Negli ultimi anni la compagnia americana Boeing si è ritrovata a dover affrontare accuse e problematiche che hanno portato alla messa in discussione dell’aeronave Boeing 737 (nelle sue ultime versioni). La domanda che ci si può porre è: tutto risolto o è ancora un problema nei cieli del mondo?
I rischi di mercato
Dopo lo sviluppo di nuovi motori, necessari per le linee guida dove bisognava consumare di meno ed emettere meno rumore, la storica compagnia statunitense si è trovata a dover affrontare un problema riguardo le aeronavi di quarta generazione: i Boeing 737. Le dimensioni dell’aereo, infatti, risalgono agli anni Sessanta, risultando troppo bassi per poter supportare le nuove ventole, più grandi rispetto ai modelli precedenti. I problemi della compagnia si moltiplicano, quando la sua rivale nel mercato, l’Airbus, aveva un modello più alto in grado di poter sostenere i nuovi cambiamenti. L’idea più logica, per la Boeing, sarebbe stata quella di riprogettare la cellula dell’aereo per poter applicare le modifiche necessarie. Qui sorge il secondo problema: per poter apportare queste modifiche sarebbero stati necessari miliardi su miliardi ed un tempo di attesa variabile tra i cinque ed i dieci anni, tempo durante il quale l’Airbus avrebbe potuto approfittare per sbancare nel mercato.
La nascita del Boeing 737 MAX
Gli ingegneri della compagnia hanno trovato un sistema alternativo per poter piazzare le nuove ventole dei motori, spostandole un po’ più avanti e alzate di modo che si appoggiassero direttamente sull’ala e non tramite un braccio. Questo, però, avrebbe potuto causare un problema per via della diversa aerodinamica dipesa dalla nuova forma delle ali, destabilizzando l’aereo sull’asse del beccheggio. In altre parole, in fase di decollo, l’aereo si sarebbe potuto inclinare troppo ripidamente creando uno stallo improvviso tale da farlo precipitare. Proprio per via di questa criticità nasce il progetto del MCAS, ovvero il Sistema di aumento delle caratteristiche di manovra. Con questa innovazione sarebbero stati applicati dei sensori che, in caso di rilevazione di un angolo a rischio, sarebbero intervenuti abbassando il “muso” dell’aereo, escludendo i piloti dal controllo ed in maniera autonoma, ovvero senza l’attivazione da parte della cabina di pilotaggio. Ancora una volta, però, l’economia è entrata in ballo, intaccando un’idea di per sé ottima. La compagnia produttrice del Boeing 737, disse che sarebbe stato necessario solamente leggere le modifiche apportate, senza bisogno di costose e lunghe simulazioni di aggiornamento.
I due schianti
La mattina del 29 ottobre 2018 il volo di linea Lion Air 610 in partenza da Giacarta verso Pangkal Pinang iniziò a segnalare dei guasti rilevati alla torre di controllo. Le comunicazioni si interruppero alle 6:33 del mattino, tredici minuti dopo il decollo. Un’ora più tardi arriva la notizia dell’avvistamento di un aereo che, in picchiata, si era schiantato al largo della costa indonesiana. Partirono subito le ricerche che, dopo un mese, diedero la triste notizia che tra i 181 passeggeri e gli 8 membri dell’equipaggio non risultavano superstiti. La compagnia del Boeing 737 MAX, appena schiantato, si difese fin da subito volgendo le proprie accuse ai piloti o ai manutentori della compagnia. Le indagini proseguirono ma i dubbi sulla compagnia si amplificarono quando, appena 134 giorni più tardi, il volo di linea Ethiopian Airlines 302, in partenza da Addis Abeba in direzione Nairobi, si schiantò sul territorio etiope. Le due indagini vennero subito correlate e tutti gli aerei Boeing 737 MAX furono bloccati da tutte le agenzie di volo e gli enti, eccetto quello americano. Dovette intervenire l’allora presidente Trump a sovvertire la decisione ed interdire l’impiego degli aerei anche sul territorio a stelle e strisce. I riflettori puntati sulla compagnia non tardarono a far chiarezza su quanto successo: furono proprio due malfunzionamenti del MCAS a causare un totale di 338 vittime in meno di sei mesi.
La soluzione
La Boeing, nell’anno successivo, si è messa all’opera per riparare i danni, dopo l’ovvio licenziamento dei vertici della compagnia, tra cui il CEO Dennis Muilenburg con una buonuscita di 62 milioni. Le indagini, nel frattempo, proseguivano e più si andava avanti più trapelavano notizie del tentativo di celare i problemi riguardanti il duplice incidente. Nonostante l’accusa di colpa che ha costretto la compagnia ad un risarcimento di due miliardi e mezzo di dollari, le modifiche apportate all’aeronave hanno permesso al Boeing 737 MAX di ritornare a volare tra i cieli nel 2021.
Tutto risolto?
L’ultimo disagio risale al 2024 quando lo sportello d’emergenza del volo di linea Alaska Airlines 1282, in partenza da Portland in direzione Ontario, si è staccato durante il decollo, dove, fortunatamente, nessun passeggero ha perso la vita in seguito al repentino cambiamento di pressione della cabina. Le indagini hanno constatato che nel Boeing 737 MAX mancavano quattro bulloni, frutto della negligenza, ancora una volta, della compagnia. Tutto risolto, quindi? La risposta non è semplice, poiché gli errori umani possono sempre capitare parlando della compagnia più sicura e allo stesso tempo più pericolosa. La Boeing, come si può evincere dalla quantità di voli comprendenti la compagnia americana, è la casa produttrice più grande di aeronavi, motivo per cui il rischio è oggettivamente maggiore, ma, proprio per lo stesso motivo, si può stare tranquilli. Certo è che, adesso, il problema che faceva schiantare gli aerei è stato risolto ed i piloti sono stati adeguatamente informati ed allenati alle nuove versioni.
Fonte immagine: Wikimedia Commons, Acroterion