Contraccezione d’emergenza: guida all’utilizzo

contraccezione d'emergenza

Alla contraccezione d’emergenza si ricorre dopo un rapporto a rischio (non protetto o non protetto adeguatamente), per evitare una gravidanza indesiderata. E’ un metodo ancora ignorato da tante donne italiane, visto che una gravidanza su 5 è, ancora oggi, indesiderata. Ma di cosa si tratta di preciso e in che modo va utilizzata?

Innanzitutto, il termine “emergenza” indica l’occasionalità con cui ricorrere a questa forma contraccettiva, che non deve, dunque, sostituire un regolare metodo contraccettivo.

Insieme alla “pillola del giorno dopo”, fra la contraccezione d’emergenza, troviamo la “pillola dei 5 giorni dopo”, in commercio dal 2012. Anche in questo caso, la sua azione inibisce e ritarda l’ovulazione, bloccando di conseguenza la fecondazione. Tuttavia, ha un’efficacia maggiore (circa il 98%), che può aumentare a seconda della distanza che intercorre dal rapporto sessuale a la sua assunzione.

Entrambe le “pillole” non proteggono dalla gravidanza qualora si verifichino altri rapporti a rischio durante lo stesso ciclo, e non proteggono da malattie sessualmente trasmesse. Inoltre, se il processo di impianto è già iniziato al momento dell’assunzione (anche se da poco tempo), il farmaco non è efficace. Per le donne di età pari o superiore a 18 anni, il medicinale non è soggetto a prescrizione medica, obbligatoria, invece, per le donne minorenni, e che può essere effettuataNon trattandosi di farmaci abortivi, il farmacista o il medico obiettore di coscienza è obbligato per legge a rilasciare la ricetta o a vendere il farmaco. Da maggio del 2015, infatti, non è più obbligatorio presentare un test di gravidanza negativo per il rilascio.

Infine, è possibile ricorrere allo IUD al rame, un contraccettivo d’emergenza costituito da un supporto in plastica che, avvolto da un filo di rame, viene inserito nell’utero. Gli ioni rilasciati dalla spirale impediscono la sopravvivenza degli spermatozoi all’interno dell’utero, causando unareazione infiammatoria nell’endometrio ed ostacolando l’annidamento di un ovulo fecondato. Rende, infatti, l’utero inadatto alla gravidanza, impedendo che l’ovulo, nel caso venga fecondato, possa impiantarsi e svilupparsi. La sua efficacia si aggira intorno al 99% e può essere applicato anche 4-5 giorni dopo il rapporto sessuale a rischio. Per ricorrere al dispositivo, occorre rivolgersi a un ginecoloco, che in genere sconsiglia l’utilizzo alle donne giovani o che non hanno ancora avuto gravidanze, sia perché l’inserimento è più doloroso, sia perché sono più frequenti crampi o dolori e, soprattutto, perché un’infiammazione/infezione pelvica potrebbe compromettere gravemente la fertilità della donna.

Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), tutte le donne e le ragazze a rischio di una gravidanza non intenzionale hanno il diritto di accedere alla contraccezione d’emergenza e questi metodi dovrebbero essere abitualmente inclusi in tutti i programmi nazionali di pianificazione familiare. Inoltre, la contraccezione d’emergenza dovrebbe essere integrata nei servizi di assistenza sanitaria per le popolazioni più a rischio di esposizione a rapporti sessuali non protetti, comprese le cure di violenza sessuale.

Per qualsiasi tipo di domanda, è possibile rivolgersi a una chat certificata dalla Società Mecia Italiana (Smic). Molto spesso, tra fake news e consigli di parenti e amici non sempre corretti, il rischio di scegliere percorsi inadeguati è altissimo, soprattutto quando, magari per vergogna, si è restii e rivolgersi al farmacista o al medico di fiducia. “Nella”, invece, è operativa 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, semplicemente cliccando sul sito internet «mettiche.it». È, ovviamente, garantito il totale anonimato di quanti si rivolgono all’interlocutore virtuale proprio per dare la massima libertà di espressione.

Infine, da un’analisi di SWG-Health Communication su un campione nazionale di donne tra i 18 e i 40 anni è emerso come la maggioranza si fosse informata su Internet (38%), attraverso un’amica (16%) o su una rivista (9%), mentre solo il 29% aveva avuto indicazioni dal ginecologo/a, dal medico di base (15%) o dal farmacista (15%). Soprattutto, era emerso come in generale le donne abbiano una scarsa preparazione sulla contraccezione d’emergenza, accompagnata da ansie e paure correlate ad una gravidanza indesiderata e alla vergogna di acquistare il farmaco.

Fonte immagine: Pixabay

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