Gli scioperi e le proteste che hanno caratterizzato il territorio francese negli ultimi mesi sono stati argomento di accesi dibattiti in molti paesi; non solo per i motivi che le hanno scaturite, cioè la riforma delle pensioni e tutto ciò che ne consegue, ma anche per le modalità estreme con le quali il popolo francese si sta mobilitando per fronteggiare il problema: tra mezzi di trasporto bloccati, le strade invase dall’immondizia e le scuole chiuse i disagi causati dagli scioperi sono molteplici. I cittadini francesi hanno dimostrato ancora una volta di sapere come si porta avanti una rivoluzione!
In effetti, noi che ci siamo trovati spettatori delle lotte contro il governo francese non abbiamo fatto altro che lodare e osannare il comportamento della popolazione pensando che fosse giusto così e che anche noi italiani avremmo dovuto fare altrettanto. Il problema è che molto spesso ci si limita a guardare con occhio esterno non sapendo di cosa si tratta fino in fondo e soprattutto in cosa consistono le proteste.
I motivi principali degli scioperi sono 3:
1. Immondizia dappertutto: durante i periodi di intense manifestazioni, uno dei modi più estremi di far sentire la propria voce è stato quello di mettere in atto uno sciopero dei netturbini per cui le vie e le strade, anche quelle più celebri di Parigi, sono state invase letteralmente da rifiuti e parliamo di circa 10.000 tonnellate. È facile immaginare cosa ne è conseguito prendendo anche in considerazione il fatto che in Francia non è prevista la raccolta differenziata ma soltanto una divisione tra l’umido e tutto il resto (carta, plastica e indifferenziato cioè il cosiddetto “triage“). La spazzatura per strada ha recato molti disagi sia per la puzza che emanava continuamente sia per le persone, tra cui numerosi turisti, che si sono ritrovati a camminare circondati da pattumiere zeppe e strabordanti, il che non è mai un bello spettacolo.
2. Giornata di grèves: almeno una volta alla settimana, tutti i lavoratori, i cittadini e anche gli studenti francesi prevedono una giornata di ‘grève’, cioè di sciopero totale. Durante queste giornate risulta quasi impossibile spostarsi da un luogo ad un altro a causa di tutti i mezzi di trasporto che vengono bloccati o viaggiano in tempi ridotti; anche studenti e insegnanti decidono di non presentarsi nelle scuole, infatti quest’anno l’occupazione da parte di studenti di alcune università ha reso molto difficile seguire le lezioni e sostenere gli esami che sono stati, per forza di cose, sostenuti in modalità online da casa. I negozi, come anche le biblioteche e altre istituzioni pubbliche, restano chiusi o aprono ma con orari part-time proprio perché sono i lavoratori i veri protagonisti di questa rivoluzione in corso e non si fanno nessuno scrupolo a non presentarsi sul luogo di lavoro per andare a manifestare.
3. Cortei accesi: non c’è corteo che si rispetti, senza che un monumento importante venga imbrattato o semi-distrutto e anche i muri delle città vengono cosparsi di scritte minacciose nei confronti del governo o del presidente Macron stesso che viene molte volte soprannominato con appellativi negativi. La sera del 23 marzo di quest’anno, i cittadini di Bordeaux hanno ben deciso di dar fuoco al municipio e di ribellarsi violentemente affermando di voler rispondere in modo adeguato le violenze che loro stessi stanno subendo da parte del governo, riferendosi chiaramente alla riforma delle pensioni, e che ritengono inaccettabile.
Il popolo francese va sicuramente ammirato per il grande senso di patriottismo e di tenacia che mostra di avere ogni volta che bisogna combattere una battaglia contro chi ostacola i loro diritti di cittadini ma, allo stesso tempo, è necessario ammettere che non è facile mandare avanti una lotta politica a meno che le ragioni di quest’ultima non siano sentite e condivise da tutto il paese.
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