25 dicembre 2012, le sale cinematografiche statunitensi proiettano il film Django Unchained, il western di Quentin Tarantino.
Django Unchained, il western revisionista di Quentin Tarantino, debuttò nelle sale cinematografiche statunitensi il 25 dicembre 2012. Il film del regista e sceneggiatore di Knoxville, autore di cult come Le Iene, Pulp Fiction, Kill Bill e Bastardi senza Gloria, ha come protagonisti Jamie Foxx nei panni di Django Freeman, Christoph Waltz in quelli del dottor King Schultz, Kerry Washington in quelli dell’amata Broomhilda e Leonardo DiCaprio in quelli del perfido e crudele latifondista Calvin J. Candie.
La cinefilia di Quentin Tarantino, l’ossessione per il film del passato e per la cultura pop
Oltre ad essere un regista, Tarantino è un cinefilo accanito. La sua carriera lo dimostra, grazie alle citazioni di pellicole di altri autori o di altre epoche: Kill Bill omaggia i film di arti marziali di Bruce Lee e di molti attori cinesi e hongkonghesi; Bastardi senza Gloria si rifà alle pellicole Quella sporca dozzina di Robert Aldrich e Quel maledetto treno blindato di Enzo G. Castellari (distribuito negli USA con il titolo di The Inglorius Bastards), ma anche ai fumetti Marvel su Nick Fury e gli Howling Commandos (la squadra militare della Marvel che vediamo nel film Captain America: Il primo vendicatore); invece, Jackie Brown (con Pam Grier) cita i film blaxpolitation degli anni Settanta.
I padri di Django Unchained: lo spaghetti-western e il blaxpolitation
Django Unchained è una lettera d’amore di Tarantino per due suoi generi cinematografici preferiti. Il primo è lo spaghetti-western, quel cinema western prodotto in Italia e (in un primo momento) considerato di serie B in America. Mentre il western classico (quello di John Wayne) è un genere celebrativo, con protagonisti che sono moralmente buoni, il western all’italiana preferisce personaggi rozzi e più realisti come cacciatori di taglie o banditi. Il genere ha avuto come rappresentanti massimi: Sergio Leone con la Trilogia del Dollaro (Per un pugno di dollari, Per un altro pugno di dollari e Il buono, il brutto e il cattivo) e la Trilogia del Tempo (C’era una volta nel West, Giù la testa, C’era una volta in America) e Sergio Corbucci con Django, Il grande silenzio e Il Mercenario.
Il personaggio di Foxx deve il suo nome al Django di Franco Nero (il quale fa un cameo nel film); invece, la scena finale con Django Freeman che distrugge la tenuta di Candie cita la scena finale di C’era una volta il West, così come lo schiavo Stephen (fedele al perfido padrone) urla contro il protagonista «Sei un maledetto figlio di…» sono le stesse parole di Tuco ne Il buono, il brutto e il cattivo. Il blaxpolitation è il secondo genere citato da Tarantino: in particolare (secondo un articolo del Volture), il film Libero di Crepare (The Legend of the Nigger Charley). Il protagonista è un giovane afroamericano che si ribella alla schiavitù del Profondo Sud.
Oltre a questi due generi, il regista è stato influenzato anche da altre pellicole. In primis, c’è Mandingo, diretto da Richard Fleischer e prodotto da Dino De Laurentis. Si tratta di un dramma storico ambientato negli Stati del Sud (prima della Guerra Civile Americana), la storia di uno schiavo di colore costretto a combattere nei tornei organizzati dai padroni bianchi, proprio come Candie.
Per il titolo “Unchained”, il cinefilo di Knoxville si è rifatto al titolo scelto per il peplum Ercole e la regina di Lidia (di Pietro Francisci) per il mercato americano: Hercules Unchained. Sia il film di Francisci che di Tarantino condividono le vicende di un eroe che scappa dalla schiavitù.
25 dicembre 2012: un nuovo modo di concepire il cinema western
Dieci anni fa, il 25 dicembre 2012, il pubblico americano si reca in sala per vedere un western revisionista. Lo stesso Tarantino aveva affermato, in una dichiarazione su The Daily Telegraph, di voler affrontare questo tema nel suo film western, dal momento che gli è sembrato che i suoi compatrioti volessero piuttosto nasconderlo per vergogna.
Il western revisionista rappresenta un nuovo corso del cinema western partito negli anni Sessanta-Settanta. Il primo esempio è Il piccolo grande uomo di Arthur Penn, il quale affronta la questione dei nativi americani come oppressi anziché feroci selvaggi. Non esistono più i buoni o i cattivi; bensì, uomini e donne che cercano di sopravvivere.
Da quel momento, il rapporto tra il western e i suoi temi è cambiato, così Hollywood ha dato vita a film come Balla con i lupi di Kevin Costner, Gli spietati di Clint Eastwood, Geronimo di Walter Hill, Quel treno per Yuma di James Mangold, L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford di Andrew Dominik, Django Unchained eThe Hateful Eight di Tarantino, I magnifici 7 di Antoine Fuqua e Il Potere del cane di Jane Champion. Revenant-Redivivo di Alejandro González Iñárritu è spesso considerato parte di questo genere, nonostante sia ambientato nei primi del XIX secolo nel Nord Dakota e non nelle praterie del sud-ovest.
Oltre al film, Django Freeman ha vissuto delle avventure anche nei fumetti. Tra il 2014 e il 2015, la Dynamite Entertainment pubblicò la serie di fumetti Django/Zorro, sceneggiata da Tarantino e disegnata da Matt Wagner. In questa serie a fumetti, seguito del film del regista italoamericano, Django si avventura a Ovest e incontra l’anziano nobile californiano don Diego de La Vega e il suo maggiordomo muto Bernardo. I due uniscono le proprie forze per combattere il perfido latifondista Langdon e don Diego riprende i panni del leggendario giustiziere Zorro.
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