La fiaba intramontabile che insegna che i sogni possono sempre diventare realtà.
Era il 4 marzo 1950: nelle sale cinematografiche italiane debutta Cenerentola (Cinderella), un film d’animazione diretto da Wilfred Jackson, Hamilton Luske e Clyde Geronimi. Distribuito negli Stati Uniti dalla RKO Radio Pictures, la pellicola è il dodicesimo Classico Disney ed è basata sulla fiaba Cenerentola, il racconto che ha fatto sognare intere generazioni: si tratta della storia della giovane ragazza costretta a vivere con la perfida matrigna e le sue sorellastre, che grazie a un incantesimo si riscatta dalla sua infelice condizione di subalternità e sfruttamento familiare e sposa il principe del castello, bello e ricco. Le sue canzoni, tra cui I sogni son desideri e Bibbidi-Bobbidi-Bu, scritte da Mack David, Jerry Livingston e Al Hoffman, divennero ben presto molto note e lo sono ancora oggi. Scopriamo com’è arrivato al successo il film.
4 marzo 1950: Cenerentola debutta al cinema
Cenerentola: le origini della fiaba
Cenerentola è una fiaba entrata con forza nell’immaginario collettivo, al punto che la storia classica ha subito varie modifiche nel corso degli anni e non solo in ambito cinematografico. Cenerentola è protagonista di molti racconti, sia orali che scritti, che hanno perpetrato il mito della ragazza sfruttata ma dal buon cuore che riesce ad avere la meglio sui suoi nemici e ad elevarsi dal suo status sociale. Ma il mito sembra avere origini decisamente lontane dal continente europeo. Come viene raccontato nel libro Egyptian Cinderella, Cenerentola nasce dalla favola di Rodopi, una schiava greca messa al servizio di un ricco padrone in Egitto. Trattata male dalle altre schiave, invidiose dell’attenzione che il padrone ha nei suoi confronti, Rodopi è sempre più isolata. E anche il dono che il suo padrone le fa, un paio di pantofole di oro rosso, non fa che allontanarla dalle sue “colleghe”. Un giorno, però, una di queste pantofole arriva al faraone Amasis, personaggio storicamente esistito, che decide che sposerà la donna che calzerà la pantofola arrivata come un segno degli dèi. In questo racconto, dunque, sono presenti tutti gli archetipi della fiaba. Altre versioni della fiaba sono da ricercarsi sia in Cina, che in Italia. Qui, nel 1634, Giambattista Basile scrive La Gatta Cenerentola, un racconto inserito nella serie di novelle “Lo cunto de li cunti” : e sarà questa che Charles Perrault prenderà come esempio per narrare la storia alla corte di Francia. La versione dei fratelli Grimm, che è senza dubbio la più famosa di tutte, è datata 1812. Con alcune differenze, sarà proprio quest’ultima versione a ispirare il film Disney, proiettato nei cinema italiani il 4 marzo 1950. Il film riprende, dalla fiaba Cendrillon di Charles Perrault, l’elemento narrativo della morte del padre di Cenerentola all’inizio della fiaba e dell’incantesimo che termina all’ultimo tocco della mezzanotte, di Cenerentola che indossa scarpette di cristallo, della zucca che si trasforma in carrozza. Dalla versione Aschenputtel dei fratelli Grimm, Disney ha ripreso gli uccelli che aiutano Cenerentola e il sadismo della matrigna e delle sorellastre.
Il film che salvò la Disney
Alla fine degli anni Trenta, dopo il successo di Biancaneve e i sette nani, lo studio Disney stava ultimando molti progetti ambiziosi come Pinocchio, Fantasia e Bambi e si stava preparando a realizzare molte altre produzioni come Cenerentola, Alice nel paese delle meraviglie e Le avventure di Peter Pan. Ma a causa dei numerosi problemi economici provocati dalla Seconda guerra mondiale lo studio fu costretto ad abbandonare temporaneamente questi lavori e a concentrarsi su altre produzioni, più economiche, costituite prevalentemente da raccolte di cortometraggi, come Musica maestro o Bongo e I tre avventurieri, oppure da film in presa diretta con attori umani a cui venivano unite brevi ambientazioni animate come I racconti dello zio Tom o Tanto caro al mio cuore.
Fu solo nel 1948 che Walt Disney, impressionato positivamente dai discreti guadagni di quest’ultimi lavori, decise di tornare a una vera produzione, capace di risollevare definitivamente lo studio. La fiaba di Cenerentola era già stata proposta nel 1934 per una breve sinfonia allegra, ma fu poi accantonata. Disney decise di realizzarne un lungometraggio sulla scia di Biancaneve e affidò la regia a Wilfred Jackson, Hamilton Luske e Clyde Geronimi.
Questo film fu molto importante per lo studio Disney poiché segnò il ritorno a una grande produzione ispirata a un’unica storia dopo otto anni di film-collage di cortometraggi. Fece entrare la Disney in un nuovo periodo d’oro, pieno di novità, come l’uso della televisione per realizzare degli spettacoli per famiglie o la costruzione di parchi di divertimento. Uno di questi, Walt Disney World, costruito in Florida aperto nel 1971, adottò come suo simbolo e principale attrazione una versione a grandezza naturale del castello disegnato per questo film. Fu con questo lungometraggio che s’impose definitivamente il concetto di Classico Disney.
Esso è, come il precedente Biancaneve i sette nani, ispirato a una favola europea, e fu il primo grande successo dell’azienda dopo quasi dieci anni di risultati mediocri al botteghino. Era infatti dal 1937 (ossia dalla prima distribuzione di Biancaneve e i sette nani) che lo studio non riscuoteva un così grande successo di critica e pubblico. Tuttavia, molti critici, soprattutto europei, giudicano questo film di qualità leggermente inferiore ai primi cinque del periodo d’oro. Ciò è forse dovuto alle difficoltà degli anni precedenti, che influenzarono non poco la produzione, e anche a un certo allontanamento di Walt Disney dalla realizzazione di questo tipo di film a disegni animati, più concentrato invece su altri progetti, volti a espandere ulteriormente l’azienda.
Il film fu comunque un successo finanziario come film col maggiore incasso nell’anno 1950 e permise allo studio di ristabilirsi economicamente. Fu ridistribuito al cinema ben cinque volte in America del Nord , sette in Italia dopo il debutto del 4 marzo 1950, ed ha avuto due seguiti: Cenerentola II – Quando i sogni diventano realtà del 2002 e Cenerentola – Il gioco del destino del 2007, entrambi per il mercato direct-to-video. Nel 2015 ne è stato realizzato un remake in live action omonimo con Cate Blanchett nel ruolo di Lady Tremaine, la malvagia matrigna di Cenerentola e Lily James come Cenerentola.
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