Il 16 maggio 1975, l’alpinista giapponese Junko Tabei (1939-2016) compie un’impresa degna di nota: è la prima donna a scalare e raggiungere la vetta del Monte Everest.
Biografia di Junko Tabei
Junko Tabei è nata a Miharu, nella provincia giapponese di Fukushima, in una famiglia povera e numerosa (era infatti la quinta di sette figli). Ha cominciato ad appassionarsi all’alpinismo dall’età di 10 anni, in occasione di due gite scolastiche sui monti Asahi e Chausu. Sebbene la sua famiglia non fosse d’accordo con le sue aspirazioni, Tabei, dopo essersi laureata in letteratura inglese a Tokyo, ha deciso di cambiare vari lavori, con lo scopo di guadagnare abbastanza soldi per pagarsi le escursioni in montagna. Ciò sarà importante per quello che accadrà il 16 maggio 1975.
La scalata dell’Everest
In barba alle esigenze della società giapponese, Junko Tabei ha deciso di fondare, nel 1969, il Ladies Climbing Club, un club di alpinismo composto di sole donne, che aveva come slogan la frase “Andiamo a fare una spedizione all’estero, da sole” e ha completato alcune scalate in più di settanta paesi in tutto il mondo. Tuttavia, l’impresa più degna di nota è quella avvenuta il 16 maggio 1975, ovvero la scalata del monte Everest. Tutto è cominciato nel 1970, quando Tabei ha dato origine al progetto “donne giapponesi per la spedizione sull’Everest“, ottenendo il permesso, da parte del governo del Nepal, di guidare un gruppo di donne. Dopo un periodo di formazione di 5 anni, il gruppo ha raggiunto Katmandu e ha cominciato la scalata.
Tabei è arrivata in cima alla montagna in compagnia dello sherpa Ang Tsering, rimasto al suo fianco quando, dodici giorni prima di raggiungere la vetta, una valanga aveva travolto il campo in cui il suo gruppo si era accampato, e che le aveva fatto perdere i sensi.
Le imprese compiute dopo il 16 maggio 1975
Dopo il 16 maggio 1975, Junko Tabei ha continuato ad inseguire il suo sogno di alpinista: nel 1992 è diventata la prima donna ad aver completato le Seven Summits, le vette più alte di ogni continente della Terra, scalando il Kilimangiaro, in Tanzania (1980), l’Aconcagua, in Argentina (1987), il Denali, in Alaska (1988), l’Elbrus, in Russia (1989), il Vinson, in Antartide (1991), e il Puncak Jaya, in Indonesia(1992).
Junko Tabei è stata molto attiva anche sul fronte ecologista: nel 2000 si è laureata all’università Kyushu di Fukuoka, focalizzando i suoi studi sul problema dei rifiuti lasciati dagli alpinisti sul monte Everest. Tabei è stata, inoltre, direttrice dell’Himalayan Trust of Japan, un’organizzazione che ha lo scopo di preservare gli ambienti in quota. Fino all’età di 73 anni, la donna ha raggiunto ogni anno la vetta del monte Fuji, facendo da guida per gli studenti della città di Fukushima, colpita dal terremoto e dallo tsunami del 2011.
Infine, nonostante si sia ammalata di cancro (che la porterà alla morte nel 2016), ha continuato a scalare vette fino al 2015.
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