22 luglio 1934, John Dillinger fu ucciso in un agguato dell’FBI | Accadde oggi

22 luglio 1934

22 luglio 1934, il rapinatore di banche John Dillinger fu ucciso in un agguato degli agenti dell’FBI guidati da Melvin Purvis

Era il 22 luglio del 1934, quando il rapinatore di banche John Dillinger fu ucciso in un agguato organizzato dagli agenti del FBI (Federal Boureau Investigation), il quale era stato organizzato dal poliziotto Melvin Purvis. 

Costui è uno dei criminali statunitensi più noti della storia contemporanea, ricordato per essere divenuto il “Nemico pubblico” (definizione usata per criminali più pericolosi degli USA) e per la sua taglia, la quale chiedeva di consegnarlo alla polizia solo morto per ottenere la ricompensa. Sul sito web dell’FBI è possibile scoprire la sua vicenda.

John Dillinger e il 22 luglio 1934, i primi anni di vita a Indianapolis e a Mooresville e il primo arresto

John Dillinger nacque nel 1903 a Indianapolis (capitale dello stato dell’Indiana), suo padre era un droghiere ed era un uomo molto rigido. Quando John aveva l’età di sei anni, la madre morì e il marito decise di risposarsi. Dopo aver abbandonato gli studi, nonostante la sua intelligenza, il ragazzo iniziò a lavorare presso l’officina di un meccanico, ma non apprezzava la sua occupazione. A causa delle sue uscite serali e del suo comportamento, il padre decise di vendere il proprio negozio e si trasferì in una fattoria a Mooresville, affinché il figlio non sia “rovinato” dai vizi della città. Purtroppo il ragazzo non apprezzava la vita in campagna e si arruolò nella Marina, dopo un litigio con il genitore.

Successivamente, scelse di abbandonare la sua occupazione per ritornare a casa e sposare la sedicenne Beryl Hovious. I problemi economici fecero sì che il giovane entrasse in affari con Ed Sigleton, un losco criminale locale. I due organizzarono una rapina presso una drogheria a Mooresville.

Una volta scoperti, Ed si dichiarò innocente e fu condannato a due anni di prigione; invece, John (seguendo il consiglio paterno) scelse di dichiararsi colpevole. La situazione non migliorò, ma si aggiunsero anche altre accuse, tra le quali  quella di aggressione e di cospirazione. Fu liberato l’anno prima del 22 luglio 1934 , quando la matrigna pagò la cauzione. È da questo episodio che iniziò la carriera criminale di Dillinger e che porterà al fatidico evento del 22 luglio 1934.

La nascita della banda criminale e la rocambolesca evasione dalla prigione

In primis, creò una gang criminale assoldando diversi uomini, tra i quali c’erano Lester Gills (alias “Baby Face Nelson”), John Hamilton (detto “Red”), Harry Pierpont (conosciuto come “Peter”), John Paul Chase e Homer Van Meter. Lo stesso anno, i criminali rapinarono una banca a Bufflton (in Ohio) e il capobanda venne catturato e arrestato. La sua prigionia durò poco, Dillinger fu liberato da alcuni suoi collaboratori. Tre di essi entrarono nella prigione spacciandosi per poliziotti, che avrebbero riportato il malavitoso in Indiana. Con questo stratagemma, ingannarono l’ignaro sceriffo locale, liberarono il detenuto e uccisero due poliziotti. Gli sceriffi delle varie contee chiesero l’aiuto del neonato FBI, nonostante l’evaso avesse compiuto solo crimini locali.

Come affermato dal Dizionario Treccani, si tratta di un corpo di forze dell’ordine fondato nel 1908 da J. Edgar Hoover (il quale fu il primo direttore). Lo scopo dell’FBI è quello di combattere i crimini violenti che superano la giurisdizione dei dipartimenti di polizia metropolitani e degli sceriffi delle contee, assieme al terrorismo e al traffico di droghe. 

Nel frattempo, la gang derubò molte banche e attaccò due depositi di armi della polizia a Peru e Auburn  (ambedue in Indiana). Il 3 marzo del 1934, Dillinger era in una piccola prigione locale nella contea di Crown Point in Indiana, qui minacciò dei poliziotti con una pistola (che, in seguito, si rivelò finta e realizzata con il legno), quest’ultimi liberarono il detenuto che scappò con l’auto dello sceriffo. Il rapinatore abbandonò l’Indiana per l’Illinois, fu l’errore fatale che permise all’FBI di dargli la caccia. Tra gli agenti che si occuparono di questo caso c’era Melvin Purvis. 

L’agguato fallito a Little Bohemia e la svolta con Anna Sage

Il 1934 fu l’anno nel quale la paura per Dillinger si diffuse in tutti gli stati del Midwest americano. Un primo tentativo di catturarlo avvenne a Little Bohemia, in Winsconsin. L’ FBI aveva individuato un cottage, dove i fuorilegge si erano nascosti. Purtroppo, l’agguato fallì a causa di un guasto a due automobili,  che lasciò i tutori della legge a piedi. Inoltre, fu Baby Face Nelson a usare una mitragliatrice contro gli agenti, avvertito dall’abbaiare dei cani della struttura. Dopo il fallimento di questa iniziativa, J Edgar Hoover volle usare il pugno duro. Melvin Purvis e Samuel A. Cowley stabilirono a Chicago una sede operativa per organizzare le nuove indagini. 

La svolta che preparò il terreno per il 22 luglio 1934, arrivò il 21 luglio quando una misteriosa donna di nome Anna Sage si presentò alla polizia. Costei incontrò gli agenti Purvis e Cowley, i quali scoprirono la sua vera identità. In realtà si chiamava Anna Cumpanas, era originaria della Romania ed era un’immigrata entrata irregolarmente nel 1914, nonché proprietaria di un bordello locale. Pur di non essere espulsa, ella preferì fornire informazioni circa le attività di Dillinger. Anna riferì che Dillinger sarebbe andato al cinema con una ragazza, Polly Hamilton, ma non aveva ancora deciso se recarsi al Biograph o al Marbro Theatres.  Il ricercato scelse il cinema Biograph per assistere alla proiezione del film Le due strade (Manhattan Melodrama) di W. S. Van Dyke con Clarke Gable e Myrma Loy.

Il 22 luglio 1934, il giorno in cui Dillinger morì

La sera del giorno 22 luglio, due gruppi dell’ FBI avevano organizzato una trappola dividendosi tra le due strutture, dal momento che la donna non sapeva ancora in quale cinema Dillinger avesse intenzione di recarsi. 

Alle 22:30, egli era uscito dal Biograph con le due donne, poi si incamminò verso sinistra. Purvis, che era tra la folla, accese un sigaro, era il segnale per i suoi uomini.  Il criminale comprese di essere caduto in trappola, cercò di sparare, ma cadde a terra a causa di una raffica di colpi delle pistole di tre agenti dell’ FBI (Charles B. Winstead, Clarence O. Hurt e Herman E. Hollis).

Alle 22:50 all’Alexian Brothers Hospital il medico legale annunciò la morte di John Dillinger. Il suo fido collaboratore Baby Face Nelson fu ucciso il 27 novembre 1934 in un agguato del FBI, dove perì anche l’agente Cowley. 

Il cinema e la letteratura raccontano la vicenda di Dillinger

La letteratura e il cinema furono colpiti dalle vicende del “Nemico pubblico americano”. Il romanziere Stephen King scrisse un racconto ispirato agli ultimi giorni di vita del criminale (nonché la sua morte il 22 luglio) e quelli del suo amico Jack  “Red” Hamilton. Si tratta di La morte di Jack Hamilton, inserito nella raccolta di racconti Tutto è fatidico (Everything’s Eventual, 2002).

Anche il cinema ha voluto raccontare le losche imprese del criminale nato a Indianapolis. I due film più famosi sono Dillinger (1973) di John Milius (con Warren Oates nel ruolo di John Dillinger, Ben Johnson in quello di Melvin Purvis e Richard Dreyfuss in quello di Baby Face Nelson) e Nemico pubblico-Public Enemies (Public Enemies, 2009) diretto da Micheal Mann (con Johnny Depp, Christian Bale e Stephen Graham i rispettivi interpreti di Dillinger, Purvis e Baby Face Nelson).

Fonte immagine di copertina dell’articolo “22 luglio 1934, John Dillinger fu ucciso in un agguato del FBI | Accadde oggi”:  Wikipedia Commons

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024 e iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 25 gennaio 2021. Sono cresciuto con i programmi educativi di Piero e Alberto Angela, i quali mi hanno trasmesso l'amore per il sapere, e tra le mie passioni ci sono la letteratura, la storia, il cinema, la filosofia e il teatro assieme alle altre espressioni artistiche.

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