Donald Trump presidente degli Stati Uniti d’America. Il magnate è stato eletto per la seconda volta nella storia, non con un mandato consecutivo al primo, come è capitato a George W. Bush e Barak Obama, per fare un esempio, ma con un salto di quattro anni durante i quali Joe Biden ha governato. Al grido di “Make America Great Again”, a cui ha sommato il motto repubblicano “drill baby drill”, Trump è riuscito, in qualche maniera, a convincere gli americani che sarebbe stato un buon presidente se gli fosse stata data un’altra opportunità. Nei quattro anni del Governo Biden ha pensato, progettato ed elaborato una serie di piani e stretto alleanze importanti, aspettando il momento opportuno per tornare a candidarsi.
Battendo Kamala Harris che secondo l’opinione pubblica era entrata nelle case e nel cuore degli americani, in seguito alla candidatura per la presidenza (in sostituzione di Joe Biden che lo staff non riteneva più idoneo al ruolo), Donald Trump l’ha spuntata nonostante 37 capi d’accusa che fanno di lui il primo presidente incriminato nella storia degli USA. Il 20 gennaio 2025 si è tenuta la cerimonia di insediamento alla Casa Bianca che ha visto la partecipazione degli ex presidenti ancora in vita e i suoi vecchi e nuovi alleati come Elon Musk, Mark Zuckerberg, Jeff Bezos e ovviamente la sua famiglia. Una piccola nota fashion: Melania Trump è apparsa al pubblico agghindata in una mise firmata da stilisti indipendenti più adatta a un funerale che all’insediamento del consorte alla più alta carica che esiste al mondo. La first lady bis ha potuto forse nascondere gli occhi sotto il cappello ma non la sua bocca piegata in una smorfia di eterno disappunto che fa rimpiangere il bellissimo sorriso di Michelle Obama. Quest’ultima era assente sia all’insediamento di Donald Trump, sia al funerale dell’ex presidente USA Jimmy Carter, morto il 29 dicembre 2024.
Il discorso controverso di Donald Trump Presidente
Il discorso di insediamento di Donald Trump è stato un tripudio di promesse, alcune più simili a minacce, condite con ovvietà e contraddizioni. Un paradosso verbale in cui ha fatto accenno – in ordine sparso – alla potenza degli Stati Uniti d’America e alla loro ricchezza destinata a crescere grazie al petrolio e al gas. Ha denigrato le auto elettriche nonostante la presenza di Elon Musk alle sue spalle che tuttavia non ha fatto una piega. Il Patron di Tesla e X (un tempo noto come Twitter) ha infatti esultato all’annuncio del progetto futuristico che porterà i turisti su Marte. Donald Trump ha poi fatto accenno agli incendi di Los Angeles: non per un cordoglio verso i morti ma per compatire i ricchissimi vivi, in buona parte presenti alla cerimonia che hanno perso la villa al mare. Tra vittimismo e complottismo ha evidenziato tutte le volte in cui hanno tentato di togliergli la libertà – ripetiamo, 37 capi d’accusa – e anche la vita durante un attentato in cui è stato ferito di striscio a un orecchio. Le due persone che hanno perso la vita non sono state menzionate mentre lui ha guadagnato, guarda caso, la solidarietà di tutti gli schieramenti politici. Tra i punti ‘salienti’ del suo discorso, la battaglia contro l’immigrazione e l’eliminazione dello ius soli, la dichiarazione che gli unici due generi riconosciuti sarebbero stati il maschile e il femminile, una dichiarazione che purtroppo denigra le comunità LGBTQIA+.
100 decreti esecutivi già firmati
Donald Trump presidente si è insediato da pochissimi giorni ma non ha perso tempo a firmare ben 100 decreti esecutivi che caratterizzeranno gli Stati Uniti d’America per i prossimi quattro anni. Dall’uscita dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) colpevole, a parer suo, di aver gestito male la Pandemia del 2020 agli Accordi sul Clima di Parigi, i decreti esecutivi di Trump non lasciano spazio a equivoci: la salute in America costerà più di una casa e, nonostante il cambiamento climatico minacci il pianeta, è sua ferma intenzione incrementare l’industria delle automobili prodotte in America e intensificare le trivellazioni petrolifere. È chiaro quindi che il presidente non teme di restare senza cure mediche né crede nella crisi climatica. Carota e bastone caratterizzano invece altri due decreti. Il primo, riguarda per l’appunto la grazia concessa ai 1.500 manifestanti che assaltarono Capitol Hill il 6 gennaio 2021 mentre dall’altra parte arriva il ripristino della pena di morte federale. In pratica, il tycoon ha cancellato con un colpo di spugna 4 anni di lavoro della presidenza Biden e anche di più.
I prossimi cambiamenti di Donald Trump
È difficile non pensare al discorso di Donald Trump presidente come ad un delirio di onnipotenza, ma quando uno ha nelle mani il grosso del potere mondiale, probabilmente si sente davvero così. Trump si conferma il più radicato dei repubblicani e con tutti gli strumenti a sua disposizione, si appresta a diventare, secondo le sue intenzioni, il presidente che porrà fine al declino dell’America e alla sua espansione, dal momento che intende “appropriarsi” del Golfo del Messico rinominandolo Il Golfo d’America con tanto di aggiornamento delle mappe. Un declino a suo dire, causato da leggi permissive, da troppa tolleranza ed elasticità. Al contempo, elogia la libertà di parola ed è forse per questo che adesso nella sua cerchia ci sono Mark Zuckerberg, CEO di Meta, fresco della sua controversa dichiarazione riguardo la chiusura del programma di fact checking. Il neo-eletto Presidente degli Stati Uniti, è ricorso all’uso dei social media comunicazioni ufficiali, come il licenziamento dei primi quattro funzionari USA perché non erano in linea con la nostra visione di rendere l’America di nuovo grande.
In contraddizione con la vecchia concezione del sogno americano, l’amministrazione di Donald Trump presidente dà quasi l’impressione di una dittatura dove la libertà di espressione, pensiero e di genere rischiano di essere schiacciate sotto il peso di un eccessivo patriottismo ammantato di modernità. Si sa che Donald Trump non ha filtri nelle sue dichiarazioni: parla apertamente di voler conquistare Panama, intima a Vladimir Putin di smetterla con la sua stupida guerra e manda in crisi le borse di Cina, Canada e Messico, aumentando i dazi del 10% e del 25%. In uno slancio di gratitudine, il magnate ha anche ringraziato le comunità afroamericane e ispaniche, menzionando Martin Luther King, La cosa ha indignato molte personalità dello spettacolo che hanno detto la loro sui social media, difendendo la memoria del compianto e amatissimo attivista, assassinato il 4 aprile del 1968. A tal proposito, il neo presidente USA ha annunciato che presto verrà fuori l’identità del suo assassino e anche di quello di John Fitzgerald Kennedy.
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