Era il giorno 8 dicembre 2014, quando il cantautore lucano Pino Mango si spense all’età di 60 anni durante un suo concerto.
I quotidiani La Repubblica, Il Mattino, il Giornale e Il Gazzettino Tv raccontarono l’accaduto in diversi articoli pubblicati l’8 dicembre 2014. Mango si trovava al Palaercole di Policoro, cittadina di mare della Basilicata (in provincia di Matera). Mentre stava cantando il suo brano Oro, accusò un malore e cadde per terra: «Scusate, non mi sento bene». Queste furono le parole dette dal cantautore lucano al pubblico prima di essere portato nel retropalco ed essere soccorso. In seguito, dopo l’inutile ricovero all’ospedale e i tentativi di rianimarlo, lo staff di Mango annunciò il decesso dell’artista attraverso un breve post pubblicato sul loro profilo Facebook:
«La nostra rondine è volata via nel cielo sbagliato. Pino resterai sempre nel nostro cuore perché come cantavi qualche anno fa: Non moriremo mai, il senso è tutto qui. Ci uniamo al dolore della famiglia».
Chi era Pino Mango musicalmente? La musica italiana incontra il rock, il blues, il gospel e il genere world
Pino Mango nacque nel 1954 a Lagonegro, in provincia di Potenza. Il suo debutto come cantante avvenne nel panorama musicale dell’Italia degli anni Settanta con l’album La mia ragazza è un gran caldo. Mango si differenziò da altre voci come Fabrizio De Andrè e Lucio Dalla perché adottò una poetica in cui il cantautorato e la musica leggera italiana incontravano influenze estere. Infatti, proprio come un altro Pino, ovvero Pino Daniele, contaminò la musica napoletana con ritmi blues afro-americani; Mango guardò con ulteriore interesse alle novità del panorama estero, tra cui la World music che spopolò fra gli anni Ottanta e gli anni Novanta, grazie a l’ex-musicista dei Genesis Peter Gabriel, colui che lavorò ad un album di questo genere per la colonna sonora del film L’ultima tentazione di Cristo di Martin Scorsese.
In un articolo commemorativo pubblicato l’8 dicembre 2014, il giornale ANSA lo definì un Uomo del Sud; d’altronde, Mango aveva rivelato di ispirarsi alle musiche folk dell’Africa e del Mediterraneo euro-arabo ma anche al tango argentino. In realtà, egli potrebbe essere definito un autore capace di riunire musicalmente il Nord e il Sud, dal momento che l’altro modello musicale per il lagonegrese era il rock angloamericano. In un’intervista realizzata dal critico musicale Ernesto Assante su Repubblica, in occasione della pubblicazione dell’album L’amore è invisibile nel 2014, il musicista lucano descrisse la genesi del suo progetto musicale e le differenze fra il mercato musicale odierno e quello del passato con le seguenti parole:
«Ho sempre cercato di muovermi al di là del provincialismo. Io nasco come cantante, a sei, sette anni già mi divertivo con mio fratello più grande, Michele, che aveva una cover band di cui ero la mascotte. Cantavo Aretha Frankiln, gli Stones, Otis Redding, James Brown, i Led Zeppelin, tutto quello che era internazionale, italiano quasi niente, al massimo qualche brano di Lucio Battisti. E poi oggi un tuo disco quando esce su Internet è immediatamente in tutto il mondo, non solo in Italia, ti devi confrontare con la realtà internazionale, non si può fare finta che non sia così e guardare solo nel proprio piccolo orticello».
Proprio in quest’album troviamo una cover del brano Get Back dei Beatles, il quale era il frutto della collaborazione fra il cantautore e i suoi figli Angelina e Filippo.
L’eredità di Pino Mango dopo la sua morte: le canzoni Oro e La Rondine tra musica rap e pop
Il cantautore Pino Mango ci ha lasciato in eredità meravigliose canzoni, tra cui Bella d’estate, Stella del nord, Oro, Come Monna Lisa, Mediterraneo, Come l’acqua, La rondine, Chissà se nevica e La sposa.
Dopo quel funesto 8 dicembre 2014, l’artista di Lagonegro continuò ad essere omaggiato da musicisti e cantanti contemporanei. Il rapper Guè Pequeno inserì un campionamento di Oro all’interno del singolo Bling Bling (Oro) del 2018; infatti, costui aveva dichiarato di essere un fan dell’artista scomparso dieci anni fa.
L’altra canzone che rappresenta l’eredità di Mango è La Rondine, la quale era stata oggetto di due famose cover. In primis, i Tarantolati di Tricario si esibirono il 19 novembre 2019 al festival Milano Music Week per l’evento Tutto l’amore che conta, dedicato alla memoria di Mango. Il 9 febbraio di quest’anno, in occasione della serata cover del Festival di Sanremo, la figlia Angelina Mango, divenuta cantante dopo aver vinto l’edizione 2023 del talent show Amici, propose alla giuria una versione più pop del brano paterno grazie alla presenza del Quartetto d’archi dell’Orchestra di Roma. La ragazza emozionò il pubblico e si aggiudicò il secondo posto per quella prova.
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