26 agosto 1789: La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino

26 agosto 1789

La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 26 agosto 1789 è il risultato dell’epilogo della Rivoluzione Francese svoltasi lo stesso anno; essa segna definitivamente una svolta per i diritti in capo al popolo. 

Dalla Rivoluzione Francese al 26 agosto 1789 

La Rivoluzione Francese è stato un periodo di grandi sconvolgimenti politici, sociali ed economici per la Francia. Conosciuta come uno degli eventi più importanti nella storia del mondo occidentale, essa deriva dal divario creato tra il Re Luigi XVI, e il suo popolo, non soddisfatto del suo operato.  

Il sistema che si decise di combattere è conosciuto come Antico Regime, il che va ad indicare un’organizzazione socio-politica accusata di corruzione e tirannia, basata su tre ordini: il clero, la nobiltà e il terzo stato, di cui i primi due beneficiari di privilegi, quali ad esempio le esenzioni fiscali, al contrario dell’ultimo, stanco dei soprusi e dell’inuguaglianza sociale che permeava sul 90% della popolazione.  

Quest’ultima, così, decise di convocare gli Stati Generali, un’assemblea che riuniva tali tre ceti, spinti da altri due fattori culturali che indubbiamente hanno favorito tale scelta: 
prima di tutto l’esempio della Rivoluzione Americana, e successivamente l’Illuminismo, corrente diffusa in Francia proprio in quegli anni e la quale si basa su tre principi cardine: Razionalismo, Egualitarismo e Contrattualismo, che si ponevano l’obiettivo di combattere un nemico comune: la Monarchia Assoluta

Fu tale ideologia che fece sì che i cosiddetti Stati Generali diedero vita all’Assemblea nazionale costituente, ovvero un corpo di rappresentanti parte dei tre ordini sociali, i quali giurarono fedeltà fin quando il risultato non sarebbe stato una nuova costituzione.  

Tale organismo dovette inevitabilmente riconoscere l’aggravarsi degli eventi successivi alla presa della Bastiglia, per annunciare ufficialmente che il regime feudale era interamente distrutto, e con esso i privilegi che custodiva.

È così che nacque un motto che sarà cardine per la storia francese e che porterà alla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino del 26 agosto 1789: Libertà, uguaglianza, fraternità

Il 26 agosto 1979: La Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino 

A seguito di sei settimane della Presa della Bastiglia e tre settimane dall’abolizione ufficiale del sistema feudale, viene emanata la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino. 

Come già menzionato, la Dichiarazione Americana del 1776 sicuramente ha giocato un ruolo importante per i rivoluzionari francesi, che, come i primi, hanno dedicato 17 articoli ai diritti naturali, inalienabili e sacri dell’uomo, così come i diritti fondamentali, individuali e collettivi, validi in qualsiasi tempo, spazio e luogo. 

La Dichiarazione promulgata il 26 agosto 1789 riconosce per la prima volta l’uguaglianza degli uomini di fronte alla legge; essi nascono liberi ed uguali nei diritti, al di là di qualsiasi appartenenza sociale.  

Si assegna ad ogni associazione politica lo scopo di conservare i diritti in capo all’uomo e trattarli in quanto tali in qualsiasi forma essi vengano espressi; dalla salute, alla proprietà, alla sicurezza; ciò comporta dei limiti, determinati solo ed unicamente dalla legge, non autorizzata a valicare la libertà personale nel momento in cui quest’ultima non lede nessun individuo. 

Tale Dichiarazione, quindi, prevede che la legge sia uno strumento supremo di ordine, ma che non possa vietare azioni che non siano nocive alla società stessa, in cui qualsiasi individuo è titolare degli stessi diritti e doveri, sia in caso di protezione, sia in caso di punizione.  

Tale documento diventa sempre più emancipatorio nel momento in cui sancisce la libertà d’espressione; all’articolo 11 recita così: la libera comunicazione dei pensieri e delle opinioni è uno dei più preziosi diritti degli uomini. Ogni cittadino può dunque parlare, scrivere e pubblicare liberamente, salvo a rispondere dell’abuso di questa libertà nei casi determinati dalla legge. 

Quest’ultima diventa, dunque, espressione della volontà generale volta a promuovere l’uguaglianza dei diritti. 

Un altro pilastro è sicuramente il principio di sovranità democratica per il quale quest’ultima risiede essenzialmente nella Nazione: è il popolo ad essere sovrano. 

Sulla base di tali principi, infatti, tale testo è stato elaborato da una sottocommissione che, successivamente, ha presentato il resto alla discussione dell’Assemblea Nazionale. Essa diventa quindi il risultato di un’elaborazione collettiva.  

È possibile affermare, così, che il 26 agosto 1789 è stato un evento spartiacque per la storia dell’evoluzione del diritto, in quanto tale Dichiarazione rivestirà un ruolo fondamentale per il futuro delle democrazie europee, il rinnovamento della società e lo sviluppo di materie quali il diritto internazionale dei diritti umani, che a sua volta sarà alla base della promulgazione di un documento altrettanto centrale: la Dichiarazione Universale dei diritti umani ad opera dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 10 dicembre 1948. 

La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 26 agosto 1789 venne successivamente ampliata e modificata negli anni avvenire, e nel 2003 l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO), l’ha inserita nell’Elenco delle Memorie del mondo. 

Fonte Immagine Articolo “26 agosto 1789: la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino”: Wikipedia

A proposito di Marianna Piroddi

Classe 1998, nata e cresciuta a Napoli. Da sempre amante della scrittura, sento di aver vissuto in più mondi: dalla musica, all’arte, fino ad arrivare al cinema, alle serie tv e ai libri. Tutti estremamente importanti per la realizzazione della mia persona, senza la quale non avrei potuto viaggiare e vivere più vite simultaneamente. Da poco laureata magistrale in Relazioni Internazionali presso l’Università la Sapienza di Roma.

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