Street Art Tour nel centro storico napoletano

street art

La Street Art a Napoli ha il sapore del riscatto, della speranza, della passione, dell’umorismo e della denuncia sociale.
Il centro storico napoletano è pieno zeppo di graffiti, murales, stencil e poster e questo non è un caso. Napoli è sempre stata una calamita per artisti di ogni genere e di qualunque provenienza. Banksy, ad esempio, è uno dei più famosi artisti di strada al mondo e, al suo passaggio, non ha potuto fare a meno di lasciare un segno in questa città. È in piazza Gerolomini che abbiamo la sua unica opera certa in Italia, la “Madonna con la pistola”, opera che abbraccia sacro e profano, fede mistica e delinquenza inarrestabile.
Eroica Fenice è stata accompagnata alla scoperta di alcune opere di Street Art del centro storico napoletano, tra cui proprio la Madonna di Banksy, il murales di“San Gennaro” di Jorit a Forcella, “Mission Impossible” di Roxy In The Box, “Pino Daniele” di Tvboy, le opere d’arte sommerse dall’acqua di Blub, gli stencil di Trallallà (padre dell’iconica ciaciona napoletana) e la serie “Ogni donna è una Madonna”.

Siamo partiti da Piazza Bellini per imbatterci in una delle vie più lunghe del centro storico di Napoli, che divide quasi in due la città antica, Spaccanapoli. Una sorta di linea immaginaria che ha inizio ai Quartieri Spagnoli e s’interseca con Via Benedetto Croce, tagliando a metà Piazza del Gesù Nuovo, fino ad arrivare nel nucleo di Napoli, Via Nilo. Prosegue, poi, su San Biagio dei Librai fino al quartiere popolare di Forcella.

Abbiamo percorso venti secoli di storia circa in un crocevia di culture e stili, nel centro più colorato, più chiassoso e più grande d’Europa.

Street art in centro, tra mille culure e suggestioni

Ma voi ce l’avete presente un centro storico?
Un centro storico è un luogo preciso con dei confini netti, in una città normale. A Napoli invece è un dedalo di vicoli che ti portano in Magna Grecia, nell’epoca romana, bizantina, normanna, sveva, angioina, aragonese e borbonica. Questi “vicarielli” partenopei hanno addosso il profumo di una sfrenata ricerca della libertà, di un categorico rifiuto delle convenzioni sociali e di una passione per la vita fuori dal comune. Percorrerli significa gettarsi a capofitto in una specie di avventura nomade che permette di sperimentare esperienze diverse e scoprire modi totalmente nuovi per approcciarsi alla vita, a ogni passo.
Agli amici di vecchia data, si aggiungono inevitabilmente nuove conoscenze lungo le viuzze napoletane, ed è possibile innamorarsi settanta volte nel giro di un’ora e mezza. Provare per credere. Pare di fuggire da una città all’altra, mentre la strada assume la funzione di vera e propria maestra di vita. Non una strada qualsiasi! Una strada impreziosita di pareti colorate che parlano, che raccontano le contraddizioni e le complessità di un popolo, della nostra società, ma che rivelano anche l’animo passionale e folkloristico della città.
Chi passeggia in quella che è l’essenza di Napoli sembra essere sempre alla ricerca di qualcosa, quel qualcosa che è sconosciuto a ognuno e questo qualcosa accade nel momento in cui s’incrocia lo sguardo di un artista di strada o magari capita di raccogliere un pallone che rotola per passarlo a qualche “criaturo” con la maglia azzurra che ringrazia urlando. Chiunque arrivi a toccare il nocciolo di Napoli, per un motivo o per un altro, non ha bisogno di sapere cos’è che sta cercando per sentire l’urgenza di camminare, sa semplicemente che deve muoversi e lasciarsi andare alla strada, e che solo quest’ultima saprà condurre laddove si deve arrivare. Chi calpesta il cuore di Napoli è semplicemente travolto da una specie di fame, da una necessità di forza maggiore che dice di andare.

 

Fonte immagine in evidenza: http://www.napolitoday.it/cultura/tvboy-street-art-maradona-toto-pino-daniele.html

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A proposito di Chiara D'Auria

Nata e cresciuta in Basilicata, si laurea in Filologia Moderna presso l’Università Federico II di Napoli. Scrive per abbattere barriere e scoperchiare un universo sottopelle abitato da anime e microcosmi contrastanti: dal borgo lucano scavato nella roccia di una montagna avvolta nel silenzio alle viuzze partenopee strette e caotiche, dove s'intravede il mare. Scrive per respirare a pieni polmoni.

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