Durante la fiera Più libri, più liberi svoltasi a Roma dal 4 all’8 dicembre, noi di Eroica Fenice abbiamo avuto l’occasione di incontrare e intervistare una delle autrici appartenenti alla fervente realtà dei Millennials più amate e conosciute del momento, Daisy Johnson. In Italia, la Johnson è pubblicata da Fazi Editore, che proprio qualche mese fa ha edito “Nel profondo”, suo ultimo libro.
Daisy Johnson, tra scrittura e attualità
Come nasce l’idea per questo libro?
L’idea principale che avevo è quella di rinarrare qualcosa, mi piace l’idea di rubare qualcosa. Di distruggerlo e ricostruirlo in una maniera del tutto nuova. Ero interessata al mito dell’Edipo, l’avevo studiato a scuola e all’università. Questa storia mi tornava in mente spesso, questo mi ha portata a capire che era quello che volevo raccontare di nuovo. Alla fine è rimasta solo la trama più cruda, perché tutto il resto è cambiato. Sono cambiate la location, i personaggi e tutto il resto.
La “questione Edipo”, l’hai vista più come una provocazione o una innovazione?
Sì, c’è sicuramente un aspetto provocatorio in quest’opera, riguardo la classicità di Edipo. Ad esempio, il lavoro che ha fatto Roald Dahl sulle fiabe classiche, come quella di Cappuccetto Rosso. Questo modo di scrivere lo trovo molto affascinante e eccitante come prospettiva letteraria. Inoltre, penso l’idea che esista un testo classico sacro e intoccabile sia un problema, un tipo di convinzione che andrebbe discussa, perché in genere questi testi sono anche testi scritti da uomini bianchi, che dovrebbero essere messi in discussione perché non tengono conto di alcune differenze.
Oltre a questo, amo moltissimo il mito di Edipo, penso che abbia una struttura perfetta. Quindi volevo agire con rispetto nei suoi confronti, ma anche con determinazione, proprio per mettere in luce gli aspetti dei miti greci che ritengo problematici. Come il ruolo delle donne in queste storie.
Il problema dei Millenials di affermarsi, soprattutto viste le difficoltà messe in campo dalle vecchie generazioni, si propaga anche nel mondo della scrittura, tu come lo vivi?
È interessante questo scontro, ci sono sia quelli che vogliono conoscere i nuovi autori, aprire a loro le porte di questo mondo, e allo stesso tempo ci sono quelli che vogliono, in un certo senso, conservare la memoria e tengono chiuse le porte di questo circolo. In UK c’è un grande dibattito sulla educazione creativa, riguardo alla possibilità di crescere come scrittori, visto che alcuni sostengono o nasci genio e hai già talento o niente mentre altri basano la loro idea di talento sul lavoro e sulla quantità di scrittura effettuata ogni giorno.
Allo stesso tempo, la comunità inglese è amichevole, aperta ai nuovi scrittori. Questo riguarda anche il realismo, come genere letterario, visto che molti pensano non ci sia un modo interessante di raccontare la realtà ed è per questo che finiscono con l’essere attratti dal genere fantasy, dove l’irrealtà è al centro dell’attenzione. Per la vecchia guardia, invece il realismo resta sempre quello migliore.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
A luglio uscirà il mio prossimo libro, il terzo “Sisters” e sto già lavorando al quarto che spero prenda forma a breve. Nel mentre continuo a scrivere racconti, senza sosta.
Oltre alla gentilissima Daisy Johnson, ringraziamo vivamente Nicola Vincenzoni per il suo aiuto durante l’intervista.
Fonte immagine: fazieditore.it