Il 9 agosto 1930, quasi 100 anni fa, oggi Betty Boop faceva il suo debutto stravolgendo per sempre l’idea di cartone che fino ad allora era stata “adottata” dal pubblico televisivo. In questo articolo scopriremo la storia della nascita di questo personaggio ed a cosa sia dovuta l’importanza che l’ha tenuto in vita fino ad oggi.
Il personaggio di Betty Boop venne ideato e realizzato da G. Natwick che si ispirò presumibilmente alle attrici vamp dell’epoca come Helen Kane. La cantante infatti fece causa alla società dello studio di animazione sostenendo che fosse stata sfruttata e caricaturata la propria immagine e personalità. Difatti, il modo di cantare e di parlare di Betty Boop era simile al suo ma ella non era stata l’unica ad aver usato la cosiddetta “tecnica baby” in quanto la stessa H. Kane avesse imitato a sua volta un’ attrice afroamericana, B. Esther. Inoltre, non solo H. Kane poteva essere considerata una Betty Boop reale, ma anche altre attrici famose dell’epoca come Clara Bow. La causa fu persa con la difesa che rivendicò oltretutto la natura fantasiosa del personaggio.
Il cortometraggio che la vide protagonista il 9 agosto 1930 era intitolato “Dizzy Dishes” della durata di 6 minuti. In questa prima apparizione, Betty Boop non aveva le sembianze con le quali la ricordiamo oggi ma piuttosto assomigliava ad un barboncino, come il protagonista dell cartone, Bimbo, anche esso un cane. La narrazione animata si articola in questo modo. Bimbo, il protagonista, è chef e cameriere in un locale dove è in corso uno spettacolo. Egli, tuttavia, non fa altro che combinare guai: dimentica del tutto di servire i clienti. Uno tra quelli, abbastanza intimidatorio, gli ordina un piatto di anatra arrosto che tuttavia Bimbo prepara con estrema cura. Quando è ora di servirla, il protagonista si ferma ad ascoltare l’esibizione jazz di Betty Boop, per la quale ha un colpo di fulmine. Intanto però, il cliente è impaziente e Bimbo pare aver dimenticato del tutto il suo dovere. Questo infatti inizia a danzare assieme all’anatra e a Betty Boop causando l’ira dell’affamato che inizia ad inseguirlo. Dopo essergli sfuggito per mezzo di varie ed esilaranti trovate, Bimbo lo atterra e scappa a bordo di un trenino giocattolo.
Ma cos’è che rese unica ed inimitabile Betty Boop nel lontano 9 agosto 1930?
Quando nel 1932 assunse tutte le caratteristiche “umane” più significative: i capelli alla moda, la bocca a cuore, il vestito spallato e la giarrettiera nel cartone “Bamboo Isle”, il cartone raggiunse un successo clamoroso. Divenne uno dei più famosi sex symbol dell’ animazione cinematografica con la sua formosità e stile, atteggiamento e dose di autoironia. Essa è infatti la tipica flapper degli anni ruggenti della grande depressione: alla moda ed indipendente.
I cortometraggi nei quali era protagonista spaziavano dal genere melodrammatico al surreale, inoltre veniva affiancata da personaggi come Koko il Clown, Bimbo e Grumpy, un arzillo vecchietto. Uno in particolare del 1932, Minnie the Moocher è significativo per il fatto che il personaggio risaltasse quello di un’adolescente dell’era moderna: in contrasto con i modi delle generazioni passate. Betty Boop infatti scappa di casa e affronta pericoli (metafora del degrado della società urbana del tempo), facendoci vivere inquietanti suggestioni e visioni di morte. Nonostante si trattasse di un’idea moderna ed innovativa, il ritorno della ragazza a casa si conforma tuttavia alla morale dell’epoca.
Nel 1934 a causa dell’applicazione del Codice Hays e della evidente ed imprevedibile carica erotica di Betty Boop, che provocò il malcontento del pubblico “conservatore” abituato ad un panorama dell’animazione tappezzato da esserini ed animali tondeggianti e parlanti, gli autori si trovarono costretti a ridimensionarne l’audacia rendendola una casalinga e questa censura portò alla fine del personaggio. L’ultimo film risale al 1939 ma Betty Boop entrò egualmente nella storia del disegno animato e del fumetto nonostante il breve periodo di andata in onda (questo lo testimonia anche le vette raggiunte dalla produzione di merce ad esso dedicata).
Infine, dopotutto, Betty Boop deve sia il suo successo che il suo declino al fatto di essersi rivolta ad un pubblico adulto.
Fonte dell’immagine per “9 agosto 1930, Esordio di Betty Boop”: https://snl.no/Betty_Boop