L’economia fa parte della nostra vita in ogni singola cosa che facciamo. Nel mondo contemporaneo il concetto di sostenibilità deve avere anche la collaborazione del settore economico, dato che dobbiamo prestare sempre più attenzione alla gestione delle risorse. È possibile effettuare ciò attraverso l’economia circolare. Essa si riferisce, infatti, ad un sistema economico che è in grado di rigenerarsi autonomamente (garantendo quindi anche l’ecosostenibilità). In questo articolo andremo a vedere le peculiarità di questo nuovo approccio alla gestione delle risorse.
Economia circolare: un nuovo approccio
L’economia circolare è un modello di consumo e di produzione molto attento alla riduzione degli sprechi (cosa fondamentale ora più che mai, visto il futuro che ci aspetta) e poggia le sue basi nel riutilizzo, il riciclo, la riparazione di materiali, quando possibile. In sostanza: non buttare ciò che abbiamo usato, ma dargli nuova vita e trovare un modo per riutilizzarlo. I fondamenti dell’economia circolare sono in netto contrasto con il concetto economico propriamente detto: quando sentiamo la parola economia pensiamo subito a produrre, consumare, usare, ecc. qui invece siamo agli antipodi di questo concetto. Quindi due elementi: riduzione della quantità di rifiuti, riciclaggio o operazioni di recupero.
Nell’ambito dell’economia circolare si parla di circuito circolare. Gli step della vita di un bene sono infatti nel seguente ordine: design, produzione, distribuzione, consumo, raccolta, riciclo e di nuovo si torna alla fase di design. Si parla infatti anche di “ciclo chiuso” o “rigenerativo”. Esempi di economia circolare li troviamo nella vita di tutti i giorni: bottiglie di plastica create attraverso il riciclo di altre bottiglie di plastica. O ancora, se guardiamo alle multinazionali abbiamo l’esempio di Barilla, che ha applicato questo modello economico creando la cartacrusca, ovvero carta creata attraverso la crusca, elemento di scarto nella produzione della pasta.
L’economia circolare non è soltanto innovativa come modello economico, di produzione e di consumo, ma è anzi quasi necessaria. Essa infatti tutela l’ambiente, limitandone la perdita di biodiversità. Ancora, aiuta l’ambiente anche riducendo le emissioni di gas a effetto serra, perché meno produciamo e meno rifiuti emettiamo, molto banalmente.
Secondo i dati Eurostat, l’Unione Europea importa circa la metà delle materie prime che consuma. Sviluppando quindi sempre più il concetto di economia circolare e facendolo entrare sempre più nella nostra quotidianità, saremo capaci in futuro di far fronte ad un’eventuale crisi di approvvigionamento delle materie prime, poiché semmai ci fosse, anziché produrre materie prime o importarle ad un prezzo molto elevato, potremmo riutilizzarle.
L’economia circolare non fa bene all’umanità soltanto in maniera “indiretta”, ossia facendo del bene all’ambiente, ma fa bene anche in maniera “diretta” all’umanità, creando nuovi posti di lavoro. L’Unione Europea si sta muovendo sempre più in una direzione volta al vantaggio dell’economia circolare, attraverso obiettivi vincolanti per il 2030 sull’uso dei materiali e attraverso altre proposte, come le nuove regole a livello europeo sugli imballaggi.
Il mondo, quindi, sta capendo sempre più spesso che lo spreco non è la via più saggia. Stiamo anche imparando a non adagiarci troppo sugli allori e a capire che non ci siamo solo noi su questa terra, che non tutto ci è dovuto e che non possiamo avere tutte le comodità. L’economia circolare è un altro ottimo esempio di consapevolezza umana verso il pianeta.
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