Presentazione calendario Di Meo 2025: l’evento presso le Gallerie d’Italia a Napoli

Calendario Di Meo 2025

Il 5 dicembre scorso, presso le Gallerie d’Italia, all’interno del Palazzo del Banco di Napoli in via Toledo, si è tenuta la XXIII edizione della presentazione del Calendario Di Meo 2025, promossa dal medico, collezionista e imprenditore culturale Generoso Di Meo, fondatore dell’ Associazione Di Meo Vini ad arte, un’associazione nata allo scopo di promuovere l’arte, la cultura del vino, la bellezza e il patrimonio storico-artistico di Napoli e della Campania in tutto il mondo.  

Il calendario è il progetto più maestoso che l’associazione Di Meo realizza: non si tratta, infatti, di un semplice almanacco, ma di un vero e proprio viaggio che, attraverso fotografie e testi inediti, ci conduce mese per mese verso l’obiettivo più valoroso del progetto: promuovere la fusione armonica tra culture diverse e il dialogo tra popoli; quello pensato per il 2025, dal titolo Napoli Tbilisi – la Sirena e la Pantera è un omaggio alla Georgia e a tutti quegli aspetti che legano Napoli alla capitale georgiana. Il Calendario è corredato da incantevoli foto che immortalano alcuni dei luoghi più caratteristici di Tbilisi, realizzate da Massimo Listri, maestro della fotografia di architettura e d’ambienti, che dal 2013 collabora con Di Meo per la realizzazione di questo progetto; ogni foto è arricchita da un testo che approfondisce i legami tra Napoli e Tbilisi, ciascuno dei quali è stato redatto da eminenti figure del mondo della cultura e dell’arte.  

Il luogo dell’incontro non è stato casuale; infatti, all’interno delle gallerie d’Italia è attualmente installata la mostra dal nome Sir William e Lady Hamilton dedicata al diplomatico, antiquario, vulcanologo, William Hamilton, ambasciatore di S.M. Britannica presso la corte di Ferdinando IV di Borbone, di cui nel calendario Di Meo del 2015 furono stampate alcune delle lettere inedite inviate da Hamilton a due segretari di stato degli affari esteri britannici. 

L’incontro si è aperto con la proiezione di un videomessaggio dell’architetto Michele De Lucchi, figura di spicco del panorama internazionale e artefice del progetto di rifunzionalizzazione architettonica delle nuove Gallerie d’Italia, completato nel 2022. De Lucchi, anch’esso autore di uno dei testi del calendario, è insignito della cittadinanza onoraria georgiana per il significativo contributo offerto al paese caucasico attraverso la realizzazione di numerosi progetti architettonici. Egli ha voluto omaggiare l’evento indossando la medaglia che simboleggia la sua cittadinanza onoraria ed esprimendo non solo la profonda passione per il suo lavoro, ma anche l’autentica stima per il popolo georgiano sottolineando il legame speciale che lo unisce alla Georgia. 

A seguire, è intervenuto Generoso Di Meo, che con un breve discorso ha illustrato il percorso creativo che lo ha condotto alla realizzazione del progetto e alla scelta di Tbilisi come protagonista dell’iniziativa: ha evidenziato come il popolo georgiano sia profondamente orgoglioso delle proprie tradizioni, ma al contempo straordinariamente aperto e accogliente verso quelle degli altri. Ha poi spiegato che l’ispirazione è nata dalla lettura de L’ottava vita di Nino Haratischvili, un’opera che, attraverso la saga familiare narrata dall’autrice georgiana, ripercorre la storia della Georgia e dell’Europa; affascinato da questo racconto, Di Meo ha deciso di immergersi personalmente in questa cultura, intraprendendo numerosi viaggi in Georgia per approfondire la conoscenza del paese e dare vita al Calendario. Questi viaggi immersivi sono culminati con la presentazione del calendario in anteprima a Tbilisi il 19 ottobre scorso.  

Successivamente è stata invitata a salire sul palco l’attrice Cristina Donadio, che ha letto il testo di Elisabetta Moro intitolato La sirena e la pantera. Due popoli stregati dal mito, presente nel calendario. Attraverso questa lettura, è stato svelato il significato del titolo del calendario e il primo legame simbolico tra Napoli e Tbilisi: la sirena Partenope, fondatrice mitica della città, e la pantera georgiana legata alla storia dell’eroe misterioso Tariel, protagonista del poema epico Il cavaliere con la pelle di pantera, due emblemi che hanno profondamente influenzato le culture di questi popoli. 

Dopodiché è stata data la parola agli autori dei testi del calendario presenti in sala, i quali hanno commentato e approfondito i legami tra Napoli e Tbilisi, ciascuno affrontando il tema di propria competenza. Per concludere è stata data la parola a Francesco Leone, curatore della mostra su Hamilton, e infine, prima di passare alla visita della mostra, tutti i presenti sono stati invitati a ritirare il calendario accompagnati da un calice di vino offerto dall’Associazione. 

Vediamo ora quali sono gli elementi che legano la città caucasica a quella partenopea. 

A Napoli la prima cattedra d’Europa di lingua georgiana 

Il primo intervento alla presentazione del calendario Di Meo 2025 è stato di Gaga Shurgaia, docente di Lingua Georgiana presso l’Università L’Orientale di Napoli, che ha offerto un breve excursus sulla storia della prima cattedra di georgiano in Europa, informandoci del fatto che Napoli è la città in cui fu istituita la prima cattedra di Lingua e Letteratura Georgiana in Europa e che è, ancora oggi, l’unica cattedra di georgiano presente in Italia.  

Il legame musicale 

Dopo Shurgaia è toccato al musicologo Dinko Fabris che ci ha regalato un altro elemento: la tradizione del canto che unisce la Georgia e Napoli. Il canto polifonico georgiano, divenuto nel 2011 patrimonio immateriale dell’umanità, è presente anche a Napoli dal 2016, anno in cui la comunità georgiana ha ottenuto come sede ufficiale di culto la chiesa di Sant’Onofrio. Inoltre, recentemente, due cantanti liriche georgiane si sono esibite al Teatro San Carlo, mentre l’Accademia di canto di Napoli ha anche accolto giovani talenti georgiani.  

La georgiana nel presepe napoletano  

La storica dell’arte Angela Catelli ci ha trasportato in un altro viaggio, ovvero nella tradizione del presepe napoletano che a partire dagli ultimi decenni del 1700 vide la rappresentazione di nuovi episodi del Vangelo. Tra i tanti nuovi personaggi inseriti, inizia a figurare anche la georgiana che si distingue per la ricchezza dei suoi abiti e dei suoi accessori e per il suo fascino inarrivabile. 

Un altro legame: il vino

L’ultimo autore a intervenire è stato il giornalista ed enologo Dante Stefano Del vecchio: «La Georgia è profondamente legata al vino tanto che i georgiani tramandano molto rigidamente le loro antiche tecniche; inoltre, sono stati capaci di recuperare 525 vitigni sconosciuti all’Europa. I primi rudimenti di vinificazione risalenti a 8000 anni fa appartengono alla Georgia e vengono tuttora usati dal popolo georgiano».  Poi l’esperto aggiunge che il legame vinicolo tra Georgia e Campania sta nel fatto che in diversi luoghi campani sono state trovate tracce di tecniche tipiche della Georgia, come la coltivazione della vite ad alberata e strumenti usati per la vendemmia molto simili a quelli georgiani come la scala stretta e lunga e i tipici cesti per la raccolta dell’uva. 

Tra gli altri elementi che accomunano le due città vi sono anche la funicolare del Vesuvio, inaugurata nel 1880 che ispirò la creazione della funicolare di Tbilisi nel 1905, le tradizioni culinarie legate alla comune arte dei lievitati, ovvero la pizza e il khachapuri, ma anche la loro posizione sullo stesso parallelo e, infine, una delle stelle nascenti del Napoli, il calciatore della nazionale georgiana Khvicha Kvaratskhelia. 

Fonte immagine Presentazione calendario Di Meo 2025: archivio personale

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