«Con la mia pittura, ho voluto legare le linee sfuggenti della natura» queste le parole di Paul Cezanne, nato il 19 gennaio 1839, che racchiudono i propositi della sua sfrenata ricerca artistica. Il suo linguaggio pittorico è infatti il frutto di uno studio intenso ed esplorativo sui suoi soggetti: egli non voleva limitarsi a rappresentare la natura per come appariva ma voleva sforzarsi a coglierne l’essenza, l’eternità.
185 anni dopo, ricordiamo la carriera artistica di Paul Cezanne, che nacque proprio il 19 gennaio 1839. Fu in un noto ritrovo di impressionisti, il Caffè Guerbois, durante una mostra del celebre fotografo Nadar, che alcuni giovani artisti, tra cui Cezanne, esposero i propri dipinti per la prima volta. Giocatori di carte è la sua opera più conosciuta e rappresenta al meglio quanto detto in precedenza: i personaggi non hanno un’identità precisa, ma grazie a un ingegnoso utilizzo delle linee, è facile intuire cosa esprimano i due, in questo momento di silenzio e riflessione: l’uomo con la pipa, caratterizzato da linee rette, si trova in contrapposizione con l’animo indeciso del giocatore a destra, caratterizzato da linee curve. È stato spesso ritenuto che i due soggetti siano gli alter ego dell’artista e del padre, il cui rapporto è sempre stato travagliato. Quest’ultimo era contrario alle scelte lavorative del figlio, ma nonostante ciò, venendo da una famiglia abbiente, ha sempre sostenuto Paul Cezanne, permettendogli di frequentare le migliori scuole d’arte.
Dopo la morte del padre, decise di ritirarsi in campagna dove si dedicò per lo più al ciclo delle Bagnanti. Ancora una volta, in questa serie di quadri, dipinti dal 1870 in poi, Paul Cezanne, nato il 19 gennaio 1839, si concentra sulla composizione nella sua interezza e sull’armonia tra forme primitive e colori astratti. Le donne ritratte sono prive di espressioni e tantomeno di erotismo: sono archetipi, modelli, creature anonime delle quali il pittore è interessato all’essenza e non alla compiutezza. Allo stesso modo viene dipinto il Ritratto di Vollard, nel quale si interrompono una volta per tutte i vincoli della prospettiva per raggiungere una definizione più autentica del soggetto: anti-mimetica e anti-narrativa.
Non solo parliamo di un artista che incarna le innovazioni del post-impressionismo ma anche di un personaggio che fu di ispirazione per le avanguardie del 1900, tanto che Picasso lo definì “il padre di tutti noi”. La montagna di Sainte Victorie è il quadro che più si avvicina agli stili del cubismo in quanto il soggetto rappresenta un elemento concettuale, senza che ci sia un primo piano o un’illusione di distanza. Il colore è applicato artificiosamente per dare l’impressione della forma. In questo modo Cezanne non interpreta i dati visivi come somma di componenti ma, nel riformulare il soggetto almeno sessanta volte tra acquerelli e disegni a partire dal 1880, suggerisce una riflessione sulla percezione della natura.
Fonte immagine in evidenza per 19 gennaio 1839, nasceva Paul Cezanne: Wikipedia