Furry fandom: il bambino in Scozia che si identifica in lupo

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Negli ultimi giorni una notizia ha fatto il giro dei giornali: un bambino in Scozia si sarebbe identificato come un lupo e la scuola lo avrebbe legalmente assecondato in questa sua auto-percezione. Tuttavia, un’analisi più approfondita rivela che la storia della “disforia di specie” del bambino è stata amplificata e distorta, risultando in gran parte falsa dato che il bambino fa parte della “furry fandom”, una community di appassionati di personaggi animali antropomorfi, caratterizzati da tratti umani come espressioni facciali e abilità comunicative.

Esistono, infatti, varie subculture soprattutto nel mondo anglosassone legate al travestimento e l’interpretazione dei personaggi, non riconducibili a disturbi mentali ma a semplici “fandom“, ovvero comunità di appassionati che condividono una particolare passione per alcune opere di fantasia tanto da collezionare qualsiasi oggetto ad esse legato, partecipare a qualsiasi incontro o travestirsi dai personaggi preferiti.

Furry fandom: la diffusione di una notizia inesatta

La notizia originale parlava di un bambino affetto da una presunta “disforia di specie“, che lo portava a identificarsi come un lupo. È importante aggiungere che questa condizione non è riconosciuta scientificamente né ci sono evidenze in merito a questa possibilità, al contrario della disforia di genere. Diversi professionisti hanno smentito l’esistenza di questa “sindrome”, come il neuropsicologo Tommy MacKay, intervistato dal Daily Mail sulla questione. Questa informazione è stata rapidamente ripresa da vari media con molta leggerezza, spesso con titoli sensazionalistici che hanno contribuito a diffondere disinformazione. Gli stessi media scozzesi parlano del fatto che non è stata rivelata la scuola o la città dove il bambino frequenta, per proteggere la sua identità e garantire la sua privacy. Rivelare l’identità di un minore in situazioni controverse è una questione estremamente delicata. Tuttavia, in questo caso, la mancanza di informazioni specifiche lascia molti dubbi sulla veridicità o sulla puntualità dei dettagli che stanno circolando circa questo evento, che potrebbero essere stati esagerati o fraintesi durante il passaggio da una fonte all’altra.

La realtà sull’atteggiamento della scuola

La parte confermata della storia riguarda l’approccio inclusivo adottato da alcune scuole nel gestire le diverse espressioni di identità dei propri studenti e nell’affrontare alcune problematiche inerenti allo sviluppo psicofisico. Le istituzioni educative in Scozia, come in molti altri Paesi, seguono linee guida che promuovono il benessere di ogni bambino, cercando di fornire supporto adeguato a chiunque ne abbia bisogno. Questo non significa, però, assecondare legalmente qualsiasi auto-identificazione senza criterio, ma piuttosto ascoltare gli studenti, comprendere le loro esigenze e coinvolgere professionisti qualificati, come psicologi ed esperti a vario titolo, per affrontare situazioni particolari. La furry fandom, peraltro, rappresenta uno dei tanti giochi e una delle tante subculture a cui i giovani possono scegliere di appartenere.

Cos’è la furry fandom?

Per capire meglio il contesto, è utile conoscere la comunità dei furry: la furry fandom è composta da persone appassionate di personaggi animali antropomorfi con caratteristiche umane, come quelli che possiamo vedere in alcuni anime, in alcuni manga e videogiochi a tema. Questa sottocultura esprime il proprio interesse attraverso l’arte, la scrittura, i costumi e altri mezzi creativi.

Partecipano spesso a convention e eventi vestiti come i loro personaggi preferiti, chiamati “fursona“. In Italia, questo fenomeno può essere paragonato a chi gioca a Dungeons & Dragons o partecipa a raduni di fan di Star Wars, vestendosi da Jedi e imparando a usare la spada laser. Si tratta di forme di espressione creativa e di socializzazione che permettono alle persone di condividere passioni comuni. Anche senza una passione particolare si può partecipare a fiere del fumetto indossando dei costumi chiamati cosplay, interpretando il proprio personaggio preferito. 

Furry Fandom, fursona e fandom italiane

In Italia, ad esempio, esiste FurryDen, una community che (anche se le pagine non vengono aggiornate da un po’) offre un punto di ritrovo per gli appassionati del furry fandom. Qui creatività e passione per i personaggi animali antropomorfi si incontrano, permettendo ai membri di condividere arte, costumi e partecipare a eventi dedicati. Il fursona è una rappresentazione personalizzata di sé stessi sotto forma di un personaggio animale antropomorfo. Questo personaggio può essere ispirato da una specie reale o fantastica e riflette tratti fisici e caratteriali che il creatore sente di condividere con quell’animale. Il fursona viene spesso utilizzato all’interno della comunità furry per esprimere la propria identità e per interagire con altri membri della community, sia online che durante eventi e convention.

Non solo furry fandom: le varie subculture “animalesche”

Esistono diverse sottoculture legate all’identificazione con creature non umane, ciascuna con le proprie caratteristiche e sfumature. Queste comunità sono spesso incomprese o distorte dai media, ma sono in realtà gruppi eterogenei di persone che esplorano la loro identità attraverso un legame profondo con animali o esseri mitologici. Alcune delle principali subculture sono i therian, gli otherkin e i vampiri, ciascuna con una propria storia e dinamiche.

I therian sono persone che credono di avere un legame spirituale o psicologico con un animale non umano, reale o mitologico. A differenza dei furry, che si identificano con animali antropomorfi, i therian si sentono connessi a una forma animale naturale, come lupi, tigri, draghi o altri animali. Questo legame non è solo un gioco di ruolo ma una parte fondamentale della loro identità.

Gli otherkin sono persone che si identificano come creature non umane, spesso legate a mondi mitologici o fantastici. Mentre i therian si identificano con animali naturali, gli otherkin si vedono come esseri mitologici quali draghi, elfi, angeli, demoni, vampiri, fate, e talvolta anche alieni o creature legate alla cultura pop. La loro identità può essere considerata una forma di esplorazione spirituale o psicologica, e molti otherkin credono di avere un’anima non umana o di essere la reincarnazione di una creatura fantastica. La comunità degli otherkin risale agli anni ’70, quando piccoli gruppi si definivano elfi a causa della fandom del Signore degli Anelli.

I vampiri si identificano con il mito del vampirismo, che può avere significati diversi a seconda della persona. Alcuni credono di avere un bisogno fisico o spirituale di energia, sangue o emozioni altrui per sentirsi completi. Questo fenomeno, definito vampirismo energetico, può variare notevolmente da persona a persona. Alcuni vampiri sostengono di trarre nutrimento tramite l’energia delle persone attorno a loro.

Il termine alterhuman è usato come ombrello per includere tutte queste comunità – therian, otherkin, vampiri e altre – che si identificano come creature non completamente umane. 

Furry fandom: una parte naturale del processo di crescita?

Per molti bambini e adolescenti, identificarsi con personaggi fantastici o animali rappresenta, spesso, una parte fondamentale e naturale del loro sviluppo. Durante l’infanzia, il gioco e l’immaginazione sono strumenti essenziali attraverso i quali i giovani esplorano la propria identità, sperimentano diversi ruoli e sviluppano competenze sociali ed emotive. Queste attività permettono ai bambini di testare i confini della loro personalità e di comprendere meglio il mondo che li circonda.

Il caso del bambino che si identifica come un lupo potrebbe rientrare perfettamente in questo processo. È infatti del tutto naturale che, durante la crescita, un bambino attraversi fasi in cui si immedesima in figure o creature immaginarie. Così come molte persone, da piccole, si sono divertite a giocare ai Power Rangers, agli Avengers, o ai Pokémon, anche questo bambino potrebbe essere semplicemente impegnato in un gioco di ruolo, che lo aiuta a esplorare la propria identità in un ambiente sicuro e creativo come appunto è la furry fandom. Passioni che, anche qualora permangano da adulti, rappresentano condizioni ancora una volta naturali.

La cattiva gestione della notizia da parte dei media

La copertura mediatica di questa storia è un esempio di come le notizie possano essere trattate male dai giornali. Titoli allarmistici e informazioni non verificate possono creare confusione e alimentare pregiudizi e odio verso comunità e situazioni che poco o nulla hanno a che fare con quella trattata. La storia del bambino scozzese che si “identifica” in un lupo serve da monito sull’importanza di approcciare le notizie con senso critico, perché è facile scambiare la furry fandom con altro. Inoltre, è essenziale verificare sempre le fonti e leggere gli articoli nella loro interezza senza fermarsi al titolo.

Immagine di copertina copyright free creata con GROK, l’AI di Twitter

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