di pregio, spesso introvabili ai fini di un restauro che sia storicamente fedele alla struttura originale e capita che, in mancanza di fondi di attenzione o a causa di decennali beghe ereditarie, molte finiscano abbandonate a se stesse.

Dimore storiche - commissione per la premiazione
Dimore storiche – commissione per la premiazione (Fonte: archivio personale)
Nel corso della tavola rotonda per le dimore storiche italiane, si è affrontato anche il tema dell‘uso dei materiali. È importante trovare materiali a basso impatto ecologico e che la ricostruzione sia fedele, nei limiti delle difficoltà strutturali. Questo è stato uno dei maggiori temi trattati nelle tre tesi di laurea finaliste del  Premio Tesi di Laurea sui Beni Vincolati Privati. Una premiazione tutta al femminile che ha meritato elogi alla forza e alla genialità estesa sulla rivalutazione, non solo della dimora designata, ma anche del territorio circostante. Di grande valore è stato l’approccio multidimensionale che bada all’importanza paesaggistica, alla natura, all’imprenditoria e anche alla comunità, affinché tutti possano sfruttarne la bellezza e la cultura. Rigenerare e rivalutare le dimore storiche italiane, equivale a ricostruire la memoria e le origini del Paese.  Alla presenza dell’onorevole Luciano Schifone, Consigliere del Ministro della Cultura, e dei componenti della Giuria e consiglieri dell’ADSI, Immacolata Afan de RiveraGianludovico de Martino e Wolfgang von Klebelsberg, si è svolta la cerimonia di consegna dei premi. Il primo posto è andato a Laura De Riso e Marina Curcio della Facoltà di Architettura dell‘Università Federico II di Napoli, con una tesi accurata e dettagliata relativa a Villa della Rocca a Gragnano. Secondo posto per Giorgia Misia, in collegamento video a causa dell’impossibilità di presenziare fisicamente, della Facoltà di Architettura dell’Università degli studi di Palermo con la sua tesi su Palazzo Merendino-Costantino a Palermo. Terzo premio per  Laura Coppetta e Angela Mandriota, della Facoltà Edile-Architettura dell’Università Politecnica delle Marche con la ricerca su come valorizzare le Dimore Storiche marchigiane, focalizzata sul caso di Villa Leonardi a Treia. Le dimore storiche rappresentano sì il passato del nostro Paese, ma grazie all’ADSI possono diventare una parte importante del futuro per migliaia di persone, in un unico e pioliedrico progetto che coinvolge un vero multiverso di attività che possono rilanciare l’economia del paese.
 
Si ringrazia Alessandra Cusani per l’invito.
 
Foto immagine in evidenza: gentile concessione dell’ADSI

A proposito di Adelaide Ciancio

Vedi tutti gli articoli di Adelaide Ciancio

Commenta