La Cina, per noi Occidentali, ha il duplice potere di apparire allo stesso tempo un esotico paese ricco di fascino e mistero quanto un enorme colosso industriale che a tratti incute anche un certo timore.
Certamente ci è capitato almeno una volta di trovarci in mezzo a discorsi catastrofici riguardo la vita che conducono i cittadini cinesi o di quanto il governo di suddetto paese eserciti un controllo estremo sulla sua popolazione dando poca o nulla attenzione al famoso “diritto alla privacy”, ma sappiamo davvero come funziona questo diritto nel grande Impero?
In Occidente é scontato pensare al diritto alla privacy in quanto protezione di dati e informazioni personali ed è proprio a tale proposito che il 25 Maggio 2018 viene stipulato, in Europa, il regolamento General Data Protection Regulation che regola il trattamento della libera circolazione dei dati personali dei cittadini. In Cina le cose funzionano diversamente: sebbene ci sia stato un piccolo miglioramento nel 2021 quando la nuova legge sul diritto alla privacy, la PIPL, é stata aggiunta al codice civile cinese, la situazione non è migliorata del tutto in quanto il governo Cinese detiene ancora numerosi strumenti per continuare ad osservare e tenere d’occhio i suoi cittadini con lo scopo di evitare sommosse, proteste contro il governo e, di conseguenza, ogni tipo di libertà.
Uno dei principali metodi di supervisione da parte del governo è la Web Censorship che blocca l’accesso a molti servizi online che in Occidente vengono regolarmente utilizzati come Facebook, Google e Twitter ma anche piattaforme di streaming online come Netflix. I siti vengono bloccati tramite il ‘Great Firewall’ che permette al servizio internet cinese, di proprietà del governo, di limitare le connessioni online cosicché tutto il traffico internet possa essere monitorato.
E la VPN? Anche quella è stata molto usata dai cittadini cinesi ma attualmente il governo è riuscito a bloccarle tutte tranne una: ExpressVPN.
Oltre ai servizi online anche svariate app e social media sono bannati alla popolazione e infatti, la Cina possiede un proprio sistema di servizi online che sono esclusivi al paese. L’applicazione di messaggistica più nota si chiama WeChat che funge anche da social media e la cui società produttrice, Tencent, è una delle compagnie tecnologiche del paese più imponenti (se non del mondo). Ciò che lascia perplessi è che WeChat non è una semplice app di messaggistica, come lo è Whatsapp, perchè le autorità cinesi possono controllare conversazioni e attività che si svolgono nell’app tramite un sistema di scanning per messaggi ritenuti ‘sensibili’.
Altro aspetto scioccante è la questione della face recognition: secondo varie ricerche, la Cina deteiene il maggior numero di telecamere di sorveglianza di qualsiasi altro paese e il governo le usa anche e soprattutto per operazioni di riconoscimento facciale. Questo fa in modo che le autorità possano riconoscere l’identità di qualsiasi persona passi davanti una normalissima telecamera di sicurezza, perché? Per evitare che persone di interesse viaggino fuori dal paese o per condannare qualsiasi trasgressore del traffico.
In ultimo, i cittadini cinesi non hanno nemmeno la possibilità di registrarsi sui propri social media attraverso un falso nome o un doppio profilo in quanto, al momento della registrazione online, vengono richiesti obbligatoriamente i veri nomi con numeri di telefono. Questo rende impossibile ogni forma di anonimità in Cina.
Ad oggi, non molti sono a conoscenza di tutte queste problematiche che coinvolgono ogni giorno i cittadini cinesi probabilmente perchè considerato argomento pericoloso, soprattutto da parte dei giornalisti, ma la chiave per far sì che la situazione non peggiori è proprio fare chiarezza per sovrastare l’ignoranza nella quale i poteri forti cercano di farci cadere.
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