2 marzo 1933: King Kong esordisce al cinema

King Kong

2 marzo 1933, il celebre personaggio hollywoodiano di King Kong (creato da Cooper e Wallace) fece la sua prima apparizione

«Oh  no, non sono stati gli aeroplani. La bella ha ucciso la bestia»

La citazione, inserita dall’American Film Institute nell’elenco delle 100 battute più celebri della storia del cinema, proviene dalla bocca del regista Carl Danham (interpretato da Robert Armstrong), personaggio del film King Kong (1933). La première della pellicola di Merian C. Cooper ed Ernest B. Schoedsack (sceneggiata dallo stesso Cooper e da Edgar Wallace) si tenne il 2 marzo del 1933 a New York. 

King Kong di Merian C. Cooper ed Ernest B. Schoedsack, la trama di un classico del cinema 

La celeberrima pellicola racconta di un regista ambizioso (di nome Carl Danham); il quale, pur di scampare alla bancarotta, decide di girare il suo prossimo film su una misteriosa isola (soprannominata l’Isola del Teschio) situata al largo di Sumatra. Danham cerca disperatamente un’attrice protagonista e incontra una fanciulla dai capelli biondi,  che aspira a divenire una star: Ann Darrow. Alla ciurma si aggiunge anche l’ufficiale dell’esercito Jack Driscoll.

Purtroppo, la troupe cinematografica non sa che l’isola è popolata da dinosauri ed esseri mostruosi, tra cui lo scimmione  antagonista (forse protagonista) della vicenda. Gli indigeni, che abitano la fascia costiera dell’isola, sacrificano la bellissima Ann a King Kong per placare la sua ira. In seguito, la ragazza scopre che non deve temere Kong, poiché non è una bestia crudele ma una creatura dotata di sensibilità e intelligenza (aspetto evidenziato più nei successivi remake, tra cui quello di John Guillermin e Peter Jackson).

Denham organizza una spedizione che riesce a recuperare Ann e a catturare la bestia. Kong viene portato a New York dove, spaventato dalla luci e dalle macchine fotografiche, distrugge ogni cosa che incontra. Una volta ritrovata l’attrice per strada, il primate decide di salire in cima all’Empire State Building e poi soccombere ai proiettili degli aeroplani. 

Le origini di King Kong: le avventure di Cooper e la letteratura avventurosa e fantascientifica

Le origini di questa pellicola (e del personaggio omonimo) sono legate a diversi fattori. Come affermano gli storici del cinema, la vita di Merian Cooper fu piuttosto avventurosa (e anche spericolata). In gioventù, il futuro regista aveva frequentato la Lawrenceville School e  l’Accademia Navale. In seguito, Cooper fu espulso per insubordinazione ma non decise di abbandonare il mondo dell’esercito. Nel 1916 il rivoluzionario messicano Pancho Villa tentò di invadere gli Stati Uniti, perciò Cooper si arruolò nella Guardia Nazionale della Georgia per inseguire l’invasore latinoamericano. 

Dopo lo scontro con Villa, si aggiunsero altre due esperienze sul campo militare. In primis, l’ingresso degli USA nella Prima Guerra Mondiale (Cooper era nell’aviazione statunitense), successivamente nella Guerra polacco-sovietica (fece parte del Battaglione di Kościuszko, un gruppo di volontari americani che combattevano in Polonia contro i Sovietici).

Nel 1921, Cooper abbandonò l’esercito e iniziò a scrivere per il New York Times. Il suo primo film (codiretto con Schoedsack) fu Grass (1925), un documentario che racconta delle migrazioni dei Bakhtiari (popolazione iranica) per far pascolare il bestiame. Il duo Cooper-Schoedsack collaborò per un secondo film: Chang- La giungla misteriosa (1927), un documentario ambientato nella Thailandia settentrionale. 

Oltre alle avventure di Cooper, King Kong è figlio anche della letteratura d’avventura e fantascientifica di fine Ottocento e inizio Novecento. Il tema del mondo perduto (ossia di una terra isolata dal resto del mondo civile) proviene dal romanzo omonimo di Arthur Conan Doyle (il creatore di Sherlock Holmes), pubblicato nel 1912. L’opera racconta della missione del professor George Challenger (studioso di zoologia, medicina e antropologia) e di un gruppo di avventurieri su un altopiano in Venezuela che scoprono l’esistenza di  una foresta abitata da creature preistoriche e da mostruosi uomini-scimmia. Il romanzo, grazie al suo successo, venne adattato in un film diretto da Harry Hoyt nel 1925.

Altro esempio di mondo perduto è quello dello scrittore Henry Raider Haggard con il romanzo Le miniere di re Salomone (King Solomon’s Mines, 1885). Il protagonista Allan Quatermain scorta un gruppo di esploratori verso delle montagne sconosciute; dove il sovrano biblico trovò l’oro per il suo tempio. 

Emilio Varrà e la scimmia come protagonista dei racconti e dei film tra l’Ottocento e il Novecento 

Oltre a questo interesse per i mondi lontani, King Kong nasce anche dalla diffusione delle teorie di Charles Darwin sull’evoluzione degli esseri umani e dei primati. Emilio Varrà (docente presso l’Accademia delle Belle Arti di Bologna), in una voce dell’Enciclopedia per Ragazzi nel Dizionario Treccani, afferma che le scimmie e le scimmie antropomorfe apparvero in molte opere a cavallo tra i due secoli: Il libro della giungla di Rudyard Kipling, I delitti della Rue Murge di Edgar Allan Poe e Tarzan delle scimmie di Edgar Rice Burroghs; oppure Lo strano caso del dottor Jekyll e di Mr. Hyde di Robert Louis Stevenson, il mite scienziato Jekyll si trasforma in una creature piccola e spaventosa dall’aspetto mostruoso e scimmiesco (molto spesso trasformata in “un equivalente ottocentesco di Hulk” in film come La leggenda degli uomini straordinari e Van Hellsing).

Lo stesso Varrà spiega anche il successo eterno di una pellicola del genere: «Viene da chiedersi perché una storia simile sia destinata a godere di vita così lunga. La risposta è forse nella scena finale del film. Il mostro [..] è ora un enorme corpo morto, bersaglio solo delle macchine fotografiche di giornalisti curiosi. Un poliziotto ai piedi del gigantesco cadavere sospira con sollievo: «Ci sono riusciti gli aeroplani», ma riceve una strana risposta: «Oh no, non sono stati gli aeroplani… È stata la bella che ha ucciso la bestia!». E infatti la storia di King Kong è prima di tutto quella di un amore impossibile, quello tra la Bella e la Bestia, proprio come nella famosa fiaba. Qui, però, non c’è nessuna magia che può trasformare il mostro in principe: la distanza tra la creatura enorme, mostruosa e animalesca e la bella e fragile attrice rimane incolmabile e non può che trasformarsi in tragedia. Il grande e potente Kong muore per amore, ma anche perché gli uomini non hanno la sensibilità per comprenderne e accettarne i comportamenti e le emozioni. Sanno solo catturarlo e portarlo via dalla sua isola, metterlo in catene e sfruttarlo come attrazione nei teatri, per ottenere soldi e successo. I mostri sono talmente diversi da noi che non possono certo avere sentimenti e non meritano particolari attenzioni!»  (Emilio Varrà, King Kong in Enciclopedia per Ragazzi in Dizionario Treccani, 2006) 

Il film  è disponibile attualmente su Rai Play

Fonte immagine di copertina: Wikipedia Commons 

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024 e iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 25 gennaio 2021. Sono cresciuto con i programmi educativi di Piero e Alberto Angela, i quali mi hanno trasmesso l'amore per il sapere, e tra le mie passioni ci sono la letteratura, la storia, il cinema, la filosofia e il teatro assieme alle altre espressioni artistiche.

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