Il 30 giugno del 1920 lo psicanalista Sigmund Freud, pubblicò Al di là del principio del piacere, un’opera rivoluzionaria che modificherà in modo netto la precedente teoria delle pulsioni e del soggetto. All’interno dell’opera si concretizza in modo definitivo il dualismo fondamentale della teoria delle pulsioni freudiana, fra la pulsione erotica e la pulsione di morte, che porta l’uomo alla morte.
Il 30 giugno nasce un’opera rivoluzionaria
Dei sette dei brevi capitoli dell’opera, tre hanno carattere tecnico-empirico, si basano su materiali clinici e mettono in luce come alcune pulsioni hanno come meta la morte; gli altri quattro capitoli si basano sulla sfera empirica in rapporto a biologia e metafisica, Nel corso del tempo, gli storici ed i filosofi si sono chiesti da cosa possa derivare questo concetto. Il contesto storico è quello della prima guerra mondiale oramai finita; al di là del principio del piacere, pubblicata il 30 giugno del 1920, emerse prepotentemente in quel periodo, tra tormenti, pene e tremende consapevolezze, la nevrosi della guerra stessa.
Freud, in quello che è un saggio sulle pulsioni della vita e della morte, utilizza proprio l’esempio degli effetti clinici delle nevrosi di guerra, sviluppate dai reduci del primo conflitto mondiale. In quei casi clinicamente e scientificamente provati, lo studioso osserva come i sogni non sembrano assolvere alla funzione delegata loro dal principio di piacere, cioè dell’appagamento allucinatorio di un desiderio rimosso.
Proprio con la psicoanalisi è stato possibile acquisire la consapevolezza dei conflitti inconsci, disturbi psicologici che, all’epoca, erano chiamati isteria e nevrosi, provando in qualche modo a dare loro una risposta o quantomeno una cura.
Di fronte a tutto ciò, l’Io avvia un processo di lutto, introietta un oggetto psichico odiato e minaccioso, nucleo pulsante della morte. Proprio a partire da questa teoria, all’interno de Al di là del principio del piacere Sigmund Freud prova a dare dei suggerimenti scientifici e psicologici, affinché l’uomo possa superare i momenti critici.
Il 30 giugno con la pubblicazione de Al di là del principio del piacere, Freud, psicologo, neurologo, psicanalista e filosofo, mette in luce come la psiche si proietti verso il piacere, quindi a soddisfare le pulsioni, ma deve fare i conti con la realtà, fatta di principi e limiti che costituiscono dei vincoli.
Lo studioso distingue pulsioni di conservazione e pulsioni di auto-conservazione, individua pulsioni di vita e pulsioni di morte.
Ricordiamo che il 1 agosto 1919, Sigmund Freud descrisse i motivi che lo portarono a terminare la stesura di Al di là del principio di piacere: “Ho scelto come argomento della mia indagine il tema della morte, dal quale sono approdato a una singolare concezione relativa alle pulsioni; e ora mi tocca leggere una quantità di cose in proposito: per esempio Schopenhauer, e per la prima volta; ma non leggo volentieri”.
Sin dalle prime pagine di Al di là del principio di piacere, pubblicato il 30 giugno 1920, viene alla luce l’intenzione di individuare una forza che precede il principio di piacere e che, pur non essendo prettamente in opposizione ad esso, se ne dissocia.
Fonte immagine in evidenza: Wikipedia