14 giugno 1971. Apre il primo Hard Rock Cafe

14 giugno 1971. Apre il primo Hard Rock Cafe

14 giugno 1971. Nasce il primo Hard Rock Cafe a Londra, grazie all’idea di Isaac Tigrett e Peter Morton di fondere musica, memorabilia e cibo.

14 giugno 1971. Cinquantatré anni fa aprì il primo Hard Rock Cafe a Londra, grazie all’idea di due americani, Isaac Tigrett e Peter Morton, di fondere musica, memorabilia e cibo in un accattivante stile vintage, rock e appunto americano, facendo di un marchio nascente un’icona nazionale ed internazionale. La musica è il cardine di quest’incredibile successo, anche e soprattutto per la magnifica collezione di strumenti, indumenti ed oggetti appartenuti alle famose star della musica, soprattutto del panorama rock. Una collezione che cresce nel tempo, in numero e varietà, ammaliando i frequentatori del locale – e dei locali poi aperti e disseminati in giro nel mondo – avvolti da un’atmosfera unica e suggestiva tutt’intorno: chitarre e abiti di scena appesi alle pareti, spartiti, dischi d’oro e di platino seducono con il loro intramontabile charme i bevitori di caffè, drink e amatori del buon cibo, che, osservando le collezioni, lasciano scorrere nella mente fotogrammi delle esibizioni di star quali Jimi Hendrix, Eric Clapton, Freddie Mercury e Madonna.

Ma andiamo ad analizzare l’excursus storico, che porta un unico locale nascente alla fama mondiale, ampliando il suo crescente successo con l’arrivo di gadget con su il logo, soprattutto le mitiche t-shirt, che divengono un acquisto imperdibile, un’autentica tradizione per i visitatori di questa o quella città.

Excursus storico dell’Hard Rock Cafe

Sorto nel pullulante centro londinese, precisamente tra Buckingham Palace e Hyde Park, l’Hard Rock Cafe spiega le ali il 14 giugno 1971, imprimendo a Londra una decisa impronta USA nello stile, nel cibo e nella musica: un locale che offre ai clienti, tra cui alcune delle stesse star musicali, veri hamburger americani, da gustare immersi nella suggestiva cornice vintage che denota l’arredamento, con poltrone in pelle e oggetti del cult americano disseminati nel locale, quali poster, stampe, locandine del grande cinema e delle più iconiche pubblicità, fino alle targhe automobilistiche ed altro ancora. In pochissimo tempo il nascente locale diviene una vera attrattiva per i vari clienti frequentatori e per le stesse celebrità rock, che, grazie anche alle esibizioni che hanno tenuto all’interno del locale, non fanno che incrementare la fama dell’Hard Rock Cafe.

I suoi fondatori concepiscono la vincente e geniale idea a soli ventiquattro anni. Peter Morton, laureato a Denver in economia amministrativa, già dirige a quel tempo un ristorante allestito in stile americano, il Great American Disaster. Conosciuto Isaac Tigrett nel 1970, altro americano trasferitosi a Londra, decidono insieme di fondare un locale tutto nuovo, in cui gli inglesi avrebbero amato immergersi nel panorama cult statunitense, gustandone il tipico cibo, avvolti da un senso di americanità per niente kitsch e fuori luogo.

Con l’aiuto finanziario del padre di Tigrett e un prestito bancario il 14 giugno del 1971 nasce il Don’t Let Your Meatloaf Restaurant Co, puntando ad allestirlo in modo caratteristico con i vari oggetti cult recuperati dal college e procurandosi i veri hamburger americani. Gli Stati Uniti esplodono a gran voce in poco spazio: nel menu è presente il famoso ketchup Heinz e la salsa Campbell’s, ritratta nei dipinti di Andy Warhol; alle pareti sono appesi targhe e poster pubblicitari; mentre dal jukebox risuona nel locale Elvis Presley in tutto il suo esplosivo talento.

Tra Morton e Tigrett non mancano litigi riguardanti le divergenti idee sull’allestimento o sul cibo da offrire. Eppure, il locale situato in Park Lane arride presto fama e clientela. Il logo del nascente Hard Rock Cafe è simile a quello odierno. Già allora compaiono le prime magliette con su stampato quel logo, tenute però sotto il bancone, e donate ai clienti solo se Morton e Tigrett fossero stati incentivati a regalarle. Popolare diviene poi il motto del locale “Love All, Serve All”, ispirato dal guru di Tigrett, Sathya Sai Baba, contrapposto alla classica idea del “ci riserviamo il diritto di rifiutare il servizio a chiunque”.

Ebbene, l’Hard Rock Cafe – questo sarà il nome che porterà poi il locale ad insediarsi in tutto il mondo – è popolare ed esclusivo allo stesso tempo; resistere a tanta esplosione di energia e creatività diviene impossibile. Eppure, inizialmente l’Hard Rock Cafe non è ancora il locale che oggi conosciamo. Sì, si respira lo stile americano nell’arredo e nel cibo, ma i cimeli dei grandi del rock compariranno a decorare ed impreziosire gli ambienti solo nel 1979, quando Eric Clapton regala ai proprietari la sua chitarra, una Fender Lead II, che, non suonandola, decidono, col suo permesso, di porla in mostra nel locale, divenendo così il primo pezzo della più grande e caleidoscopica collezione di oggetti del rock and roll esistente, e all’interno di un locale ristorante!

Le continue divergenze tra Morton e Tigrett porteranno nel tempo i proprietari a dividersi, espandendo il marchio in una catena di locali distribuiti tra Los Angeles e New York. E numerosi nascono da Toronto a San Francisco, da Chicago a Berlino, da Dallas a Boston, da Stoccolma a Tokyo, fino a Cancún.

La formula della collezione di cimeli rock funziona davvero in maniera vincente, e, al di là della divisione della proprietà, i clienti sono davvero entusiasti e colpiti da tanta unicità. Tra l’altro i locali di Morton e Tigrett non fanno che gareggiare per somigliarsi spudoratamente in quella sorta di guerra fredda sotto banco, così che per la clientela diviene impossibile pensare a locali diversi, in quanto il logo rimane il medesimo, e il comun denominatore permane la combinazione geniale di stile, musica, cimeli e cibo in perfetto stile rock americano.

Lo straordinario successo vede l’Hard Rock Cafe mettere radici a Las Vegas, così come in Texas, Australia ed Europa, e in Italia nelle principali città. Oggi si contano infatti ben 191 locali Hard Rock Cafe in 59 Paesi.

Nel 2007, dopo alcuni cedimenti di controllo sulla proprietà, l’azienda viene acquistata da una tribù di nativi americani, i Seminole, con spostamento della sede principale ad Orlando, in Florida, pur rimanendo a Londra il vivo ricordo dell’originale Hard Rock Cafe, che è da sempre il numero uno in assoluto.

14 giugno 1971. La collezione dell’Hard Rock Cafe

Come accennato, nel business della società giocano un ruolo rilevante i gadget con su il logo Hard Rock Cafe. Su tutti spopola la famosissima t-shirt con il marchio e il nome della città in cui viene acquistata. Si contano ben dieci milioni di esemplari, praticamente il souvenir più venduto al mondo. Negli ultimi anni poi la nuova linea di t-shirt viene ulteriormente impreziosita dall’aggiunta della coloratissima stampa della città locale sul retro della maglietta.

Ma la fama dell’Hard Rock Cafe cresce inizialmente con l’ampliamento progressivo della collezione intramontabile di cimeli, che dona subito prestigio e unicità al locale e al suo marchio. Una collezione che cresce con le diverse donazioni di strumenti musicali, in special modo chitarre, dei grandi del rock, giungendo a contare circa 81 mila esemplari per la più grande collezione di cimeli musicali esistente, esposta negli Hard Rock Cafe di tutto il mondo.

Tra i più illustri dell’esposizione meritano menzione le chitarre di Eric Clapton (la prima esposta in assoluto), David Bowie, John Lennon, Elvis Presley, Jimi Hendrix; e ancora, i pantaloni di Jim Morrison, Freddie Mercury, Michael Jackson; abiti di scena di Elton John, Madonna, Britney Spears e Prince; batterie, dischi d’oro e di platino, spartiti, poster, manifesti e anche due porte legate ai Beatles, quella degli studi di Abbey Road e quella nel numero 3 di Savile Row, a Londra.

Dunque, cibo americano a parte, arredi vintage e gadget variegati, per gli appassionati dell’Hard Rock Cafe, il suo più grande vanto ed orgoglio è proprio la mitica collezione dei cimeli appartenuti alle immense personalità sia musicali che cinematografiche.

Gli artisti di fama internazionale su cui Hard Rock Cafe concentra negli anni maggiormente la propria attenzione sull’esposizione sono i Beatles, Jimi Hendrix ed Elvis Presley, che rappresenta la quintessenza dell’Hard Rock! Nei Cafe di Las Vegas e Parigi c’è addirittura un intero spazio dedicato al re del rock. Non mancano nella collezione anche cimeli di Bon Jovi, Elton John, Madonna e i Queen.

Hard Rock Cafe stravince dai suoi primi passi. Un’idea vincente, geniale. Un bar ristorante dotato di anima hard rock, passione per la musica, venerazione per il talento, attenzione ai dettagli d’arredo, gusto e propensione per l’ottimo cibo e per il business. Un locale museo che, nonostante il decollo commerciale, non ha mai smesso di attirare amatori ed estimatori sensibili all’arte e al particolare, da tutto il mondo, desiderosi di viaggiare in un tempo che sembra cristallizzarsi al suon di ricordi e grande musica.

Fonte immagine: Pixabay

A proposito di Emilia Cirillo

Mi chiamo Emilia Cirillo. Ventisettenne napoletana, ma attualmente domiciliata a Mantova per esigenze lavorative. Dal marzo 2015 sono infatti impegnata (con contratti a tempo determinato) come Assistente Amministrativa, in base alle convocazioni effettuate dalle scuole della provincia. Il mio percorso di studi ha un’impronta decisamente umanistica. Diplomata nell’a.s. 2008/2009 presso il Liceo Socio-Psico-Pedagogico “Pitagora” di Torre Annunziata (NA). Ho conseguito poi la Laurea Triennale in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” nel luglio 2014. In età adolescenziale, nel corso della formazione liceale, ha cominciato a farsi strada in me un crescente interesse per la scrittura, che in quel periodo ha trovato espressione in una brevissima collaborazione al quotidiano “Il Sottosopra” e nella partecipazione alla stesura di articoli per il Giornalino d’Istituto. Ma la prima concreta possibilità di dar voce alle mie idee, opinioni ed emozioni mi è stata offerta due anni fa (novembre 2015) da un periodico dell’Oltrepo mantovano “Album”. Questa collaborazione continua tutt’oggi con articoli pubblicati mensilmente nella sezione “Rubriche”. Gli argomenti da me trattati sono vari e dettati da una calda propensione per la cultura e l’arte soprattutto – espressa nelle sue più soavi e magiche forme della Musica, Danza e Cinema -, e da un’intima introspezione nel trattare determinate tematiche. La seconda (non per importanza) passione è la Danza, studiata e praticata assiduamente per quindici anni, negli stili di danza classica, moderna e contemporanea. Da qui deriva l’amore per la Musica, che, ovunque mi trovi ad ascoltarla (per caso o non), non lascia tregua al cuore e al corpo. Adoro, dunque, l’Opera e il Balletto: quando possibile, colgo l’occasione di seguire qualche famoso Repertorio presso il Teatro San Carlo di Napoli. Ho un’indole fortemente romantica e creativa. Mi ritengo testarda, ma determinata, soprattutto se si tratta di lottare per realizzare i miei sogni e, in generale, ciò in cui credo. Tra i miei vivi interessi si inserisce la possibilità di viaggiare, per conoscere culture e tradizioni sempre nuove e godere dell’estasiante spettacolo dei paesaggi osservati. Dopo la Laurea ho anche frequentato a Napoli un corso finanziato da FormaTemp come “Addetto all’organizzazione di Eventi”. In definitiva, tutto ciò che appartiene all’universo dell’arte e della cultura e alla sfera della creatività e del romanticismo, aggiunge un tassello al mio percorso di crescita e dona gioia e soddisfazione pura alla mia anima. Contentissima di essere stata accolta per collaborare alla Redazione “Eroica Fenice”, spero di poter e saper esserne all’altezza. Spero ancora che un giorno questa passione per la scrittura possa trovare concretezza in ambito propriamente professionale. Intanto Grazie per la possibilità offertami.

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