Il 7 dicembre nasceva il linguista Noam Chomsky, padre di quella che è stata definita la “Grammatica universale”. Ebreo americano di origine russa, Chomsky nacque a Filadelfia nel 1928.
Chomsky è il fondatore e di quello che è definito generativismo, un’interpretazione della linguistica che ha come obiettivo quello di spiegare tutte le leggi che governano l’evolversi del linguaggio, opponendosi alla linguistica funzionalista. L’obiettivo di questa teoria è sviluppare una grammatica in grado di produrre frasi.
Ogni parlante è in grado di formulare un numero infinito di frasi usando un numero finito di parole che a loro volta fanno riferimento ad una serie di regole grammaticali già conosciute.
Chomsky sosteneva che la grammatica fosse una competenza mentale, una conoscenza innata dei principi universali che regolano il linguaggio; esso permette agli uomini di comunicare, ma è stato sin da sempre una disciplina sulla quale hanno dibattuto tantissimi studiosi, tra i quali filologi e appunto linguisti.
Noam Chomsky rappresenta uno degli esponenti più importanti della linguistica del XX secolo. Le sue teorie superano l’ambito ristretto della linguistica, associandosi ad altre discipline come la filosofia, la psicologia. Chomsky, nato il 7 dicembre del 1928 e professore emerito di Linguistica al Massachusetts Institute of Technology (Mit),è ancora oggi uno degli. Intellettuali più celebri e seguiti anche in Italia.
Ricordiamo che il “parlato” è primario antropologicamente rispetto allo scritto. Tutte le lingue che hanno una forma e un uso scritti sono anche parlate, mentre non tutte le lingua parlate hanno una forma scritta: migliaia di lingue africane e oceaniche non hanno una scrittura. Ogni individuo umano impara prima a parlare a poi a scrivere.
Ovviamente gli uomini si esprimono con linguaggi diversi che riflettono le varie differenze dell’ambiente nel quale si trovano.
Il linguaggio è dunque modellato dall’esperienza e riflette processi e strutture originate dall’esperienza. Tutto ciò rappresenta un sistema cognitivo basato sull’apprendimento di concetti fondamentali, in qualche modo presumibilmente innati. In questo modo, Chomsky distingue il linguaggio tra chi lo utilizza come “strumento” intrinseco nella persona, in quanto disciplina che si apprende, criticando invece lo sviluppo di un linguaggio visto come risultato dell’associazione di stimoli visivi e sonori, con cui un determinato oggetto viene associato a un nome determinato.
Il 7 dicembre nacque non solo un linguista, ma anche un filosofo e teorico della comunicazione, anarchico statunitense, la cui importanza è destinata a far parlare di sè, anche a distanza di anni. Si tratta indubbiamente di un personaggio impossibile da descrivere con poche parole.
Un uomo molto complesso, dai molteplici interessi, che dedicò la propria carriera agli studi delle teorie proprie della grammatica generativa trasformazionale.
Il linguaggio è uno mezzo indispensabile per le persone, in assenza del quale sarebbe impossibile compiere anche le azioni quotidiane. Ecco perché studiare linguisti come Noam Chomsky, nato il 7 dicembre, è di fondamentale importanza.
Ovviamente le teorie del linguista, sono state elaborate ed ampliate nel corso del tempo, rivedute ed applicate.
Non si parla di riscrittura, ma piuttosto di un insiemi di tratti, ciascuno appartenente ad una definizione o regola grammaticale e lessicale, che contribuiscono a determinare i possibili ruoli che essi potrebbero avere all’interno di un contesto comunicativo.
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