In Argentina, l’aborto “¡Es ley!”, è legge! Dopo il via libera alla Camera, il disegno di legge che legalizza definitivamente l’aborto è stato approvato in Senato il 29 dicembre, determinando una svolta storica per il Paese e per le lotte femministe di tutto il mondo.
Il provvedimento è passato con 38 voti favorevoli e 29 contrari, dopo 12 ore di discussione. Migliaia di militanti pro-aborto hanno atteso fino alle 4 del mattino, e festeggiato la notizia fuori dal Congresso a Buenos Aires.
Il movimento che si è battuto per l’aborto – la Campaña Nacional por el Derecho al Aborto Legal, Seguro y Gratuito – è nato 15 anni fa e ha come simbolo dei fazzoletti verdi, i “pañuelos”. Già nel 2018, un testo simile (ma elaborato da una piattaforma civile) era stato approvato dalla Camera, ma non dal Senato.
Fino a questo momento, l’interruzione volontaria di gravidanza per le donne Argentine era consentita legalmente da una norma in vigore dal 1921 e soltanto nel caso fosse conseguenza di una violenza sessuale, o in previsione di un pericolo grave per la vita della donna stessa. Limitazioni che hanno diffuso a dismisura gli aborti clandestini nel Paese, spesso in costose cliniche private o in strutture che non adeguate alle norme di sicurezza necessarie. Secondo i dati del Governo, in Argentina, su 44 milioni di abitanti, si praticano ogni anno fra i 370mila e i 520mila aborti clandestini, con 38mila donne ricoverate in ospedale per le complicazioni che ne conseguono.
Con la legalizzazione dell’aborto, il Paese diventa uno dei pochissimi Paesi dell’America Latina in cui è permessa l’interruzione volontaria di gravidanza, insieme a Uruguay, Cuba, Guyana e lo Stato di Città del Messico. Negli altri restano restrizioni e condizioni. In alcuni, come il Nicaragua, la Repubblica Dominicana e il Salvador, è vietato in ogni caso e il solo sospetto di interruzione volontaria di una gravidanza è punito con una condanna fino a 30 anni di carcere.
Il provvedimento approvato in Argentina prevede che ogni gestante possa abortire entro le prime 14 settimane dopo aver sottoscritto il consenso. Indica anche dieci giorni di tempo tra la volontà esplicitamente espressa e l’intervento per evitare ogni tipo di pressione e manovra che spinga la madre a un ripensamento. Le giovani donne minori di 13 anni potranno abortire con l’approvazione di almeno uno dei genitori o di un rappresentante legale, mentre le donne di età compresa tra 13 e 16 anni avranno bisogno dell’autorizzazione solo se la procedura compromette la loro salute. Dai 16 anni in poi la decisione spetta unicamente all’interessata.
La nuova legge sostiene anche la responsabilità dello Stato nell’attuazione della legge sull’educazione sessuale e aggiorna le pene detentive per chi causa l’aborto o consente di praticarlo oltre il tempo massimo previsto dalla legge.
Fonte immagine: https://www.ilpost.it/2020/12/30/argentina-aborto-legale/