12 agosto 1988: L’ultima tentazione di Cristo di Martin Scorsese con Willem Dafoe e Harvey Keitel debutta nei cinema statunitensi
L’ultima tentazione di Cristo (The Last Temptation of Christ) debuttò nelle sale cinematografiche statunitensi il 12 agosto del 1988. Il film è stato diretto dal regista italoamericano Martin Scorsese e sceneggiato da Paul Schrader, il quale aveva collaborato con Scorsese per la sceneggiatura dei film Taxi Driver (1976) e Toro scatenato (Raging Bull, 1980), con Brian De Palma per quella di Obsession- Senso di colpa (Obsession, 1976) e con Sydney Pollack per quella di Yakuza (The Yakuza, 1974), ed è basato sul romanzo L’ultima tentazione (Ο τελευταίος πειρασμός, O teleftéos pirasmós, 1951) dello scrittore e poeta greco Nikos Kazantzakis.
Il film di Scorsese, distribuito nelle sale statunitensi il 12 agosto del 1988, presenta un cast costituito da Willem Dafoe nei panni di Gesù, Harvey Keitel in quelli di Giuda Iscariota, Barbara Heshey in quelli di Maria Maddalena, Verna Bloom in quelli di Maria e la rockstar David Bowie in quelli di Ponzio Pilato.
La genesi del film L’ultima tentazione di Cristo: dalla lettura di Kazantzakis alla distribuzione il 12 agosto 1988
Marco Pistoia, in una voce dell’Enciclopedia del Cinema della Treccani, sottolinea l’importanza dell’istruzione religiosa di Scorsese, il quale, essendo figlio di una coppia di immigrati siciliani cattolici, era in procinto di iniziare la carriera ecclesiastica prima dell’inizio degli studi universitari e il suo avvicinamento al cinema . L’autore simbolo della New Hollywood, come i colleghi Francis Ford Coppola, George Lucas e Steven Spielberg, aveva conquistato il pubblico con pellicole come Mean Streets- Domenica in chiesa e lunedì all’inferno (Mean Streets, 1973), Alice non abita più qui (Alice Doesn’t Live Here Anymore, 1974), il musical New York, New York (1977), Re per una notte (King of Comedy, 1984) e Il colore dei soldi (The Color of Money, 1986) assieme ai già citati Taxi Driver e Toro Scatenato.
L’ultima tentazione di Cristo potrebbe rappresentare una delle opere della maturità di Scorsese, un film in cui emerge una figura “anti-hollywoodiana” del Messia seguendo la traccia di Kazantzakis. Il regista aveva letto e apprezzato il romanzo del letterato greco; ma, nonostante la sua fama tra i nuovi cineasti di Hollywood, la realizzazione del film fu lenta e travagliata.
Il giornalista cinematografico Giulio Zoppello racconta (in un articolo pubblicato su Today) che la casa di produzione e distribuzione Paramount interruppe la realizzazione del film nel 1983 a causa di diverse controversie e minacce da parte di associazioni religiose, le quali non gradivano l’adattamento di un romanzo ritenuto offensivo. La produzione riprese nel 1986, perché Scorsese trovò un accordo con l’Universal Pictures, la quale decise di finanziare il progetto se il regista avesse realizzato pellicole anche per il grande pubblico negli anni seguenti. Inoltre, i precedenti interpreti di Gesù e Ponzio Pilato, ovvero Aidan Quinn e Sting, abbandonarono il progetto e furono sostituiti da Dafoe e Bowie, come riferito dalla giornalista Pat Broeske in un articolo del Los Angeles Times. Il film arrivò nelle sale cinematografiche statunitensi il 12 agosto del 1988 e fu proiettato anche alla Mostra del cinema di Venezia del medesimo anno.
Il Cristo di Scorsese, Schrader e Dafoe: l’inconciliabilità fra la natura umana e quella divina (ATTENZIONE A POSSIBILI SPOILERS)
L’ultima tentazione di Cristo rappresenterebbe una svolta nel rapporto fra cinema e religione. Negli anni Cinquanta la religione cristiana era uno degli argomenti del cinema hollywoodiano; infatti, diversi film sword and sandals, ovvero i film storico-avventurosi di quegli anni, si ispiravano a vicende bibliche, come I dieci comandamenti di Cecil B. DeMille o Il re dei re di Nicholas Ray, oppure ai romanzi ottocenteschi d’appendice, come Quo vadis di Mervyn LeRoy e Ben-Hur di William Wyler (tratti dalle opere letterarie di Henryk Sienkiewicz e Lew Wallace), nei quali i personaggi non mettevano in dubbio la fede e rispettavano la psicologia delle controparti del testo sacro giudaico-cristiano; mentre, per quanto riguarda il film di Scorsese, la figura di Cristo fu considerata blasfema.
Il Messia di Scorsese è un povero falegname spaventato dalla sua missione, terrorizzato dall’idea di morire in croce soffrendo, diviso tra la natura umana e quella divina, rifiuta le avances di una prostituta di nome Maria Maddalena, della quale si è invaghito, ed egli stesso ironizza sui propri miracoli spesso accennando più alla magia che al volere dello Spirito Santo. Nel corso della sua predicazione il protagonista è vittima di diverse tentazioni da parte di Satana, il quale compare prima come un cobra, poi come un leone e un fuoco ardente e (infine) di un angelo, il quale concede al Nazareno l’opportunità di sottrarsi al suo destino di morire sulla croce.
Il desiderio di Gesù si esaudisce: egli si ritrova in una realtà parallela dove ha sposato Maddalena e, dopo la sua morte, Maria di Betania. Mentre è in corso una rivolta antiromana in Giudea, Cristo, oramai vecchio, apprende di essere stato ingannato dal finto angelo: senza il suo sacrificio Satana può avvolgere il mondo nelle tenebre.
Successivamente, in una Gerusalemme apocalittica che ricorda una scena infernale, Gesù scappa dalla propria casa e giunge ai piedi del Golgota, qui, dolorante e disperato, chiede a Dio di tornare sulla croce e di compiere la sua missione, soltanto così l’umanità può salvarsi.
L’interesse per la religione di Scorsese non si è esaurito; dal momento che, il cineasta vuole realizzare un altro film dedicato al Nazareno prima di occuparsi del progetto su Frank Sinatra con Leonardo DiCaprio. Giovanni Scanu dell’Unione Sarda riporta che il cineasta è al lavoro su The Life of Jesus con la presenza di Andrew Garfield. A differenza del film con Dafoe, stavolta si tratta di un progetto diverso perché mette in primo piano il messaggio evangelico del Figlio di Dio.
L’album di Peter Gabriel: l’estasi religiosa incontra il ritmo folk della world music
Parlando del film distribuito il 12 agosto del 1988, è opportuno ricordare anche la colonna sonora realizzata da Peter Gabriel, la quale è stata pubblicata nell’album Passion: Music for The Last Temptation of Christ nel medesimo anno. L’ex-musicista dei Genesis decise di realizzare una colonna sonora in stile world music, ovvero quel genere musicale che riprende strumenti musicali e ritmi folk di paesi lontani. Claudio Fabretti su OndaRock parla di una “Babele di suoni” in cui spicca anche il contributo di musicisti come Shankar, Kudsi Erguner, Vatche Housepian, Fatala, Vatche Housepian, Antranik Askarian, Nusrat Fateh Ali Khan, Youssou N’Dour e Baaba Mal. Insomma, Gabriel ci porta in un viaggio mondiale attraverso la musica permettendo agli spettatori di farsi rapire da un’estasi mistica attraverso ritmi armeni, turchi, arabi, senegalesi, papuani e indiani.
Fonte immagine di copertina: Screenshot realizzato dal video su Youtube https://www.youtube.com/watch?v=2LFaEYQWTds