Il 23 febbraio 1455 ha inizio un’autentica rivoluzione culturale: la Bibbia di Gutenberg inaugura l’età del libro e la nascita dell’uomo moderno, prima ancora dell’incredibile scoperta di Cristoforo Colombo.
Il 23 febbraio 1455 viene dato alla stampa il primo libro della storia occidentale. E proprio qui risiede la rivoluzione: nasce la stampa a caratteri mobili.
Prima di tale data infatti il libro rappresenta un bene di rara accessibilità e fruizione. Ma grazie all’ingegno di un tipografo tedesco, diviene il principale strumento di diffusione culturale, giungendo ad ampliare l’accesso al sapere. Com’è noto, per secoli la copia dei testi è affidata al certosino lavoro degli amanuensi professionisti, copiando parola per parola e realizzando autentici capolavori, destinati tuttavia ad un pubblico elitario, e non esenti da errori ed omissioni, sia involontari che guidati dalla censura del tempo.
Dunque, per la prima volta, la realizzazione di un libro viene affidata non più al lavoro lentissimo e dispendioso degli amanuensi, bensì ad una macchina, grazie all’innovazione tecnica.
Ma analizziamone nel dettaglio l’excursus storico!
23 febbraio 1455: come nasce la stampa a caratteri mobili
Nel 1455 il vescovo Enea Silvio Piccolomini, che sarebbe poi diventato papa Pio II, scrive in una lettera indirizzata al cardinale Juan de Carvajal di aver incontrato «un uomo straordinario» e di aver visto dei fascicoli di una Bibbia «di scrittura molto chiara e corretta, senza errori da nessuna parte, che Sua Signoria avrebbe letto senza fatica e senza occhiali».
Il riferimento è a Johannes Gutenberg e al frutto del suo rivoluzionario ingegno: la prima Bibbia stampata con la tecnica a caratteri mobili.
Figlio di un incisore della zecca di Magonza, Johannes Gutenberg lavora come orafo ed incisore, prima nella sua città, poi a Strasburgo. Qui comincia ad occuparsi del conio delle monete e della lavorazione dei metalli. Proprio quest’ultima esperienza è il fulcro per l’ideazione di un nuovo sistema di riproduzione dei libri. All’inizio del XV° viene introdotta una tecnica basata su una matrice di legno, sulla quale verrebbe impressa un’intera pagina. Tuttavia tale sistema si rivela subito scomodo e per nulla economico, dal momento che la matrice risulterebbe dopo poco inutilizzabile.
Forte della sua esperienza con i metalli, Gutenberg, tornato a Magonza, mette a punto una lega di piombo e metallo, da cui è possibile ricavare singoli caratteri, anche riutilizzabili ogni volta. Basta soltanto cambiarne la disposizione sotto la pressa, e un diverso risultato sul foglio è presto ottenuto.
Nasce la cosiddetta “stampa a caratteri mobili”, utilizzata inizialmente solo per indulgenze, calendari e grammatiche. Ma la vera sfida consiste nel riuscire a riprodurre un’opera complessa e voluminosa come la Bibbia.
A tal proposito, per realizzare tale monumentale impresa, Gutenberg necessita del sostegno economico del banchiere Johann Fust, che diviene suo socio in affari.
L’incredibile operazione ha inizio in realtà nel 1452, prendendo come riferimento non una versione qualsiasi della Bibbia, bensì quella tradotta in latino da San Girolamo, comunemente nota come Vulgata. La versione stampata del libro viene riprodotta in due volumi, comprendenti Antico e Nuovo Testamento, su carta di stracci (in fibra di pergamena), in seguito anche su canapa italiana, per un totale di 1282 pagine. Un lavoro niente affatto semplice, impiegando infatti ben tre anni per concludere la stampa di 180 copie. Ma comunque, un tempo sempre inferiore a quello che un amanuense avrebbe impiegato per realizzare una sola copia.
La disposizione del testo è realizzata in ogni pagina su due colonne di 42 righe ciascuna, da cui il nome con cui è alternativamente e popolarmente conosciuta di Bibbia a 42 linee. Le 180 stampe della Bibbia fanno la fortuna del sistema a caratteri mobili, anche se, da tale successo, Gutenberg viene toccato solo marginalmente, dal momento che il suo nome non compare su nessun testo.
Per ragioni economiche, infatti, è costretto a cedere i diritti sulla sua invenzione a Fust. Solo attraverso le testimonianze dell’epoca diviene possibile successivamente riconoscere i meriti dell’ideatore originale.
23 febbraio 1455: composizione della stampa a caratteri mobili
Come anticipato, la Bibbia di Gutenberg si compone di due volumi di 322 e 319 fogli, per un totale di 641 fogli, ovvero 1282 pagine. L’Antico Testamento occupa il primo volume e una parte del secondo, contenente anche tutto il Nuovo Testamento.
Delle 180 copie a stampa realizzate, 40 vengono stampate su pergamena e 140 su carta di canapa, importata dall’Italia.
Nonostante la macchina sia l’ingrediente rivoluzionario, l’intera lavorazione è essenzialmente manuale. Per comporre ogni linea di testo, occorre selezionare singolarmente i caratteri (in rilievo e invertiti), corrispondenti alle lettere delle parole, e posizionarli in una forma speciale, situata sul piano della pressa. Una volta composte tutte le linee, la forma viene ricoperta d’inchiostro con l’ausilio di pennelli di crine di cavallo. Si posiziona poi una pagina di carta, preventivamente inumidita, compressa da una tavola di legno, sotto l’azione di una vite di legno. Le presse, a loro volta, sono manovrate da due operai, ai quali vanno aggiunti quelli impiegati per i caratteri, l’inchiostratura, la preparazione dei fogli di carta, la piegatura e così via, ammontando così anche ad una ventina di persone.
Per la composizione del carattere, Gutenberg si rifà alla scrittura gotica, utilizzata all’epoca per i testi liturgici.
Tutte le righe terminano allineate sul margine destro, parlando a tal proposito di righe “giustificate”, termine e metodo tutt’oggi utilizzati. Per ottenere la giustificazione, Gutenberg non utilizza però spazi di dimensione variabile fra le parole, ma distribuisce segni di punteggiatura più o meno larghi, impiegando delle legature e sostituendo alcune parole con le loro abbreviazioni. Lo spazio poi destinato a rubriche e miniature è lasciato bianco, per essere decorato da artisti di fiducia dell’acquirente.
23 febbraio 1455: dalle copie agli incunaboli
Delle 180 copie stampate da Gutenberg, oggi ne sopravvivono 49 sparse nel mondo, insieme a pagine sciolte conservate in alcune biblioteche, come quella del Museo Correr di Venezia o la Biblioteca Municipale di Colmar in Alsazia. Nel 1978 il Museo di Gutenberg di Magonza ne acquisisce una preziosa copia, custodita in un caveau, da aggiungere agli altri preziosi oggetti esposti, protagonisti di questa straordinaria rivoluzione culturale, vale a dire prototipi di torchi da stampa e alcune fedeli riproduzioni dei caratteri metallici originari.
La maggior parte degli esemplari della Bibbia di Gutenberg sopravvivono in Germania, paese di origine del tipografo, tre copie su pergamena in Francia, presso la Bibliothèque Nationale de France, e una copia su carta presso la Biblioteca Mazzarino di Parigi.
Un esemplare permanentemente esposto dalla Fondation Martin Bodmer si trova poi vicino Ginevra, ma anche l’Italia può vantare di possedere un pezzo di storia: la Biblioteca Apostolica Vaticana, a Roma, conserva due copie, una in pergamena e una in carta.
Un esemplare della Bibbia di Gutenberg inoltre è attualmente proprietà dell’imprenditore Bill Gates, aggiudicata nel 1994 durante un’asta per un importo di circa dieci milioni di dollari.
Su modello della Bibbia del 1455 vengono riprodotte diverse opere, definite “incunaboli”. La prima tipografia italiana a realizzarne nasce a Subiaco nel 1465, dove tra i primi esemplari si annovera il De Civitate Dei di Sant’Agostino, una cui copia è oggi conservata presso la Biblioteca di Storia Patria di Napoli, un vanto e primato per la città partenopea.
Diffusione della stampa a caratteri mobili
Le classifiche ufficiali di vendita dei libri riportano la Bibbia di Gutenberg come uno dei testi più venduti in assoluto, con la stima di stampe nel corso dei secoli pari a quasi 4 miliardi di copie.
Nel 2001 viene finalmente inserita dall’UNESCO nell’elenco della Memoria del mondo.
Non c’è dubbio, l’intuizione di Gutenberg è davvero una rivoluzione per la cultura letteraria: negli anni successivi alla pubblicazione della prima Bibbia, moltissimi tipografi si recano a Magonza per apprendere quella straordinaria tecnica innovativa, e nel giro di una manciata di anni la stampa a caratteri mobili si diffonde in tutta Europa, riappropriandosi di quella cultura letteraria ancora rinchiusa nelle biblioteche dei monasteri.
Gutenberg dà voce a tale esigenza, utilizzando il suo acume tecnico per trasformare le già note tecniche xilografiche (stampa a caratteri fissi che riproducono la stessa pagina) in quella che sarà la produzione industriale dei libri, seriale e molto più economica.
Di sicuro una tra le più strabilianti invenzioni che l’uomo abbia mai realizzato.