Il “caso Aurora Leone” all’evento Partita del Cuore

Il “caso Aurora Leone” all’evento Partita del Cuore

L’ennesimo caso di maschilismo e misoginia imperversa alla vigilia della Partita del Cuore, programmata per il 25 maggio 2021 con l’obiettivo di raccogliere fondi per la ricerca contro il cancro. Ma la solidarietà, potenziale elemento trainante del progetto, viene spodestata, ancora nel XXI secolo, da arroganza e sessismo. Vittima la giovanissima Aurora Leone, attrice del gruppo comico campano The Jackal, cacciata dal tavolo della Nazionale Cantanti in quanto donna.

Inammissibili e intollerabili eventi di tale calibro, dopo anni di lotte per la conquista della parità dei diritti femminili e maschili, del rispetto e la condanna di comportamenti sessisti e misogini. Eppure nel 2021 le donne si ritrovano ancora costrette a difendere il proprio sesso, a giustificarsi dinanzi ad atteggiamenti prepotenti e fallocrati e a vivere purtroppo ancora sulla propria pelle e sui propri sentimenti un forte dualismo dialettico uomo-donna.

Il “caso Aurora Leone” all’evento Partita del Cuore

Con animo profondamente deluso e colpito, la ventiduenne Aurora Leone denuncia su Instagram l’accaduto, riportando discorso e parole precise del responsabile del torto arrecatole, il direttore generale della Nazionale Cantanti Gianluca Pecchini: “Sei donna, non puoi stare qui”. Bella prova di rispetto e solidarietà! In un contesto poi in cui il cuore dovrebbe essere protagonista assoluto. Ma in certi casi il problema non è il cuore, bensì il cervello!

Aurora, la sera del 24 maggio, doveva partecipare insieme al suo collega Ciro Priello a una cena con i membri della Nazionale Cantanti, contro cui avrebbero giocato l’indomani la Partita del Cuore all’Allianz Stadium di Torino insieme ai Campioni per la ricerca. Ecco che Pecchini si rivolge alla giovane attrice ammonendole a lasciare il tavolo, in quanto donna, e invitando invece Ciro a restare.

Convinta in un primo momento di dover abbandonare il tavolo in quanto membro della squadra avversaria o forse perché ritenuta mera accompagnatrice di Priello, la situazione diviene sempre più chiara e sgradevole ad Aurora nel momento in cui Pecchini incalza, obiettando con il fatto che Aurora fosse stata invitata e convocata per la Partita, essendo state richieste anche le misure per il completino, in questo modo: “Tu il completino te lo puoi mettere pure in tribuna, che c’entra. Le donne non giocano. Queste sono le nostre regole e se non le volete rispettare dovete uscire da qua”. E ancora una raggelante pseudo-motivazione: “Non farmi spiegare perché non puoi stare seduta qui, tu non puoi e basta”. Comportamento indegno e riprovevole per un uomo. Del tutto disdicevole! Ne consegue una discussione, sfociata in toni alquanto accesi fino all’estromissione dei due attori campani dalla partita e persino dall’hotel, dove avevano già preso possesso delle loro stanze.

Ma i torti per Aurora Leone non terminano così, trovandosi a subire danno e beffa, quando viene conseguentemente accusata dalla Nazionale Cantanti di appellarsi a false insinuazioni ed attacchi solo per cercare pubblicità, creando così volutamente una polemica. Storie pubblicate nel comunicato ufficiale su Instagram, ma poi cancellate: “Non accettiamo arroganza, minacce e violenza verbale. Alessandra Amoroso, Madame, Jessica Notaro, Gianna Nannini, Loredana Bertè, Rita Levi-Montalcini, sono solo alcuni dei nomi delle tantissime donne che dal 1985 hanno partecipato e sostenuto i nostri progetti. Il nostro staff è quasi interamente composto da donne, come quest’anno sono donne le conduttrici e la terna arbitrale della Partita del Cuore. La Nazionale Italiana Cantanti non ha mai fatto discriminazioni, di sesso, fama, genere musicale, colore della pelle, tipo di successo e followers. C’è solo una cosa nella quale non è mai scesa a compromessi: noi non possiamo accettare arroganza, minacce, maleducazione e violenza verbale dai nostri ospiti. Non è la prima volta che qualcuno cerca pubblicità, distorcendo, sfruttando e manipolando 40 anni di storia”. Belle parole, che di fatto non trovano però rispondenza nelle azioni che, nella fattispecie degli eventi accaduti, dimostrano l’esatto contrario.

A mostrare poi solidarietà ad Aurora alcuni membri della Nazionale Cantanti, tra cui in prima fila Eros Ramazzotti, che, amareggiato per l’accaduto, ha minacciato di non scendere in campo se prima non fossero stati presi provvedimenti contro i responsabili e avanzate le scuse ufficiali a Leone.

Seguono le dimissioni del direttore generale della Nazionale Cantanti Pecchini dal proprio incarico, travolto dalle giuste polemiche per le sue abominevoli parole.

Il “caso Aurora Leone” dimostra come anni di lotte, iniziative e associazioni create per difendere, cautelare e rispettare finalmente e definitivamente i diritti delle donne, siano vanificati in un lampo da eventi simili, che riportano le conquiste ottenute dieci passi indietro, e l’armonia umana e naturale giù nel più profondo dei precipizi. Oggi dunque l’argomento “donna” risulta purtroppo ancora alquanto delicato, e in determinate occasioni ancora una sorta di tabù da cliché.

La realtà attuale asserisce di fatto che la donna è spesso ancora lontana dall’essere meritatamente rispettata. E se e quando ciò avviene, elargendo bei sorrisi, bei complimenti e belle parole, in quel frangente la donna non è oggetto di rispetto, ma semplicemente oggetto! Sì, perché o si usa contro di lei violenza verbale e/o fisica, oppure le si muove violenza psicologica, magari perché non una bellezza stratosferica, tale da smuovere corpi e intenzioni. Chiediamoci, se al posto di Aurora Leone, lì a quel tavolo si fosse seduta una Diletta Leotta, gli eventi avrebbero preso una piega diversa? Forse Pecchini non si sarebbe sentito così “offeso” se a quel tavolo fossero stati presenti curve più abbondanti e sinuose, labbra e glutei più prorompenti!

 

Foto di: Pixabay

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