Il 26 maggio 1937 si commemora il giorno in cui le truppe italo-tedesche hanno invaso Guernica durante la Guerra Civile spagnola.
Guernica fino al 26 maggio 1937
Il 17 luglio 1936 ha segnato l’inizio della guerra civile spagnola, che terminerà con la salita al potere del generale Francisco Franco, i cui militari attuarono un colpo di stato per spodestare il Fronte Popolare, partito di sinistra, che democraticamente aveva vinto le elezioni ed era salito al potere.
La guerra cominciò proprio quando tutti i gruppi di estrema destra, comprese le forze cattoliche e monarchiche, si unirono contro l’estrema sinistra, tra cui i repubblicani, per dare il potere al summenzionato Franco, il quale darà vita ad una vera e propria dittatura che durerà ben 35 anni, sia nella zona sud che nord-ovest della Spagna.
Ciò che si può sottolineare è che il Paese, sicuramente molto prima dell’attacco italo-tedesco del 26 maggio 1937, si presentava estremamente diviso a causa dell’abolizione della monarchia nel 1931, che portò le forze della sinistra a salire al potere, ma sul quale si rovesciò un gran numero di dissenso.
Il parlamentare Calvo Sotelo, infatti, dichiarò più volte come laddove la sinistra non si fosse presentata abbastanza in grado di guidare il Paese, la soluzione sarebbe divenuta automaticamente un controllo militare.
26 maggio 1937: il bombardamento
Il giorno tanto temuto, difatti, arrivò con un «pronunciamento» compilato dai generali dell’esercito, in cui si dichiarava ufficialmente l’opposizione alla repubblica. Le forze di destra, in particolare i nazionalisti, non erano sole; al contrario, molteplici aerei italiani furono forniti al fine di bombardare Madrid e Barcellona.
Si contano, così, 17 missioni per un totale di 50 tonnellate di bombe, con il quale i primi conquistarono la Catalogna in pochissimi mesi.
A capo delle forze nazionaliste, Emilio Mola, si espresse così: «se non vi sottometterete subito, raderò al suolo la Biscaglia.»
Il bombardamento di Guernica, in particolare, avvenne il 26 maggio 1937, tramite un’incursione aerea con la partecipazione dell’aviazione legionaria italiana contro la cosiddetta città basca.
Il piano fu studiato nei minimi dettagli: inizialmente si lasciò credere fosse unicamente un giro di ricognizione che portò i primi due aerei a tornare dritti alla base; ciò lasciò credere a tutti coloro che avevano cercato riparo di poter uscire allo scoperto, per poi essere prepotentemente bombardati 15 minuti dopo, con ordigni di ogni tipo: dalle bombe convenzionali a quelle incendiarie.
Le persone tentarono di fuggire nei campi ma anche questo tentativo fu inutile, in quanto i cacciabombardieri mitragliavano uomini donne e bambini senza distinzione.
Ancora, infatti, si scatenò una seconda ondata persino nella zona del ponte Rentería, priva di valenza militare, ma che registrò un totale di 36 bombe da 50 kg, così come vennero utilizzati degli spezzoni incendiari da 10 kg raggruppati in tubi di alluminio, nati con l’intenzione di carbonizzare.
La Legione Condor, unità militare aeronautica formata da volontari provenienti dalla Germania di Hitler, riuscì a tagliare tutte le fonti di comunicazione e le linee telefoniche delle città colpite, così come annunciò il blocco dei porti repubblicani della costa.
Furono colpite fabbriche di armi, ferrovie, monumenti ed abitazioni.
Nonostante sia Italia che Germania avessero motivato tale gesto per mostrare appoggio ai nazionalisti franchisti che vivevano il colpo di stato, il 26 maggio 1937 risulta a tutti gli effetti un attacco terroristico contro la popolazione civile, che si decimò di 1/3, registrando 1654 morti e 889 feriti.
La motivazione reale risiede nella posizione strategica che Guernica occupava geograficamente: essa si trovava sulla strada per Bilbao, che Franco mirava a conquistare perché rappresentava il luogo prescelto per un’eventuale ritirata dei repubblicani.
Egli, quindi, volle dare una dimostrazione di forza, che si manifestò in uno degli atti di terrore più atroci della storia.
La reazione a livello internazionale fu devastante: i giornali esteri definirono tale giorno «un nefasto crimine.»; al contrario, Franco, si giustificò incolpando i comunisti: «Guernica è stata distrutta dal fuoco e dalla benzina. Sono state le orde rosse a bruciarla fino alle fondamenta.»
A causa dell’indebolimento delle forze repubblicane, l’ostacolo posto dalla Francia al governo di Valencia al fine di inviare dei rifornimenti via aerea, e la netta inferiorità militare delle prime, i governi di Regno Unito e Francia riconobbero la legittimità del regime di Francisco Franco, segnando la vittoria dei nazionalisti il 1° aprile 1939.
26 maggio 1937: Guernica nell’arte
La guerra civile spagnola è un evento che non solo ha segnato la storia del Paese, ma del mondo intero. A seguito del 26 maggio 1937 numerosi artisti decisero di partecipare attivamente per la liberazione del Paese:
George Orwell, insieme alla moglie, decise di combattere come membro del Partito Operaio di Unificazione Marxista (POUM); ciò lo porterà a scrivere Omaggio alla Catalogna, un racconto autobiografico della sua esperienza.
Ernest Hemingway si recò in Spagna come giornalista, intento a raccogliere prove da diffondere nel resto del mondo.
Pablo Picasso, con il dipinto Guernica: egli, con l’intento di condannare la società, scelse di rappresentare una vera e propria condanna politica su una tela lunga 8 metri e alta tre e mezzo.
Essa, commissionata in vista dell’Esposizione internazionale di Parigi nel 1937, rende lampante tale scelta fin dal primo sguardo: le dimensioni così imponenti hanno lo scopo di “aggredire” lo spettatore, che fin da subito percepisce l’impatto di un accaduto storico così tragico.
Tale quadro, che si legge da sinistra a destra, racconta dei problemi della Spagna nel suo complesso: dalla povertà, ai privilegi nobiliari ed ecclesiastici, alla morte, alla perdita, all’abbandono. Il 26 maggio 1937 è raccontato nei minimi dettagli, ad esempio nella rappresentazione degli animali, che divengono vittime al pari dell’uomo, così come dei bambini: nessuno è stato risparmiato.
L’opera è stata esposta per oltre quarant’anni al Museum of Modern Art (MOMA) di New York, con la promessa che sarebbe ritornato in Spagna laddove libertà e democrazia tornassero a regnare; ad oggi, quindi, esso è esposto al Museo Reina Sofía, sito a Madrid.
A seguito della prima esposizione di tale opera è possibile ricordare la domanda posta dall’ambasciatore nazista Otto Abetz: «l’avete fatto voi quest’orrore?», a cui segue la risposta esemplificativa del pittore Pablo Picasso, che racchiude in poche parole il senso di tutta la vicenda: «no, è opera vostra.»
Fonte Immagine “26 maggio 1937: la strage di Guernica”: Wikipedia