L’esperienza del parto e con essa la maternità in generale può essere disorientante e stressante per una donna. Anche in presenza di una rete di supporto non deve essere facile, specie se per la prima volta, destreggiarsi tra i bisogni del nascituro senza trascurare il proprio benessere fisico e mentale. In Asia orientale la soluzione a questo problema prende il nome di maternity hotel, ossia dei centri specializzati in cure post-parto che tra trattamenti facciali e corsi di allattamento permettono alle neomamme di tirare un sospiro di sollievo.
Il riposo post-parto, le tradizioni in Asia orientale
I maternity hotel sono la versione moderna della tradizione del riposo post-parto che ha radici antiche ed è molto diffusa in vari paesi dell’Asia orientale. In Cina prende il nome di zuò yuè zi che letteralmente significa “un mese seduta”: è un rituale che risale addirittura all’epoca imperiale e che tutt’oggi le neomamme cinesi osservano ossequiosamente sotto l’occhio vigile delle loro suocere. Lo zuò yuè zi prevede che dopo il parto la donna resti in casa per almeno un mese evitando qualsiasi sforzo fisico e stando lontana da correnti d’aria; si sconsiglia persino di lavarsi i capelli e in passato anche i denti. Alla neomamma vengono serviti sei pasti al giorno accompagnati da tè e tisane affinché abbia latte in abbondanza. Uno dei piatti tipici è lo stinco di maiale stufato con zenzero.
Questa pratica in Giappone prende il nome di ansei, letteralmente “riposo”, secondo la quale le madri giapponesi e i loro neonati rimangono confinati in casa per cento giorni dopo il parto. La tradizione vuole che i primi ventuno giorni vengano trascorsi nella casa dei genitori materni. Un piatto tradizionale per celebrare la nascita del bambino è l’osekihan, a base di riso e fagioli azuki. Similmente alla tradizione cinese alle madri vengono fatte consumare zuppe e bevande calde e il cibo è condito con spezie quali zenzero, aglio, coriandolo e cannella poiché si pensa che promuovano la guarigione e la ripresa. Tuttavia in Giappone così come in Corea del Sud oggigiorno le donne preferiscono affidarsi ai maternity hotel, chiamati sanhujoriwon in coreano.
Le cure post-natali tradizionali in Corea del Sud prendono il nome di sanhujori, la cui durata varia da una settimana ad un mese durante il quale viene svolto moderato esercizio fisico e mantenuto il corpo al caldo. Per facilitare la ripresa dopo il parto, molte neomamme consumano piatti tradizionali della cucina coreana comunemente chiamati cibi sanhujori. Queste pietanze sono morbide, calde e generalmente brodose e non speziate. Uno dei piatti più apprezzati dalle neomamme coreane è il miyeok-guk, ovvero una zuppa di alghe.
Storicamente le pratiche di sanhujori venivano osservate dalle donne della famiglia materna, ma con il passaggio da una famiglia estesa ad una di tipo nucleale in epoca moderna queste tradizioni hanno cessato di essere praticate tra le mura domestiche a favore di centri specializzati, come i maternity hotel. Secondo una statistica nazionale, nel 2012 in Corea del Sud il 50% delle neomamme si è affidato alle cure dei centri post-parto.
Maternity hotel: approcciarsi alla maternità senza stress
I maternity hotel in Asia orientale sono sorti per far fronte al calo delle nascite, garantendo alle donne, disposte a pagare per questi servizi, un’esperienza assistenziale cucita su misura. Inoltre è correlata alla popolarità crescente di queste strutture la depressione postpartum, molto diffusa in paesi come Corea del Sud e Giappone, dove secondo un sondaggio condotto nel 2021 dal ministero della sanità giapponese, si è stimato che una neomamma su dieci può andare incontro a depressione postpartum.
I maternity hotel sono ormai un fenomeno che ha preso piede ed è destinato ad espandersi: nel 2023 in Cina il mercato dei centri post-parto è stato valutato 14 miliardi di yuan (approssimativamente 1,8 miliardi di euro). Il personale di questi hotel si compone di medici, infermieri, nutrizionisti, personal trainer e chef, in aggiunta allo staff di un comune albergo. Vi è un servizio di nursery attivo in alcune strutture 24 ore su 24, per cui la neomamma può dedicarsi a trattamenti di bellezza, ma anche corsi su tecniche di allattamento e non solo per vivere più serenamente la maternità. Dunque lo scopo non è solo del meritato relax, ma anche accompagnare le donne in questa nuova fase della loro vita con un’approccio sistematico, scientifico o olistico a seconda delle preferenze.
Sebbene si tratti di un fenomeno in forte espansione, al momento è riservato solo alle classi più agiate. Allo Xiyuege, centro post-parto di Pechino, la retta mensile raggiunge i 200 mila yuan (circa 25 mila euro). La situazione non è poi così diversa in Corea del Sud: un soggiorno di due settimane in un sanhujoriwon si aggira attorno ai 3 milioni di won (circa 2300 euro). In Giappone invece il costo per una notte in un maternity hotel parte dai 60 mila yen (circa 370 euro), destinato a lievitare a seconda dei servizi offerti dalla struttura. Considerati i costi non alla portata di tutte le tasche per un soggiorno, molte strutture si stanno attivando per poter espandere il target della clientela offrendo loro servizi meno esclusivi.
Alla luce delle pratiche tradizionali di riposo post-parto in Asia orientale, qualunque donna preferirebbe alle attenzioni asfissianti di madri e suocere il lussuoso confort impersonale dei maternity hotel.
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