L’Italia è la prima in Europa per il consumo di acqua in bottiglia
Un dato sicuramente non positivo né confortante per vari motivi.
Uno di essi è sicuramente l’ammontare di plastica che ogni giorno viene prodotta e vendita sotto forma di acqua in bottiglia che, inevitabilmente, si ritrova in un modo o nell’altro ad inquinare i mari di tutto il mondo. L’altro motivo ha invece a che fare con la plastica in sé e quanto essa possa essere nociva per la nostra salute.
Ma perché continuiamo ad usare così tanta acqua in bottiglia? Perché non usare l’acqua del rubinetto? Vediamo un punto alla volta
Innanzitutto, le persone hanno cominciato a bere l’acqua in bottiglia negli anni dell’industrializzazione, quando le acque erano inquinate a causa di tutte le industrie che rilasciavano i loro residui tossici nei fiumi e nei mari, dunque era il metodo migliore per non ammalarsi, ma non dal punto di vista della comodità, poiché le bottiglie erano di vetro, e non di plastica.
Successivamente, fino ad almeno gli anni ‘70, la maggior parte delle persone nel mondo beveva l’acqua del rubinetto, perché gratuita, sicura e reperibile molto facilmente, ma soprattutto comoda rispetto alle bottiglie di vetro.
La situazione cambia completamente negli anni ‘70, quando la ormai famiglia multimiliardaria DuPont decide di realizzare la prima bottiglia di plastica, e da lì la sua produzione non si è più fermata.
Anzi, soprattutto negli ultimi anni sempre più industrie e brand stanno cercando di fare sempre più pubblicità alle proprie “acque”, senza ricordare che però l’acqua è un bene di tutti e che fondamentalmente è pur sempre semplice acqua. Questo accade per le aziende come Fiji, che vende la sua acqua a prezzi esorbitanti grazie alle diverse fragranze che offre, e che vuole convincere il suo pubblico che la sua acqua sia unica.
Dunque, si capisce che ancora una volta dietro tutto questo c’è sempre il guadagno. Anzi, più grande e importanze è l’azienda, più essa continuerà ad utilizzare la plastica per imbottigliare l’acqua e tutte le loro bevande.
Inoltre, le aziende CocaCola e Nestlé sono le prime al mondo per l’utilizzo di plastica per le proprie bevande, tant’è che CocaCola, nel 2022, ha ricevuto il “premio” di campione del mondo per l’inquinamento causato dalla plastica, perché i consumatori preferiscono le bottiglie di plastica rispetto agli altri tipi, come le bottiglie di vetro e le lattine.
Allora perché così poche persone utilizzano l’acqua del rubinetto? Quasi sicuramente, la risposta è “a causa della disinformazione”. In Italia, infatti, l’acqua del rubinetto è sicura, grazie agli impianti di depurazione degli acquedotti che assicurano l’arrivo di acqua sana all’interno delle nostre case. Inoltre, basti pensare che se tutti bevessimo l’acqua del rubinetto, ci sarebbe meno inquinamento, sia quello causato dalle bottiglie di plastica, sia quello causato dal trasporto di queste, dunque l’inquinamento ambientale causato dalle emissioni di CO2 diminuirebbe drasticamente.
Bisogna chiarire, però, che invece l’inquinamento dei mari e degli oceani di cui si parla ormai ogni giorno e su cui si è sempre allarmati, non è causato dalle bottiglie d’acqua, che compongono infatti solo una minima percentuale, ma in maniera maggiore dalle reti da pesca e altri rifiuti. Le bottiglie d’acqua, al contrario, sono la causa numero uno dell’inquinamento sulla Terra.
Inoltre, vari studi condotti sull’acqua in bottiglia, hanno dimostrato che la maggioranza dei marchi vende acqua in bottiglia che contiene microplastiche, nocive per la nostra salute, soprattutto se l’acqua in bottiglia rimane esposta al sole, il calore può contaminare l’acqua rendendola ancora più nociva.
Quindi come si può ovviare all’utilizzo dell’acqua in bottiglia? Negli ultimi anni, sempre più campagne di sensibilizzazione sull’inquinamento e i suoi effetti sul cambiamento climatico, hanno incitato all’utilizzo di alternative sostenibili, come le borracce riutilizzabili, che aiutano a diminuire la percentuale di utilizzo dell’acqua in bottiglia.
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