Sanremo, recensione della quarta serata

Sanremo, quarta serata: si dà il via alle danze con una versione un po’ particolare di Heidi, e si proclama la vittoria di Ultimo col suo Ballo delle Incertezze

Tremate, tremate, le streghe son tornate! Ah no, nessuna storia horror degna del miglior Stephen King, ma soltanto una versione un po’ particolare dell’innocente cartone animato Heidieseguita sul palco del festival di Sanremo da Claudio Baglioni, Pierfrancesco Favino e Michelle Hunziker che, abbigliati con giubbotti di pelle e borchie da rockettari sfegatati dell’ultima ora, hanno fatto registrare il più alto tasso di traumi infantili della serata. Così è iniziata la penultima serata del Festival di Sanremo, quella che, da tradizione, è dedicata ai duetti e alla proclamazione del vincitore delle Nuove Proposte. E sono proprio loro che danno il via alle danze: hanno calcato il palco, nell’ordine, Leonardo Monteiro, Mirkoeilcane, Alice Caioli, Giulia Casieri, Mudimbi, Eva, Lorenzo Baglioni e, ultimo ma non ultimo, Ultimo. Si perdoni il (forse) troppo facile gioco di parole, dal momento che poi Ultimo è arrivato primo. Romano, ventidue anni, si è aggiudicato la vittoria con il suo Ballo delle incertezze, sbaragliando il favorito Baglioni, che già spopolava sui social da mesi con il suo inno alla grammatica e anche Mirkoeilcane, che ha però vinto il Premio della Critica “Mia Martini”. Minuto, visionario e quasi stralunato, Mirkoeilcane (anche se un po’ tutti ci siamo chiesti dove fosse il suo amico a quattro zampe, preannunciato dal suo nome) ha presentato la sua Stiamo tutti bene, una sorta di recital o monologo trasposto in musica.

I duetti dei big: Piero Pelù e la Nannini la fanno da padrone a Sanremo

Dopo aver incoronato il vincitore delle Nuove Proposte di Sanremo, è la volta dei big e dei loro duetti. Chi avranno scelto? Interpreteranno al meglio le canzoni insieme agli ospiti? Ci terranno inchiodati al divano fino all’alba, visto che Baglioni, col suo savoir faire da Zio Fester della Famiglia Addams, ha preannunciato 64 ospiti a inizio serata? Mentre proviamo a ricordare dove abbiamo messo il thermos di caffè per riuscire a sopportare una sfilza pantagruelica di ospiti, o mentre escogitiamo metodi per tenere aperti gli occhi che ricordano un po’ Arancia Meccanica, ecco che appare Renzo Rubino, ricordato dai più solo come “quello che prese il posto di Moro e Meta la sera in cui non li fecero esibire”, e apre le danze insieme all’attrice Serena Rossi, da lui definita la sua attrice preferita, forse in un impeto di captatio benevolentiae.
Dopo Rubino, è la volta di Sarcina e compagni: Le Vibrazioni portano a Sanremo Skin, energica e pimpante come in un concerto degli Skunk Anansie. Skin è capace di farci mettere in discussione la pubblicità di Clinians con Valeria Mazza che viene riproposta a tamburo battente in tutte le pause, giacché, più che la Mazza, è proprio Skin a sembrare sempre uguale, sempre così perfetta, eterea, androgina e imbalsamata nel suo fantastico universo rock e figo.
Tocca poi a Noemi, duetto tutto al femminile con Paola Turci; Mario Biondi porta sul palco Ana Carolina e Daniel Jobim e Annalisa si fa accompagnare da Michele Bravi. Per quanto riguarda lo Stato Sociale, ormai intenzionati fino in fondo a stupire e fare un po’ i caciaroni e gli alternativi della situazione, la scelta ricade sul Coro dello Zecchino D’Oro. Sì, proprio su di loro. Ed è così che noi da casa abbandoniamo i metodi coercitivi per scacciare il sonno e afferriamo il cellulare per digitare il numero del Telefono Azzurro, onde evitare di moltiplicare a dismisura i traumi della serata. Assieme a loro c’è, anche se si confonde tra i bambini, il comico Paolo Rossi.
Arriva poi il momento della prima Ospite con la O maiuscola: ecco che vediamo la Nannini all’orizzonte col suo ciuffo ribelle, e subito Baglioni fiuta il momento favorevole, come il migliore dei segugi, per deliziarci con un altro suo brano, l’inedito Amore BelloDeliziati dall’originalità, da casa ci stiracchiamo sul divano e osserviamo Baglioni e la Nannini duettare, con tanto di standing ovation finale. Ma il fiuto di Baglioni non si ferma alla Nannini, poiché riesce anche a captare l’arrivo di Piero Pelù, e lo circuisce per duettare assieme su Il Tempo di Morire di Lucio Battisti. Energico, carismatico e sempre pieno di “giuoia”, Pelù delizia il palco dell’Ariston che sta lì lì per aspettarsi un suo Arriba arriba el diablo!, o perlomeno un Toro Loco, mentre noi da casa tiriamo un sospiro di sollievo: Baglioni non ci ha cantato un altro suo pezzo.
La sfilza dei duetti continua: Gazzè porta con sé due jazzisti, Rita Marcotulli e Roberto Gatto, Luca Barbarossa condisce la sua Passame er sale con Anna Foglietta, Diodato e Roy Paci scelgono Ghemon, e il trio Vanoni- Bungaro-Pacifico predilige Alessandro Preziosi, causando un altro sospiro di sollievo, ma nel pubblico femminile; è poi la volta dei Pooh di turno, che si moltiplicano a dismisura provocando in noi effetti di spersonalizzazione e straniamento, convinti di avere le allucinazioni. Quanti sono? Perché ce ne sono così tanti? Ce li ritroveremo anche in bagno? Roby Facchinetti e Riccardo Fogli scelgono Giusy Ferreri, mentre Red Canzian Marco Masini, e lo straniamento continua imperterrito, lasciando un senso di vuoto e voragine negli spettatori che provano a tornare in sé.
Vigoroso e riccioluto, sale sul palco Enzo Avitabile assieme a Peppe Servillo, e i due scelgono, come è giusto che sia, gli Avion Travel; Giovanni Caccamo duetta con Arisa, reduce da una scorpacciata di cereali sottomarca, e Ron resuscita la rediviva Alice, che i più ricordano per via di Franco Battiato. Giunge poi la volta dei protagonisti delle polemiche dei giorni passati: Fabrizio Moro e Ermal Meta. I due compagni, uniti nella gioia e nel dolore, nella salute, nelle polemiche e nei litigi social, portano con loro Simone Cristicchi, che del palco dell’Ariston è ormai un veterano. E non manca il tocco di poesia e sublime dell’artista di Ti regalerò una rosa, e ci si augura di rivederlo presto su quello stesso palco con un suo pezzo. Chiudono i The Kolors con un arzillo e ringalluzzito Tullio De Piscopo, Nina Zilli con Sergio Cammariere e Elio e le Store Tese con i Neri per Caso.

Premio alla carriera “Città di Sanremo” per Milva

Proprio la rossa  e indimenticabile artista si aggiudica il premio alla carriera “Città di Sanremo”, ed è la figlia, Martina Cognati, a ritirarlo. Ora ci si prepara per il gran finale di stasera, ci si prepara per conoscere il nome del big vincitore e anche per fare l’ultimo, abissale e faticoso sforzo: ascoltare un altro pezzo di Baglioni.

A proposito di Monica Acito

Monica Acito nasce il 3 giugno del 1993 in provincia di Salerno e inizia a scrivere sin dalle elementari per sopravvivere ad un Cilento selvatico e contraddittorio. Si diploma al liceo classico “Parmenide” di Vallo della Lucania e inizia a pubblicare in varie antologie di racconti e a collaborare con giornali cartacei ed online. Si laurea in Lettere Moderne alla Federico II di Napoli e si iscrive alla magistrale in Filologia Moderna. Malata di letteratura in tutte le sue forme e ossessionata da Gabriel Garcia Marquez , ama vagabondare in giro per il mondo alla ricerca di quel racconto che non è ancora stato scritto.

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