Il 26 novembre 1827 nasce Ellen G. White, una delle fondatrici del Movimento Avventista del Settimo Giorno.
Ellen G. White nacque a Gorham, nel Maine, il 26 novembre 1827, ed è considerata una delle più importanti personalità religiose statunitensi; i suoi genitori appartenevano alla Chiesa metodista episcopale, nell’ambito della quale avevano spiccato per l’immenso lavoro di conversione delle persone e per il consolidamento della Causa di Dio.
A dodici anni la ragazza dona il proprio cuore a Dio. Il 26 giugno del 1842 chiede di ricevere il battesimo per immersione a Casco Bay, nella città di Portland: viene quindi accolta come membro nella Chiesa metodista.
Insieme a sette tra sorelle e fratelli, Ellen crebbe in una famiglia numerosa e severa al tempo stesso, che però seppe farle comprendere i giusti valori religiosi che caratterizzano l’esistenza.
26 novembre 1827: nasce una religiosa seria e devota
La serietà spirituale di Ellen G. White fu importantissima per le azioni successive. L’attaccamento alla Bibbia, l’onestà, il senso del dovere, l’amore, il rispetto per gli altri: furono questi i cardini dell’educazione che i genitori diedero alla figlia.
Ricordiamo che il periodo che va dal 1840 in poi è segnato, in America, da un profondo risveglio religioso: si organizzavano riunioni volte a far sì che sempre più persone si convertissero al Signore, ma anche incontri di preghiera, e fu per questo che si verificò quello che, dagli storici, è stato definito un vero e proprio risveglio religioso generale, che spianò la strada a colei che è definita una profetessa a pieno titolo.
Ellen G. White fu un vero e proprio capo religioso, ma anche una scrittrice attenta, nonché moglie e madre di famiglia; la sua influenza è ancora oggetto di studio di vari intellettuali, anche al di là dell’ambito prettamente religioso.
La religiosa e poetessa statunitense riuscì, con i suoi scritti, ad offrire incoraggiamento e, allo stesso tempo, guida ed istruzione alla Chiesa. La scrittrice, spiegò in modo chiaro che la Bibbia è la norma in base alla quale ogni esperienza della quotidianità dev’essere provata e vissuta. Il modo in cui ciò viene scritto è semplice e diretto per far sì che sia chiaro a tutti, con autenticità.
Quella di Ellen G. White fu un’esistenza non semplice, caratterizzata da vari lutti che la misero a dura prova; nonostante ciò, la fede e il donarsi a Dio non vacillarono mai ma, anzi, crebbero ulteriormente. A tal proposito, in un momento di dolore, la religiosa scrisse: «Nel vedere il lavoro svolto da Dio sono piena di stupore e di fiducia in Cristo come guida. Non abbiamo niente da temere per il futuro se non il rischio di dimenticare il modo in cui il Signore ci ha guidati nel passato». Un messaggio forte, simbolo di generosità, onestà e coraggio, ma soprattutto di tenacia: tutte qualità proprie di una donna che accettava i limiti della sua vita, e li accettava con fede.
Ellen G. White, la messaggera del Signore
Gli scritti di Ellen G. White, nata il 26 novembre del 1827, hanno avuto larga diffusione nel mondo e sono stati tradotti in decine di lingue. La Chiesa Avventista del settimo giorno, nel diciassettesimo articolo di fede della Chiesa Avventista, riporta: «Uno dei doni dello Spirito Santo è la profezia. Questo dono è un segno d’identificazione della chiesa del rimanente e fu manifestato nel ministerio di Ellen G. White».
Fu chiamata, dalla Chiesa Avventista, messaggera del Signore e non profetessa, come affermato da altri e come lei stessa affermò più volte. Lei stessa, infatti, dichiarò: «Io non ho altre affermazioni da fare se non che sono stata informata di essere la messaggera del Signore; che Egli mi ha chiamata nella mia gioventù per essere sua messaggera, ricevere la sua Parola e dare un chiaro e deciso messaggio nel nome del Signor Gesù». Il riferimento è all’incidente di cui fu vittima E. G. White da bambina, quando un bambino la colpì sul naso con un sasso, motivo per il quale dovette abbandonare la scuola.
Le opere della religiosa si basavano principalmente su argomenti di teologia, evangelizzazione, educazione e salute.
Durante il suo ultimo viaggio, durato ben cinque mesi, parlò in pubblico settantadue volte in ventisette luoghi diversi, sottolineando l’importanza del movimento al quale apparteneva.
Nel 2014 lo Smithsonian Magazine l’ha inclusa nella lista dei “100 americani più influenti di tutti i tempi”.
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