29 aprile. Giornata Internazionale della Danza
La danza è una straordinaria forma d’arte in grado di esprimere con il corpo ciò che generalmente le parole tentano di comunicare. È una disciplina dotata di una propria struttura, rigore, determinazione, creatività e immensa bellezza. Dalle 5 posizioni base, il ballerino esegue mirabili coreografie.
Che si tratti di danza classica (propedeutica ad ogni tipo di danza), moderna, contemporanea, hip hop, reggae, latina, la Danza non conosce barriere, per cui non sperimenta limite di alcun genere. Chi danza porta con sé il senso estremo di libertà, irradiandolo intorno a chi l’osserva. Danzare diviene un modo di vivere, perché un’arte così completa non può che coinvolgere corpo e mente, nutrendo l’anima e guarendo il cuore.
Pertanto, non stupisce come sia stata dedicata alla Danza una giornata simbolica per omaggiarla. Così, nel 1982 l’International Dance Council dell’UNESCO istituisce il 29 aprile come “Giornata Internazionale della Danza”. La data viene scelta in onore di Jean-Georges Noverre – nato a Parigi il 29 aprile 1727 -, il riformatore del balletto francese.
Tale evento si pone quale principale obiettivo quello di celebrare l’ingegno e la libertà espressiva della danza, che, con il suo linguaggio universale, raggiunge ogni frontiera, superandola, senza distinzioni linguistiche, geografiche, fisiche, generazionali, razziali e religiose.
29 aprile. Giornata Internazionale della Danza: excursus storico
Prima del 2001 la Giornata Internazionale della Danza viene celebrata solo all’estero. Sarà la grande ballerina e coreografa partenopea Gabriella Stazio ad introdurla anche in Italia, divenendone il direttore artistico. La sua creazione parte proprio da Napoli, in collaborazione con la sua compagnia Movimento Danza, fondata nel 1981, attraverso lezioni, eventi e iniziative volti a far conoscere e celebrare la Danza nella sua rosa di forme e sfumature. Ma facciamo un passo indietro.
La danza e il suo linguaggio esistono sin dall’era preistorica, quando la stessa viene adoperata nei rituali religiosi e propiziatori, quale danza tribale. Attraversa l’antichità e i secoli, trovando però una sua definizione e codificazione solo nel XVII, quando l’Académie Royale de Danse, fondata a Parigi nel 1661 per volere di Luigi XIV di Francia, determina e sviluppa i princìpi fondamentali dell’arte coreografica. Ecco perché i passi di danza sono denotati con terminologia francese. Nei secoli successivi, e dal Novecento ad oggi, la danza si sviluppa ulteriormente, lasciando testimonianze e simbologie sempre più all’avanguardia, senza mai perdere i suoi princìpi ispiratori. Diversa, ma sempre uguale a se stessa, la danza ammalia, innamora, seduce ogni cuore, anche il più riluttante e apparentemente inconciliabile con l’arte.
Come precedentemente accennato, per celebrare la Giornata Internazionale della danza viene scelto il 29 aprile per omaggiare un grande riformatore della danza, Jean-Georges Noverre. Con il suo celebre testo teorico Lettres sur la Danse, et sur les Ballets del 1760, Noverre contesta il balletto accademico istituito a Parigi, promuovendone una rifondazione per restituire dignità a quest’arte. Il coreografo pubblica una selezione di libretti, per aiutare il pubblico nell’immaginazione del balletto che osserva, offrendo gli strumenti per una più fluida comprensione delle storie dei repertori danzati sul palcoscenico. Grazie ai libretti, il pubblico fruitore può riuscire a cogliere una visione globale del balletto, facendo del Maestro coreografo un precursore del regista.
29 aprile. Giornata Internazionale della Danza: gli eventi
La Giornata Internazionale della danza mira a mostrare la forza, la creatività e la bellezza della Danza attraverso lezioni ed eventi divulgativi promossi nelle maggiori città e non solo. Fin dalle prime edizioni, inoltre, la Giornata Internazionale della danza non si limita all’unica giornata del 29 aprile, perpetuandosi in più giorni attraverso progetti, collaborazioni ed eventi di vario tipo.
Solo in Italia, dal 2002, la Giornata Internazionale della Danza organizza 761 lezioni, tra laboratori e open class, con 14.565 partecipanti, 92 incontri pubblici, tra convegni, dibattiti e presentazioni libri, 120 performance e 18 mostre e installazioni artistiche. In tutte le iniziative sono coinvolti 2.250 artisti, tra coreografi, danzatori, insegnanti, musicisti, attori e giornalisti.
Le lezioni durante tali eventi sono ovviamente gratuite e aperte a tutti. Napoli sembra essere uno dei maggiori poli attrattivi ed organizzativi, con iniziative svolte al PAN – Palazzo delle Arti di Napoli e all’Accademia di Belle Arti di Napoli.
Nel 2020 e 2021, nonostante la pandemia Covid-19, la Giornata Internazionale della Danza riesce comunque ad organizzare diverse iniziative in modalità virtuale, coinvolgendo un ingente numero di persone. La Scala di Milano, ad esempio, organizza lezioni in streaming con il corpo di ballo proprio su uno dei più famosi palcoscenici noti al mondo, insieme al Teatro San Carlo di Napoli e al Teatro dell’Opera di Roma.
29 aprile. Giornata Internazionale della Danza: il messaggio
La Danza veicola diversi messaggi. Così, la Giornata Internazionale della Danza ha come obiettivo quello di omaggiare un’arte pura, assoluta, libera e universale. Come detto, la danza abbatte barriere ovunque incontrate, grazie alla sua capacità di parlare e arrivare dritta al cuore con la forza delle emozioni che sa esprimere e suscitare. Per cui il suo è un linguaggio unico e molteplice, ma soprattutto universale, accostando alla sua bellezza un numero crescente di persone, indipendentemente dall’etnia, dalla lingua, dal sesso, dalla cultura, dalla politica o dalla religione. Diversi i grandi e talentuosi ballerini e coreografi che con il loro genio, disciplina e creatività lanciano la danza nel firmamento dell’arte universale, promuovendo l’uguaglianza con il movimento dell’anima attraverso il corpo. Da Rudolf Nureyev a Carla Fracci, da Roberto Bolle a Svetlana Zacharova e Polina Semionova, da Margot Fonteyn ad Alessandra Ferri, da Alicia Alonso a Zizi Jeanmaire, da Natal’ja Osipova a Marianela Nunez, da Isadora Duncan a Martha Graham, solo per citarne alcuni.
La danza inoltre non è solo perfezione ed impeccabilità: ogni cosa nella quotidianità possiede ritmo, e consciamente o inconsciamente, che siamo ballerini professionisti, amatoriali o semplici appassionati, noi danziamo ogni giorno. E quando non lo facciamo muovendo i passi, lo facciamo con la mente. Che si segua una canzone alla radio in auto, che si eseguano dei passi a casa, su un prato, sulla sabbia, sul palcoscenico; che si balli in discoteca, sul letto, davanti allo specchio o persino specchiandosi in una TV spenta, la danza è madrina delle nostre giornate, è casa. La musica, l’arte grafica, l’arte scultorea e quella cinematografica, contribuiscono ad impreziosire questa straordinaria disciplina artistica, in grado di apportare salutari benefici fisici, come uno sport, e di nutrire l’anima, come solo l’arte può riuscire.
Oltre a prendere atto del fatto che la danza sia la perfetta unione di bellezza e armonia, eleganza e disciplina, esprimendo pura sintonia di corpo e mente con la musica, alla Danza va riconosciuto il suo indiscutibile e preziosissimo ruolo formativo, culturale e sociale. La danza non è un vezzo, una velleità, ma una necessità per sostenere l’equilibrio psicofisico dell’individuo, delle persone. Danzare stimola le endorfine, attraverso la combinazione di movimento e musica. Danzare migliora il senso di coordinamento ed equilibrio, favorendo una maggiore flessibilità del corpo. Danzare favorisce anche la socializzazione, oltre a migliorare estremamente la concentrazione e il livello di autostima. Danzare stimola la creatività e la memoria. La Danza aiuta a controllare il peso in maniera salubre, e induce all’autodisciplina, spronando ad affrontare le avversità. La Danza consente l’espressione assolutamente libera della miriade di emozioni provate, ed anche spesso celate, dove e quando le parole non riescono ad arrivare. Smettere di danzare può generare traumi da astinenza. Chi danza per anni e poi smette, fisicamente, perderà una parte fondamentale di sé. Ma è pur vero, altresì, che chi ha danzato almeno per poco nella vita, non smetterà mai di farlo davvero.
“Dovremmo considerare persi i giorni in cui non abbiamo ballato almeno una volta”.
(Friedrich Nietzsche)
“Nel corpo di una danzatrice noi, in quanto pubblico, dobbiamo vedere noi stessi, non l’imitazione del comportamento, delle azioni di ogni giorno; non fenomeni della natura, non creature esotiche di un altro pianeta: ma qualcosa, una piccola cosa di quel miracolo che è l’essere umano”.
(Martha Graham)
E ancora:
“Quando danzano, le persone a volte trascendono nel regno del soprannaturale; musica e movimento combinati fondono corpo e mente, elevandoli a uno stato di grazia. Questa esperienza estatica libera e si estende più a fondo nella dimensione interiore di ognuno, unendo la persona con l’universo. Quando creano, i coreografi riescono a volte a produrre nello spettatore una connessione con il sacro, l’esoterico, il superbamente ignoto. Oltre alla ricreazione e all’arte, la danza diventa il veicolo di una coscienza elevata, di una ricerca del significato ultimo. Tale coreografia conduce oltre l’osservabile, l’esperito e il conosciuto”.
(Alkis Raftis, Presidente del Consiglio Internazionale della Danza dell’UNESCO Parigi)
“Ogni uomo dovrebbe danzare, per tutta la vita. Non essere ballerino, ma danzare”.
(Rudolf Nureyev)
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