Che fine hanno fatto le modelle curvy?

moda curvy

Inversione di tendenza: le modelle curvy stanno scomparendo per lasciare spazio alla sbagliata moda anni 90 heroin chic. Ne vediamo insieme le origini e gli sviluppi.

Sono le sfilate dell’autunno inverno 2023-2024 a suscitare qualche dubbio: la campagna body positivity degli ultimi anni, sembra infatti, essere collocata in un mero trend passeggero. Le modelle curvy sulle passerelle di tutto il mondo, sono diminuite drasticamente.

Tra tutte, era proprio la Fashion Week di New York a porre la sua attenzione sull’inclusività, ma quest’anno in passerella di modelle oltre la taglia 44 se ne sono viste davvero poche. Tra i marchi inglesi ad includere le modelle curvy sono stati solo Harris Reed, Simone Rocha, Sinead o’Dwyer, Karole Vitto, 16Arlington e pochi altri.

A Milano, è stata Ashley Graham il solito volto della body positivity ad avere spazio, vestita di rosso per Dolce &Gabbana.

Secondo i cosiddetti “report sulla diversità” dal 2016 in poi, la presenza di modelle plus size è stata in larga crescita, raggiungendo il picco massimo nel 2022 con circa 103 presenze curvy in passerella. Secondo gli stessi, nel 2023, tali presenze sono diminuite drasticamente, rivelandosi in qualche maniera un mero trend passeggero e non una rivoluzione totale del mondo della moda o del mondo stesso.

Il culto del magro degli anni ’90

Gli anni ’90, rappresentano in qualche maniera gli anni dove il culto del magro era di grande essenzialità. Celebri le parole di Carla Bruni: «Non ci son pasti, assolutamente. Meno si mangia e più si è magri più si è a sfilate, più si è a sfilate meno si mangia e più si è magri» spiegava con estrema naturalezza. In quegli anni il corpo statuario, al limite della buona salute, l’addome in vista e i top aderenti, erano la regola principale per chi volesse essere avvenente.

Se da un lato negli anni ’90 vi troviamo i corpetti di Jean Paul Gaultier, dall’altro vi troviamo una pericolosa tendenza: denominata heroin chic. Essa, soprattutto per ciò che riguardava il mondo della moda, incoraggiava tutti ad avere un’aspetto tipico di chi assume “droghe pesanti”, vittime di questa tendenza erano soprattutto le modelle. Già negli anni ’80, la modella Gia Carangi affermò di far uso di droghe pesanti. La fine della modella ha fatto storia: le sue gambe magrissime e la dipendenza per le sostanze stupefacenti, spinsero la giovane alla morte.

Tuttavia, le giovani di quel tempo ne erano ampiamente affascinate. Fotografi e case di moda non solo suggerivano alle modelle diete drastiche, ma incitavano le stesse all’assunzione di droghe. Molte le modelle vittime di tale tendenza: Kate Moss, Jamie King e molte altre. Bisognerà aspettare la copertina di Vogue per cambiare tendenza, con la coloratissima modella brasiliana Gisele  Bundchen, il simbolo di una bellezza che abbatteva il monovolume e il grigiore, per riempiersi di forme e colori inediti.

La pericolosa inversione di tendenza e il simbolo Kardashian

Ogni sforzo fatto per il cambiamento sociale, sembra essere stato vano, complici i modelli di riferimento. È il caso di Kim Kardashian, emblema di body positivity, che per entrare nel vestito di Marilyn Monroe, ha infatti, in occasione del Met Gala 2022 ha deciso di seguire un’estrema e malsana dieta.

Si è parlato inoltre anche dell’uso di farmaci per la cura al diabete, quest’ultimi vengono utilizzati per perdere peso, regolando l’insulina, frenando l’appetito e il desiderio di alimenti dolci. Pratica piuttosto deleteria e pericolosa, considerando che una persona la cui insulina non ha oscillazioni significative, non dovrebbe assumere alcun tipo di farmaco al riguardo. Le smentite sono ben presto arrivate, Khloe Kardashian commenta così: «Parlo apertamente del mio naso rifatto e chiunque mi ammiri deve sapere che ho perso più di 60 chili nel corso degli anni».

Khloe esclude quindi l’utilizzo di farmaci diabetici. Anche sua sorella Kim, ha semplicemente imputato il suo dimagrimento ad un costante allenamento.

A farne le spese, ovviamente, sono i più giovani, che colpiti da una tale discriminazione, decidono di mettere in atto comportamenti autolesivi. La società italiana per lo studio dei disturbi del comportamento alimentare, ha registrato infatti un incremento del 40% di nuovi casi nel 2022 per ciò che concerne bulimia (17,9%) anoressia nervosa (36.2%) e binge eating (12,4%).

Una moda, quindi, quella curvy che sembra essere destinata a sparire, lasciando non solo le donne plus size senza vestiti, ma anche in balìa di un mondo dove essere diversi ha un peso specifico.

Immagine in evidenza: Pixabay

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