Il 6 maggio 1856 nacque il padre della psicoanalisi Sigmund Freud. Medico neurologo, Freud fu una delle icone rivoluzionarie del ‘900 ed è noto per la teoria psicoanalitica secondo cui i processi psichici sono strettamente influenzati dal pensiero e dai rapporti interpersonali.
L’austriaco Sigismund Schlomo Freud nasceva il 6 maggio 1856 a Freiberg, figlio di Jacob Freud, un ebreo-galiziano, il quale non impartì al figlio un’educazione di stampo religioso. Tuttavia, egli si appassionò in modo particolare alla Bibbia. Nonostante tali interessi giovanili, permeati successivamente nei suoi scritti, Sigmund divenne ateo. La famiglia Freud si trasferì a Vienna quando Sigmund aveva 4 anni per motivi lavorativi, in quanto il padre era un commerciante di lana. Nel contesto viennese, Freud dovette fare i conti con il crescente sentimento antisemita che, pur ostacolandolo, non riuscì a limitarlo.
La ricerca di Freud, nato il 6 maggio 1856
Dopo aver conseguito il diploma all’età di 17 anni presso l’istituto superiore Sperl Gymnasium, Freud si iscrisse alla Facoltà di Medicina dell’Università di Vienna, laureandosi nel 1881. Il giovane Freud iniziò una collaborazione con Ernst Brücke, figura che segnò irremediabilmente la sua formazione. Nonostante un discreto successo presso l’Istituto di Fisiologia nell’ambito della ricerca, Freud decise di dedicarsi alla pratica clinica. Tale scelta gli concesse l’opportunità di curare per ben tre anni alcuni pazienti affetti da patologie psichiatriche.
Nel 1884, Freud si ritrovò per la prima volta ad effettuare degli studi scientifici sulla cocaina, sostanza allora del tutto sconosciuta. Egli si accorse che la sostanza, in passato utilizzata come analgesico, aveva molti effetti sulla mente umana. Taluni effetti furono considerati innocui dallo stesso Freud, al punto tale da approdare alla decisione di somministrare la sostanza come valida alternativa alla morfina. Il paziente sul quale applicò tale terapia fu il caro amico Ernst Fleischl: tuttavia, osservando le devastanti conseguenze generate dall’assunzione massiccia della sostanza, scrisse un saggio intitolato “Osservazioni sulla dipendenza e paura da cocaina” e smise di prescriverla.
La ricerca prosegue durante il periodo di permanenza a Parigi negli anni 1885-1886, durante i quali si avvicina all’ipnosi, prassi attuata per la cura dell’isteria. Il padre della psicoanalisi, nato il 6 maggio 1856, condusse degli studi circa l’isteria ben conosciuti per l’emblematico caso di Anna O. e per la fruttuosa collaborazione con Breuer, a partire dalla quale furono gettate le basi per la teoria che lo rese più famoso.
La psicoanalisi indaga la psiche umana a partire dalle libere associazioni, dagli atti involontari, dai lapsus, nonché dall’interpretazione dei sogni e dal loro misterioso significato. La chiave di volta degli studi freudiani risiedeva nella rivelazione dell‘inconscio: era possibile far riaffiorare in superficie tutto ciò che era celato nei meandri della mente umana. L’analisi dei sogni giocò un ruolo fondamentale per la nascita della psicoanalisi, risalente al 23-24 luglio 1895, quando Freud interpretò per la prima volta un proprio sogno, noto come “il sogno dell’iniezione di Irma”. Tuttavia, altri sostengono che la nascita della psicoanalisi sia ascrivibile al 1896, dopo circa 10 anni di esperienza nel settore di psicopatologia.
Leggi anche: Complesso di Edipo, cos’è
Sigmund Freud, nato il 6 maggio 1856, morì il 23 settembre 1939 nei pressi di Hampstead, in Inghilterra, luogo in cui si era rifugiato durante i duri anni della Seconda Guerra Mondiale. In quegli stessi anni, Freud dovette convivere con un ospite indesiderato, un carcinoma alla bocca che gli causava atroci sofferenze che lo spinsero ad implorare la morte: il dottor Max Schur, d’accordo con la figlia Anna, raddoppiò la dose di oppiacei, concedendo così una dolce morte al paziente.
Fonte immagine di copertina: Wikipedia