Salvatore Manzo: moda, creatività e rinascita a Napoli

Salvatore Manzo

Salvatore Manzo, un percorso intenso, appassionato e luminoso nel mondo della moda. L’estro creativo del designer napoletano è stato temprato da molteplici esperienze vissute tra l’Italia e la Spagna, le quali hanno lasciato un segno profondo nella vita dell’artista ed hanno incrementato ciò che era già presente: un’innata propensione per la moda e l’arte. 

Intervista a Salvatore Manzo

Partiamo dalla tua passione per la moda, come ti sei avvicinato a quest’ambito?

“Ricordo che da piccolo sono sempre stato un bambino molto curioso e soprattutto molto attento alle piccole cose.

Ero innamorato delle cose belle. Mi incantavo a guardare le donne che si sposavano. Da piccolo ho vissuto per un periodo a casa di mio nonno materno e lui abitava proprio di fronte questa chiesa. Quindi vedevo spesso queste donne magnifiche con questi abiti meravigliosi.

Poi crescendo in realtà l’avvicinamento alla moda è stato molto naturale; credo molto nel destino, tant’è vero che io non ho mai dovuto “decidere” tra questo mondo o qualcos’altro. È stato tutto un susseguirsi di cose che mi hanno portato a questo. Penso sia qualcosa di fuso con me stesso. Non so come spiegare a parole. È qualcosa di innato. Io ricordo che cucivo ancor prima che iniziassi a studiare.”

Poi come hai cominciato a disegnare e cucire? Racconta il tuo percorso artistico

“Ho sempre disegnato e cucito, ho iniziato a fare moulage che avevo 10 anni penso, senza sapere che si chiamasse moulage e senza sapere che è una tecnica di alta moda. Anche alle scuole medie ricordo che i miei professori notarono questa cosa tant è vero che mi fecero organizzare una sfilata di 3 abiti per la fine dell’anno.

Poi subito dopo scelsi un liceo che appunto è un professionale moda, dove ho iniziato veramente a sentirmi nel mio mondo, ho iniziato a studiare e a perfezionarmi.

Ricordo che venni notato fin da subito proprio per questa capacità di disegnare in modo così naturale e farlo senza che mi pesasse e subito vennero scelti degli abiti miei per essere realizzati che hanno girato un po’ tutt’Italia. Questo tra il primo e il secondo anno di liceo, poi dopo è stato tutto in discesa.”

Cosa contraddistingue i tuoi abiti? Cos’è per te la moda?

“Per me la moda è l’unico modo che ho per esprimermi al 100%. Quello che creo in qualche modo fa parte di me, magari fa parte di un mio ricordo o una sensazione che provo o che ho provato. I miei abiti si contraddistinguono perché sono sempre fedeli a quello che sono io, a quello che amo, all’idea della bellezza e dell’armonia che ho.

Quello che faccio è la mia vita, non riuscirei ad immaginare la mia vita senza tutto questo mondo che spesso può sembrare superfluo ma che invece ha delle radici molto profonde, per fare moda bisogna esserlo altrimenti non ha senso fare questo mestiere…non si parla solo di abiti ma di tutto quello che c’è dietro, di solito tutto quello che c’è di bello arriva sempre da una sofferenza non espressa. Tante volte i miei abiti sono questo.

Diciamo che appena dopo essermi diplomato, sono partito per la Spagna, a Siviglia e ho avuto due esperienze molto importanti lì. Nella prima ho affiancato e seguito uno stilista spagnolo su tutta la parte creativa e progettuale. Nella seconda ho curato e gestito tutta la parte sartoriale. Quindi ho avuto un esperienza completa che mi ha permesso di perfezionarmi ancora di più e di avere un primo approccio a quello che è il mondo lavorativo vero e proprio, ho iniziato fin da subito a lanciare il mio nome e a farmi conoscere a Napoli e non solo.”

Da cosa nasce il tuo ultimo lavoro? A cosa ti sei ispirato?

“Dietro a quello che in apparenza può sembrare solo un abito come tanti altri, si nasconde una storia di resistenza, di lotta e di speranza. Una storia che parla di un popolo che non si arrende, che non si lascia abbattere dalle difficoltà e che continua a lottare per la sua libertà.

L’abito ‘fenice’, ideato e realizzato da me per Tara Wave, è più di un semplice capo di abbigliamento, è un simbolo di solidarietà e di sostegno per il popolo palestinese. È un modo per dire che non siamo indifferenti alla loro sofferenza, che non siamo insensibili alla loro lotta.

Indossando questo abito, non solo ti vesti di stile e di eleganza, ma anche di consapevolezza e di impegno. Sei parte di una comunità che crede nella giustizia e nella libertà, e che non si arrende di fronte alle difficoltà.

Quindi, non è solo un abito, è un messaggio. Un messaggio di speranza, di resistenza e di lotta per la libertà e la dignità del popolo palestinese.”

La fenice: simbolo di creatività, innovazione e rinascita 

“L’abito Fenice, creato apposta per Tara Wave è un omaggio alla leggendaria creatura che rinasce dalle ceneri. Tutto interamente cucito a mano, il suo design è ispirato alle ali della fenice, con dettagli preziosi e un tessuto che sembra ardere di una luce interna. Indossarlo significa evocare lo spirito della fenice: la sua forza, la sua bellezza e la sua capacità di rinascere. Sii la fenice che sei e lascia che il tuo spirito si elevi.”

La moda di Salvatore Manzo, portatrice di un messaggio chiaro e sentito: la possibilità di rinnovarsi, di rinascere, proprio come la fenice.

 

Fonte immagini: Salvatore Manzo 

 

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